qualche osservazione:
- indipendenze. Come già detto da altri, giustamente, noi non siamo indipendentisti ne' per l'autodeterminazione dei popoli et similia. Se e quando abbiamo "riconosciuto" determinati paesi cio' e' avvenuto sulla base di criteri squisitamente politici, all'interno di situazioni date e per finalità circostanziali. Quindi non vi sono ne' automatismi ne' criteri di ordine generale. In altre parole sono il partito ed i suoi organi a stabilire e a legittimare politicamente, secondo propri criteri ("proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito radicale"), determinate aspirazioni all'indipendenza.
- quota volontaria. Mi pare che anche qui sia bene evitare dogmatismi vari: occorre stabilire la quota volontaria solo e unicamente dove l'iscrizione al partito sia EFFETTIVAMENTE perseguita, dove cioè abbiamo notizia certa che l'iscrizione in quanto tale ad una organizzazione partitica internazionale possa essere oggetto di persecuzione, a prescindere dalle leggi. Il che credo avvenga davvero solo in pochissimi paesi.
Ad esempio in Serbia, per quanto sia un regime totalitario, l'iscrizione
di per sè non e'perseguita, ne' in diritto nè di fatto. Perciò non concordo con la proposta di Lorenzi di introdurre qui la quota volontaria.
Insomma ancora una volta risulta necessaria una certa duttilità per le differenti situazioni ma soprattutto una conoscenza di fatto.
Propongo infine una drastica riduzione delle -quote volontarie- sia sussistenti che di fresca nomina, o quanto meno di motivarne per ciascun paese le ragioni, al di là del criterio: regime cattivo=quota volontaria.
Di inviare dette ragioni agli organi e di lasciare a loro la decisione.
--- MMMR v4.00unr