---
riporto la traduzione in italiano (scusate un po' frettolosa) di un testo gia' presente nell'originale inglese in conf babel (testo 2083), dove si trovano alcune informazioni piuttosto interessanti.
---
Il 14 luglio scorso alle Nazioni Unite un compromesso dell'ultimo minuto scongiuro' un altro pericolo per il tribunale sui crimini di guerra in Yugoslavia. Per oltre due anni, il Tribunale era stato ostaggio di una misteriosa disputa a proposito di quale dei due capitoli di bilancio avrebbe dovuto essere usato per pagarlo. L'impasse divenne cosi' grave che, in aprile, funzionari delle NU rilasciarono sinistre dichiarazioni sul futuro delle attivita' del Tribunale. Il 14 luglio i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza raggiunsero un accordo con il gruppo dei 77 paesi non allineati [G-77], accordo per una divisione fifty-fifty dei costi. Questo sorprendente risultato necessito' di 26 mesi di tenaci negoziati.
L'ultima crisi nacque in seno al Quinto Comitato dell'Assemblea Generale, da una disputa riguardante il fatto se il Tribunale dovesse essere finanziato nel quadro del bilancio generale delle NU, oppure con i fondi del bilancio di peacekeeping. Dall'istituzione del Tribunale nel maggio 1993 fino a recentemente, quattro dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Francia, Russia, Gran Bretagna e Stati Uniti -, hanno argomentato che il Tribunale dovrebbe essere finanziato nel contesto del bilancio generale delle NU, cosi' come le NU finanziano la Corte Internazionale di Giustizia, che si occupa di controversie tra governi. Il Gruppo dei 77 (i paesi in via di sviluppo) argomentava che - in forza del fatto che il Consiglio di Sicurezza istitui' il Tribunale in virtu' delle disposizioni di peacekeeping della Carta delle NU -, i tribunali avrebbero dovuto essere pagati nel quadro del bilancio di peacekeeping.
Nonostante secondaria rispetto alla piu' importante questione dell'ammontare del bilancio del Tribunale - la quale somma fu stabilita in marzo -, le conseguenza di questa controversia furono potenzialmente molto serie. Le NU non avrebbero potuto approvare formalmente il finanziamento senza che ci fosse un accordo su quale capitolo di bilancio dovesse essere usato. Al peggio, senza un bilancio formalmente approvato, il Tribunale avrebbe presumibilmente dovuto sospendere le attivita'. Nella migliore delle ipotesi, il Tribunale avrebbe operato in condizioni di sopravvivenza, alla merce' dei contabili delle NU che spostassero denaro da un conto all'altro per farlo andare avanti.
Dopo un amaro disaccordo su questo tema, nel marzo scorso l'ufficio di Supervisione delle NU a Mew York comincio' a manifestare segnali di disagio nel dover continuare a spostare denaro in questa maniera. Il 7 aprile gli avvertimenti divennero piu' seri. Il sovraintendente Yukio Takasu, nel documento GA/AB/2999, avviso' il Quinto Comitato che, in mancanza di un accordo sul tema, esso aveva "creato una situazione precaria". La situazione del Tribunale, egli disse, "non puo' essere definita sicura", e continuo' "Se il Segretario Generale [leggi = Segretariato Generale] fosse inabile di eseguire tutte le operazioni affidategli [leggi = se il Tribunale non potesse fare cio' che si suppune debba fare], ebbene questa non sarebbe sua responsabilita'." Takasu, usando il linguaggio diplomatico richiesto nei documenti delle NU, disse sinistramente che "Questa precaria situazione di risorse finanziarie e di personale potrebbe ostacolarne il funzionamento [del Tribunale]".
Qual'era la posta in gioco in questa lunga controversia? In termini di dollari, la differenza era trascurabile. Per il bilancio generale delle NU, gli stati membri contribuiscono con una quota "regolare", all'incirca proporzionata alla loro ricchezza nazionale. Gli Stati Uniti, come paese piu' ricco del mondo, contribuiscono con il 25%. Francia e Gran Bretagna, quarto e sesto paesi piu' ricchi del mondo, contribuiscono rispettivamente con 6.32% e 5.27%. I paesi meno sviluppati contribuiscono con lo 0.01% del bilancio generale.
Tuttavia il peacekeeping e' controllato dal Consiglio di Sicurezza, cosicche' gli stati membri contribuiscono con una quota leggermente superiore al bilancio del peacekeeping. Ad esempio nel 1995 gli Stati Uniti hanno contribuito per circa il 31%. Francia e Gran Bretagna per l'8% e il 6.7% rispettivamente. Paesi meno sviluppati contribuiscono ancor meno al bilancio di peacekeeping che al quello normale: circa lo 0.001% del bilancio totale di peacekeeping.
Quindi, se il Tribunale fosse finanziato col bilancio di peacekeeping, i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza pagherebbero un po' di piu'. Altrimenti, se il Tribunale fosse finanziato col bilancio generale, altri paesi dovrebbero pagare un po' di piu'. Poiche' il bilancio del Tribunale per il 1995 e' di circa 28.4 milioni di dollari, cio' significa che la differenza era per gli Stati Uniti tra il 31% e il 25% di 28.4 milioni di dollari, cioe' circa 1.7 milioni di dollari. Per Francia e Gran Bretagna la differenza era di circa 500,000 e 400,000 dollari rispettivamente. Per molti paesi, la differenza era di 2,500 dollari.
