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- 24 gennaio 1996
LETTERA E REFERENDUM

Caro Antonio, sono assolutamente d'accordo con te. L'ipotesi del referendum o dei referendum - essendo anzi non ancora dibattiti al congresso o consiglio generale dell'ARA - non sono pensabili senza "un'organizzazione molto forte", come tu scrivi (mi sembra tuttavia, anche una sola organizzazione non basta...). Penso, che questo ente potrebbe essere Scelta Democratica di Russia (quello di Egor Gaidar). Per quanto riguarda i mass media, penso che possiamo contare alla radio "Eho Moskvy", forse anche al quotidiano "Moskovskij Komsomolets" e Moscow News, non so' ancora, non ho parlato concretamente con l'agente responsabile. Almeno, nel testo russo della lettera tutto questo e' stato scritto molto chiaro. Non ho letto bene ancora la traduzione inglese, non so', probabilmente alcuni dettagli sono stati scomparsi?.. Devo vedere con più attenzione.

Quindi, non si tratta ora di apertura immediatamente una campagna larga pubblica a Russia sul referendum. Invece, e' la questione per discutere ("ventilare", come hai scritto) tra i radicali (anche quelli iscritti all'ARA), tra noi, anche con il leadership radicale. In questo senso, spero che anche questa discussione al questo spazio telematico può essere molto utile. In ogni caso, stiamo scrivendo ora insieme con alcuni altri compagni radicali (come Valentina Melnikova) una lettera che contiene alcuni proposte per discutere sulla materia con "i radicali storici", con segretario e tesoriere del partito, vorrei anche sapere che ne pensa Marco.

Ma penso, Antonio, tu dovresti essere d'accordo, che prima di essere proposta a Gaidar o NTV, l'idea deve essere "ventilata" tra noi, radicali, no? Esiste anche un altro problema: senza un idea concreta, senza una proposta - e poi una campagna politica - nel campo del antimilitarismo, non e' pensabile a costruire ARA e quindi mobilizzare le forze nuove al Partito radicale transnazionale. Dunque, la presente lettera di ARA non e' un inizio di una campagna, ma un appello per iscriversi al partito e ARA, per organizzarsi e almeno creare possibilità di discutere le possibile iniziative politiche nel ambito del antimilitarismo, tra cui anche quella referendaria.

Devo dirti, che non ero e anche non sono ora sicuro, che questa spedizione e' un caso ottimo per la lettera di questo tipo. Ma tu sai, e' l'unica possibilità di informare i nostri radicali, di riportare qualche cose dopo molti mesi, dall'inizio del luglio (l'ultimo numero di Transnational, Rest In Peace...). No spedizione postale, no manifestazione pubblica oltre di quelle riunione dei 15-20 militanti moscoviti alla sede. La raggione certamente e' ben conosciuta: non abbiamo i soldi. E chi sa, quando sia possibile fare un altra spedizione? Dopo i prossimi otto mesi?..

Allora, per quanto riguarda la proposta di Maurizio sulla pagina droga/Alina, e' molto utile, secondo me. L'unico obiezione pensabile può essere la pagina (anche per spedire nella stessa busta) sulla campagna "Una Bandiera del Tibet alla vostra finestra". Fra una settimana dopo la spedizione possiamo aspettare i nuovi adesioni alla campagna sulla bandiera. E se facciamo un altro ritardo, non so': sia sempre possibile garantire le bandiere tibetane a Mosca dopo il 15 febbraio, ad esempio?..

 
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