Sul quotidiano romeno "Ziua" e' apparso, oggi, un'altro articolo sulla scomparsa di Andrea e sui fatti ad esso connessi, come l'aggressione a Khramov. L'autore e' Grigoriant.
La traduzione dal romeno e' di Mihai.
L'ho inserisco (solamente) in questa conferenza, piucchealtro per dovere di informazione, ma l'articolo non aiuta certamente.
Personalmente sono e rimango convinto - fino a prova contraria - della tesi dell'aggressione a scopo di rapina.
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"ZIUA", Bucarest, mercoledì 11 ottobre, pag. 5.
I recenti assassini politici in Russia (II)
Il KGB "e' stato attento" con i difensori di Ilascu
Mosca non ha avuto mai la dignita' ed il coraggio di guardare negli occhi i suoi avversari. Si e' pensato, per moltissimo tempo, che si fosse trattato di una malattia stalinista, una malattia destinata a finire con il sistema comunista.
Sfortunatamente, la caduta della Cortina di Ferro ha permesso la nascita di un altra cortina, dietro alla quale si ripete la stessa partitura, quella del crimine politico. Serghei Gregoriant, presidente della Fondazione Glasnost di Chisinau, ha intrapreso una coraggiosa iniziativa offrendo un interessante materiale al giornale "ROMANUL LIBER", materiale che parla dell'attivita' meno conosciuta della Polizia politica di Mosca.
Una sparizione misteriosa
di Serghei Gregoriant
La morte di Andrea Tamburi, italiano, militante del Partito Radicale Transnazionale, e' avvenuta il 22 febbraio 1994. Tamburi, attivo nella sezione russa del partito, faceva parte della squadra di difensori di Ilascu e aveva buone relazioni con il Parlamento di Chisinau. L'ultima volta che e' stato visto si trovava insieme con sua moglie, vicino all' ospedale Seremetiievski (a Mosca), intorno alle 2.00 di notte. Nessuno sa' cosa sia accaduto successivamente. Per tre giorni la polizia, gli ospedali e la morgue hanno dichiarato di non sapere niente. Il quarto giorno, dopo che l'Ambasciata italiana aveva espresso la sua preoccupazione, e' stato dichiarato che Tamburi era morto, e che il suo copro si trovava all'ospedale Sklifosovski. Nel certificato medico-legale si affermava che Tamburi era stato investito da una macchina, tre giorni prima. Nella sua tasca era stato ritrovato il suo passaporto italiano ed altri documenti. L'ospedale e la polizia non hanno potuto spiegare il perche' del suo ricovero e le cause
della sua morte sono state nascoste perche' erano state date delle risposte false.
La sorpresa della contro perizia medica
Tamburi aveva i piedi ingessati ed il suo corpo, in questo stato, mandato in Italia. La contro perizia medica ha scoperto degli elementi stupefacenti: anche se si trovavano nel gesso i suoi piedi erano intatti; e' stato scoperto che la causa della morte e' stato il colpo ricevuto alla testa con un corpo duro, colpo venuta da dietro. La Polizia di Mosca, in questa maniera, e' stata obbligata ad ammettere che non si e' trattato di un incidente stradale, ma che Tamburi e' stato ucciso. Non si e' scoperto poi chi ha ordinato alla polizia di emettere uno falso certificato e chi ha ordinato ai medici di mettere nel gesso i piedi - intatti - di Tamburi.
Il prezzo del silenzio
Un anno dopo ha conosciuto l'ospedale anche il leader radicale russo, Nikolai Khramov. Il suo incidente somigliava moltissimo con quelli messi in scena, durante l'epoca di Breznev, contro i dissidenti. Mentre rientrava a casa una donna, che sosteneva di essere in pericolo, gli ha chiesto l'aiuto. All' improvviso un uomo ha incominciato a colpirlo con una bottiglia sulla testa gridando che "non si protegge cosi' una donna". Khramov ha imparato la lezione. Non ha denunciato niente alla polizia. Non si e' presentato per partecipare allo show televisivo "Il club della stampa", dove doveva parlare della morte di Tamburi.