Per alcuni paesi, la controversia fu una questione d'onore. La Risoluzione 827 del Consiglio di Sicurezza, che istitui' il Tribunale, disse che il costo del Tribunale avrebbe dovuto essere ricavato dal bilancio generale delle NU. Per i paesi permalosi che si sarebbero risentiti della decisione del Consiglio di Sicurezza di istituire da se' un nuovo organo delle NU, questo fu proprio eccessivo. Secondo molte delle nazioni del G-77, il Consiglio di Sicurezza stava cercando di usurpare il potere dell'Assemblea Generale sul bilancio delle NU. Per di piu', agendo attraverso il Consiglio di Sicurezza, le grandi potenze si premunivano che nessuno dei loro cittadini sarebbe mai stato processato da un simile tribunale internazionale nel futuro: un'immunita' indisponibile ai paesi senza potere di veto nel Consiglio.
Mentre l'impasse sul problema della fonte da cui trovare i fondi per il Tribunale si trascinava verso il suo terzo anno, i sostenitori del Tribunale, specialmente gli Stati Uniti, divennero crescentemente imbarazzati. Il G-77, guidato da India, Messico e Brasile, prese la posizione per cui il Tribunale avrebbe dovuto essere totalmente finanziato col bilancio di peacekeeping. La posizione dei membri permanenti si ammorbidi'. Dopo la situazione di vicolo cieco creatasi in marzo, la prima offerta sul tavolo proponeva che si facesse fifty-fifty per il 1995, cosi' che meta' provenisse dal bilancio di peacekeeping col denaro non speso dalla UNPROFOR, e l'altra meta' dal bilancio generale. Per gli anni futuri sarebbe interamente stata a carico del bilancio generale. Questa proposta risulto' inaccettabile al Gruppo dei 77.
All'inizio di luglio molte organizzazioni per i diritti umani ed altre organizzazioni non-governative [NGO's] iniziarono a fare pressione su ambo le parti affinche' raggiungessero un accordo. Qualunque accordo sia, argomentarono, e' meglio di non avere alcun accordo. Per di piu', argomentarono ai membri permanenti, il principio che si presume in gioco nel finanziare un organo delle NU, come il Tribunale, fuori dal bilancio ordinario delle NU, avrebbe dovuto essere bilanciato dai piu' importanti principii di giustizia e responsabilita' individuale rappresentati dal Tribunale stesso. Un fallimento nell'accordarsi su un cosi' piccolo tema sarebbe stato difficile da spiegare per alcuni paesi.
Alla fine, lo strano accordo definitivo che arrivo' all'ultimo minuto fu un compromesso che puo' riflettere il vero ruolo del Tribunale: meta' peacekeeping, meta' bilancio regolare delle NU. Per i popoli della ex Yugoslavia, il Tribunale e' parte degli sforzi per stabilire una pace duratura interrompendo il ciclo di violenza. Per la comunita' internazionale, il Tribunale e' parte di uno tentativo a piu' lungo termine per promuovere il Diritto nel processare precisi individui per i crimini che hanno commesso, e non soltanto astratte entita' politiche. Questo compromesso [sul finanziamento del Tribunale] sara' valido fino ad almeno il 1997.
L'India ha serpeggiato sul filo del rasoio diplomatico con gli Stati Uniti: il Tribunale apparira' come una categoria separata nel bilancio, e gli Stati Uniti non pagheranno il loro contributo per il 1995 che nel 1996, secondo una procedura adottata anni fa dal Congresso americano durante un precedente periodo di insoddisfazione finanziaria nei confronti delle NU.
La prossima crisi di bilancio per il Tribunale e' gia' all'orizzonte. Questo mese, il Tribunale dovra' presentare un preventivo per il biennio 1996-97, preventivo che la NU usa a scopi di bilancio. Al Tribunale occorre un significativo incremento rispetto al suo attuale bilancio annuale di 28.4 milioni di dollari per poter tenere piu' processi e audizioni con i testimoni. Anche se solo pochi icriminati vengono catturati, il Tribunale puo' comunque condurre audizioni secondo l'articolo 61, per il quale testimoni possono rendere testimonianza.
Dopo un'audizione di questo tipo, i giudici possono emettere dei mandati di cattura internazionali che effettivamente sottopongo il sospetto all'arresto se mette piede fuori dal suo paese. Percio' occorreranno risorse addizionali per portare i testimoni all'Aia, per le esumazioni nelle fosse comuni e le autopsie. Il Tribunale necessita anche di programmare una seconda aula tra il 1996 e il 1997. Comprendendo ambo i Tribunali Penali Internazionali per la Yugoslavia e per il Rwanda, il bilancio totale dovrebbe essere nell'ordine di 100 milioni di dollari all'anno per i prossimi due anni.
A qualcuno alle NU, raddoppiare il bilancio del Tribunale sembrera' un aumento esorbitante. Pero' bisognerebbe pensare al denaro che potrebbe essere risparmiato dalla UNPROFOR. Il bilancio della UNPROFOR per il 1995 era di oltre 1.67 miliardi di dollari. Si stima che la nuova forza di reazione rapida delle NU costera' altri 300 milioni di dollari per sei mesi. Finanziare con 100 milioni di dollari all'anno i tribunali sui crimini di guerra, sia quello sulla ex Yugoslavia che quello sul Rwanda, significherebbe l'equivalente di quanto la UNPROFOR spende in meno di 20 giorni. Un notevole sforzo sara' necessario per mobilitare il sostegno internazionale per un appropriato finanziamento del Tribunale. A favore del Tribunale torna almeno il fatto che esso conosce chi sono i criminali di guerra.