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- 5 marzo 1996
AGGIORNAMENTO BOSNIA-ERZEGOVINA- SARAJEVO 5.3.96
Visita di Sandro Ottoni e Andrea Cavalieri a Sarajevo. Tre giorni.

Scopo della visita era principalmente la consegna della bandiera tibetana alla città, in vista della manifestazione del 10 marzo. Nel contempo abbiamo potuto incontrare iscritti ed amici per realizzare alcune interviste ed una verifica della situazione del post-Dayton.

Ecco una rapida sintesi.

- Situazione civile a Sarajevo/ quartieri serbi

Per gli aspetti della immediata sopravvivenza la città è nettamente migliorata: cibo, luce, acqua, gas, si trovano normalmente. Posta e telefoni, tram e autobus, riprendono lentamente a funzionare. Le maggiori vie di comunicazione sono aperte, controllate dalle forze Ifor e dalla polizia federale (mista: musulmana, croata e anche serba).

Nei quartieri serbi si verifica un esodo massiccio ed organizzato, solo anziani e malati possono rimanere. I serbi vengono spinti direttamente dalla polizia di Kardazic ad andarsene, con varie pressioni fino alla violenza, con una propaganda terroristica antimusulmana. Recentemente si è creata un'associazione serba di opposizione che tenta di organizzare la permanenza in alcuni quartieri, ma con scarsa efficacia.

Scopo dell'esodo non è solo quello di impedire una qualsiasi forma di "contaminazione" etnica, quanto quello di ripopolare villaggi e città musulmane rimasti ai serbi, occuparne le case, in modo da ostacolare il ritorno dei legittimi proprietari previsto da Dayton.

Il governo bosniaco, nei media, da molto spazio all'esodo, invitando a rimanere e tentando di rassicurare, non so con quanta convinzione.

- Situazione generale, aspettative e difficoltà.

Prosegue più o meno nella calendarizzazione prevista il dispiegamento delle forze IFOR e la realizzazione delle condizioni di sicurezza militare necessarie alla riorganizzazione civile.

Ma, mentre il controllo militare, almeno dei confini interni, si realizza con relativa facilità, ben altrimenti appare l'attuazione degli accordi politici/civili previsti a Dayton.

Su questi, che dipendono dall'OCSE, non è stato fatto alcun passo avanti e niente finora autorizza a credere che gli accordi di Dayton (ritorno alle proprie case dei profughi con il ripristino delle condizioni pre-guerra, voto libero e diritto per ciascuno di essere eletto nel proprio comune di residenza effettiva, ecc.) potranno essere attuati. L'accordo sulla carta lascia aperte le due opzioni: effettiva costituzione di una "Bosnia-Erzegovina unitaria" oppure costituzione di due entità sostanzialmente separate (Federazione croato-bosniaca e Repubblica serba). Sebbene quest'ultima continui a prevalere la partita è ancora aperta...

- Quadro politico / elezioni

L'attuale governo della Federazione croato-bosniaca, in carica fino a settembre si limiterà alle emergenze, agli innumerevoli problemi del quotidiano, ad impostare soluzioni per il governo successivo.

Izetbegovic, rimesso in salute, guida sempre saldamente il partito etnico musulmano, SDA, nonché il governo attraverso il suo fiduciario, il nuovo premier Hasanmuratovic. Questo partito è del tutto speculare all'HDZ di Croazia, una struttura di potere e business, autoritaria e nepotistica, ideologicamente riparata dietro un islamismo di facciata.

