Bruxelles, 30 agosto 1996
Egregio Signor Sindaco,
il 10 marzo di quest'anno, Lei è stato insieme ad altri 606 suoi colleghi di 25 differenti Paesi, protagonista della campagna "Una bandiera per il Tibet", offrendo in questo modo un segno concreto e visibile di solidarietà con un popolo tra i più oppressi della terra, vittima da oltre quarant'anni della feroce occupazione del regime di Pechino.
Con quella iniziativa, ma anche con una prima manifestazione europea che ha visto oltre 7.000 persone sfilare per le vie di Bruxelles il 10 marzo scorso, con delle risoluzioni parlamentari che, per la prima volta, hanno denunciato l'invasione e la successiva occupazione del Tibet da parte della Repubblica Popolare di Cina - approvate in questi ultimi dodici mesi dal parlamento europeo, tedesco, lussemburghese e belga - l'Europa ha dimostrato, dopo decine di anni di silenzio, che la sorte dei tibetani e la salvaguardia delle tradizioni e della millenaria cultura del Paese delle Nevi, sta diventando sempre di più anche una sua responsabilità politica e civile.
Quest'anno, abbiamo deciso, d'intesa con il Governo tibetano in esilio ed in collaborazione con molti gruppi di sostegno al Tibet, di riproporre questa iniziativa, non più soltanto ad alcune migliaia di Suoi colleghi di alcuni Paesi come nel 1996, ma a decine di migliaia di Sindaci, in decine di Paesi in Europa, America, Africa, Asia e Oceania. Questo ambizioso e difficile progetto si pone l'obiettivo di vedere sventolare, il prossimo 10 marzo, la bandiera tibetana su almeno 3.000 pennoni comunali nei 5 continenti.
Parallelamente e sempre insieme ai gruppi di sostegno al Tibet, abbiamo convocato a Ginevra, sede della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite, per domenica 9 marzo 1997 la seconda manifestazione europea per la Libertà del Tibet.
Con lo scopo di dare ancora maggiore visibilità a questa campagna internazionale che dovrà concretizzarsi nel 1998 con una iniziativa nonviolenta di massa, un vero e proprio Satyagraha di gandhiana memoria, stiamo anche lanciando una campagna perché in migliaia di città del mondo, una piazza o una via venga dedicata alla causa tibetana.
Molti ordinamenti comunali non consentono tuttavia di utilizzare per questo scopo il nome di una persona in vita, come per esempio Tenzin Gyatso, l'attuale Dalai Lama, oppure Gedhun Choekyi Nyima, il giovane Panchen Lama rapito dalle autorità di Pechino, e quindi pensiamo che una possibile ipotesi possa essere quella di proporre la dizione "Dalai Lama" o "Panchen Lama" in quanto istituzioni del Tibet, oppure "via" o "piazza Tibet libero".
Confidando che Lei desideri confermare il 9 ed il 10 marzo 1997 la Sua adesione alla campagna "Una bandiera per il Tibet" e che possa anche proporre al Suo Consiglio comunale l'iniziativa "Una piazza per il Tibet", La preghiamo di accettare, Signor Sindaco, i nostri più affettuosi saluti.
Olivier DUPUIS
Segretario del Partito Radicale transnazionale
Deputato al Parlamento europeo
PS.1. Ogni dieci giorni pubblichiamo un bolletino di informazione sulla campagna "Libertà per il Tibet - Democrazia per la Cina" che mandiamo gratuitamente o via fax o via posta elettronica. Per riceverlo, è sufficiente mandare un messaggio in tale senso, specificando il suo numero di fax o di posta elettronica, a: Partito Radicale - c/o Parlamento europeo - REM 5.08 - Rue Belliard 97 - 1047 Bruxelles - Tel. +32-2-230.41.21 - Fax. +32-2-230.36.70
PS.2. In allegato:
a. elenco completo dei sindaci che hanno aderito alla campagna 1996 "Una bandiera per il Tibet";
b. modulo di adesione alla campagna 1997 "Una bandiera per il Tibet";
c. cartolina per la liberazione del Panchen Lama.