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- 18 luglio 1995
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AGORA': MESSAGGI

275, 18-Lug-95, 02:39, A.Cavalieri, P.Pietrosanti, *, 7424

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Caro segretario

Parlando di cosa fare in Bosnia

Non si puo' prescindere da una considerazione dello stato di fatto che proprio perche' e' sotto gli occhi di tutti rischia di essere sottovalutata.

Perche' l'ONU e' in Bosnia?

Prima di tutto occorre distinguere tra UNHCR e UNPROFOR. I primi portano cibo, senza il quale avremmo avuto decine di migliaia di morti per fame, i secondi scortano i primi.

In che modo li scortano? Se trovano una strada bloccata che fanno? La aprono con le armi? NO.

Il cibo di UNHCR arriva nelle citta' di Bosnia intanto in quanto i serbi di Karadzic lo permettono. Se decidono che il cibo non passa UNPROFOR non fa nulla. Se usasse la forza significherebbe guerra tra ONU e serbi di Pale. Questa scelta non e' mai stata attuata. Conclusioni: UNHCR e' indispensabile per non far morire di fame i civili, UNPROFOR e' utile solo in quanto potenziale materiale di scudi umani reperibili in ogni momento dai serbi, entrambi sono strumenti che Karadzic utilizza a piacimento.

Quando vuole impedire il rifornimento di cibo lo impedisce, quando vuole scudi umani se li prende.

Dunque il ritiro dei caschi blu significa esporre decine di migliaia di civili alla morte per fame.

Rimane la domanda: Perche' allo scoppio della guerra sono arrivati i caschi blu nella ex-Jugoslavia?

Perche' i governi occidentali avevano interesse a "controllare" che il conflitto non debordasse oltre i confini della ex-Jugoslavia e non li trascinasse in una guerra seguendo una reazione a catena che comportava l'intervento di Turchia, Grecia, Russia ecc. Gli aiuti umanitari dell'UNHCR sono stati il corrispettivo pagato dall'occidente per la tutela dei propri interessi.

Ora il problema e' stato che i governi occidentali non hanno detto chiaramente che questa era la propria "egoistica" motivazione. Al contrario, alle opinioni pubbliche dei rispettivi Paesi e' stata raccontata la favola dei caschi blu come contingente di "pace", di cuscinetto, di difesa.

Srebrenica e' stato un punto di non ritorno proprio perche' ha smascherato in maniera incontrovertibile questa menzogna. L'ONU non e' in Bosnia per difendere le vittime, bensi' per curare gli interessi dell'occidente a non essere investito dal conflitto.

I caschi blu si ritireranno dalla Bosnia il giorno in cui l'aggressore avra' compiuto definitivamente il suo "lavoro"; quando si sara' preso tutto cio' che voleva prendersi.

E quel giorno sara' un SUCCESSO per i caschi blu, proprio perche' il loro scopo era quello di fare in modo che l'aggressore finisse il suo lavoro senza il rischio di debordamenti del conflitto.

Chiarito questo punto, e messo anche in chiaro che, a mio avviso, le minacce di intervento armato francese o di altri, altro non sono che l'ultimo tentativo di tenere in piedi la menzogna di un'azione di difesa degli aggrediti (essendosi ormai sputtanata quella delle zone protette), menzogna nei confronti della propria opinione pubblica; occorre decidere cosa fare.

AIUTI UMANITARI

Non ci sono alternative, scartato l'intervento militare di terra (assolutamente impraticabile in termini di vite umane e di risultati) UNHCR e' nelle mani di Karadzic che decidera' di far morire di fame chi vorra' lui, o meglio fara' passare una pagnotta di pane per i mussulmani ogni 9 che ne tratterra' lui per se; a meno che non si giochi la carta del paracadutare gli aiuti dagli aerei, soluzione che mi sembra non abbia avuto molto successo.

RITIRO CASCHI BLU

Intendendosi in questo caso UNPROFOR in quanto UNHCR come detto deve continuare a portare cibo per non far morire di fame la popolazione. Vantaggi: minor numero di potenziali scudi umani a disposizione, in qualsiasi istante, di Karadzic. Purtroppo la funzione di ostaggi potrebbe essere validamente svolta dagli uomini UNHCR che sarebbero costretti a rimanere sul terreno.