Silajdzic, ex-premier, ha rinunciato al reincarico sia per dissensi con il partito SDA sia per rendersi libero in funzione delle presidenziali alla quali dovrebbe correre contro Izetbegovic. Silajdzic sta inoltre organizzando un nuovo partito di impostazione antinazionalista ed antietnica, nel quale dovrebbero confluire, assieme a settori bosniaci anche dell'SDA, organizzazioni sia croate che serbe (il Consiglio croato, di Ivo Komsic, che rappresenta a loro dire i due terzi dei croati di Bosnia, ed il partito liberale serbo di Banja Luka). Questo nuovo partito verrà presentato tra una decina di giorni. (Allo stato pero' non si esclude nemmeno che l'operazione sia invece una manovra per riconquistare spazio nella stessa SDA...)

Difficile valutarne le prospettive elettorali, certamente comunque Silajdzic gode ancora di grandissima popolarità.

Le elezioni saranno certamente un banco di prova decisivo per l'accordo di Dayton. Dall'enorme numero dei profughi, di tutte le etnie, i partiti nazionalisti trarrano un prevedibile vantaggio elettorale, agitando i temi della separazione etnica, dell'intolleranza, del ritorno a casa o della vittoria mutilata, ecc.

In tali condizioni appare decisiva la questione del controllo dei media e della televisione. Come in Croazia anche qui il governo non consente l'iniziativa privata se non a livello locale e blocca i tentativi di creare reti televisive indipendenti.

Studio 99, radio e tv, finanziato dall'UNESCO, sta tentando assieme ad altre tv locali la creazione di un network ma non ottiene le concessioni necessarie, anzi sono oggetto di intimidazioni e di atti terroristici come l'incendio degli impianti di trasmissione avvenuto alcuni mesi orsono.

- Contingente italiano

In un incontro con un ufficiale italiano, abbiamo appreso in via riservata, dato che non è autorizzato a rilasciare interviste, che le condizioni di vita dei soldati italiani sono pessime. Costui, assai risentito con i nostri politici, ci ha confermato che agli italiani sono state assegnate le zone peggiori, più pericolose, che gli alloggiamenti sono disagevoli e che le paghe sono ridicole (sia in confronto con le altre truppe sia in assoluto: 2.600.000 mensili per un soldato scelto, in zona di guerra, laddove in Somalia anche un soldato di leva percepiva almeno 6 milioni al mese).

Lui stesso evidenziava la sproporzione tra la tassazione richiesta per la Bosnia in Italia (benzina, ecc.) e l'uso effettivo che ne risulta.

CONCLUSIONI

Nonostante la grande instabilità che permane vi sono elementi per iniziative specifiche:

- Interventi in sedi europee per sostenere (risoluzioni, ecc.) l'opzione "Bosnia-Herzegovina unitaria".

- In vista delle elezioni in Bosnia (da giugno a ottobre, a seconda delle condizioni di pacificazione):

* ottenere un nostro accredito presso l'OCSE come soggetto osservatore (in quanto NGO);

* intervenire sulla questione della libertà di informazione in tutta la Bosnia;

* consolidare il rapporto con Silajdzic ed il suo partito.

- Tv Studio 99 (tramettono 24 ore su 24) ci offre spazi gratutiti di emissione di video cassette sul Partito radicale (congressi, consigli federali, manifestazioni., ecc.) anche in italiano ma preferibilmente in lingua, laddove esistesse l'interpretazione... Occorre riversare da U-Matic in Beta i materiali d'archivio di Canale 66 e spedirli a Sarajevo (costi 8 ore circa 1 milione). Cavalieri è disposto ad occuparsene.

- La questione del contingente italiano, penalizzato e maltrattato, e delle tasse italiane pro-Bosnia deturnate, può avere un utilizzo italiano;

- Campagna iscrizioni: la recente apertura dei servizi postali ci consente finalmente la preparazione di un mailing sia parlamentare che ordinario. In questa breve visita abbiamo raccolto 12 iscrizioni tra cui anche un ministro.

Incontri effettuati:

- Zelic Vice-sindaco Sarajevo

- Kulenovic e redazione Radio-TV 99/ iscritto PR

- Ministro senza portafoglio Despotovic (affari economici)/ iscritto

- iscritti vari

 
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