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- 19 dicembre 1995
Non è nè una protesta né una richiesta.
Espongo soltanto un problema, che diventa ogni giorno più grave; e grave è davvero.

Nella stanza che io occupo alla sede del Partito, a Roma, non c'è una stampante. E per stampare ongi cosa io . così come Marina, non possiamo che spostarci presso altre postazioni computer munite di stampante. La cosa di per sé è difficile e comporta perdita di energia e di tempo. Assai peggiore - rispetto ad una situazione già molto difficile - è quella di chi, come me, deve necessariamente, forzatamente disturbare e interrompere il lavoro altrui per farsi stampare un file.

Se un normodotato, infatti, può andare a stampare un file presso qualunque computer - e ripeto che già è cosa molto gravosa - uno che non ci vede non può andare a cercare un computer libero, ma deve necessariamente andare a cercare un computer cui stia lavorando qualcuno, chiedere a quel qualcuno di interrompere il suo lavoro, e di stampare il file mio.

E' quello che faccio da mesi, ma la reiterazione non abitua alla umiliazione. Almeno non abitua me. Per stampare un file io devo chiedere un favore, sempre e comunque.

Con le mie macchinette, se al mio computer fosse collegata una stampante, potrei stampare quel che mi pare, con i caratteri che mi pare, i margini che mi pare e tutto il necessario. Ma oggi, in assenza di stampante, devo necessariamente chiedere a qualcuno che stia lavorando di interrompere il suo lavoro e di stampare il file che serve a me.

Ripeto che non è una richiesta, questa, ché richieste a chi di dovere non vanno indirizzate in questa sede. E sono state indirizzate.

E' solo per dire a tutti noi, amici e compagni, quanto sia difficile fare anche le più piccole e stupide cose, che sarebbe facile fare.

Ed è difficile, ripeto, ogni giorno dovere soggiacere alla umiliazione necessaria del chiedere ad altri di fare una cosa che sarei benissimo capace di fare da me.

 
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