INTERVENTO MILITARE

Sul terreno: escluso.

A difesa delle zone "sedicenti" protette: Abbiamo visto che Karadzic non si fa problemi a utilizzare scudi umani per difendersi dagli attacchi aerei.

REVOCA EMBARGO DI ARMI AI DANNI DELLA REPUBBLICA DI BOSNIA

Vantaggi: l'Occidente prende una scelta di campo netta a favore di una parte SCINEDENDO al tempo stesso la propria responsabilita' da quella dell'ONU. Si avrebbe in questo caso la possibilita' che UNHCR potrebbe continuare il suo lavoro umanitario, sempre secondo i capricci di Karadzic, ma senza fare la fine dello scudo umano.

Inoltre si curerebbero effettivamente gli interessi di difesa degli aggrediti senza far pagare un tributo di vite occidentali che la pubblica opinione non sarebbe pronta ad accettare.

Non sono ancora riuscito a sentire una obiezione ragionevole alla revoca dell'embargo. Sandro Ottoni, ho sentito oggi, pensa che la revoca provocherebbe un allargamento del conflitto a Turchia da una parte e Grecia e Russia dall'altra. Bene, a parte il fatto che la Turchia sarebbe dalla parte nostra, il peso specifico militare greco e' talmente risibile che senza dubbio Atene non andrebbe al di la' di minacce e mugugni; non affrontera' mai un conflitto aperto contro tutto l'occidente. Il problema serio e' la Russia.

A questo punto dobbiamo decidere se accettare oggi il medesimo ricatto russo che Kennedy non accetto' in occasione della crisi di Cuba. Che la Russia del 1995 sia immensamente piu' debole dell'URSS di 30 anni fa non credo che debba essere dimostrato. Ma non e' questo il punto: quando le democrazie non hanno ceduto (missili a Cuba) e' stata vittoria e vita per tutti. Quando hanno ceduto (Monaco) e' stata morte.

Io sono ancora qui che aspetto una obiezione alla scelta ovvia della revoca dell'embargo.

COSA PUO' DIRETTAMENTE FARE, DA SUBITO, IL NOSTRO PARTITO

La richiesta di revoca va IMMEDIATAMENTE accompagnata da una azione di disobbedienza civile. Il Partito Radicale preannuncia al Mondo che il giorno X salpera' dal porto di Ancona un traghetto affittato dal partito con a bordo il carico di Una cassa di armi.

Destinazione Spalato, da qui pullman sino alla trincea che porta all'imbocco del tunnel sotteraneo che collega a Sarajevo e consegna ufficiale delle armi al sindaco della citta'.

Naturalmente il traghetto sara' intercettato e fermato dalla nostra marina, il carico sequestrato e l'equipaggio trattenuto.

Allora si comincera' ad andare in Tv con al collo il cartello recante il numero di c/c per raccogliere fondi NON umanitari, bensi' per l'aquisto di armi per il governo legittimo di Bosnia.

E chiederemo a Vasco di Rossi di tenere un concerto il cui ricavato andra' in armi. E poi telegrammi di biasimo al Ministro degli Interni per il fermo di chi voleva difendere lo sgozzato ecc.

Concludo con la mia convinzione: Non si potranno tenere trattative sino a quando i serbi di Serbia non avranno assaggiato sulla propria pelle cosa significa la parola guerra.

Avvisare i cittadini di Belgrado che in capo ad una settimana la capitale sara' bombardata. Chi vuole scappare avra' tutto il tempo di farlo, gli altri saranno responsabili della propria sorte.

E poi bombardare col Napalm Belgrado. Che non rimanga pietra su pietra. Lo abbiamo fatto per Dresda, e ognuno di noi, sia i nonviolenti che gli altri hanno trovato una giustificazione per questo gesto.

I miei saluti ed auguri per una difficile scelta, caro Segretario.

Andrea Cavalieri

 
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