Davide Tutino
Roma, 16 Settembre 1996
Caro direttore,
come già sai ho oggi preferito rinunciare a tenere la inconsueta trasmissione sull'esperanto, in cui avrei altrimenti sentito la necessità di leggere questa lettera.
Per tacere di altro: non solo accade, come accade immancabilmente, che ogni qual volta c'è da inserire in palinsesto una novità essa prende il nostro posto tra i tanti possibili.
Così che una radio che trova il tempo e gli spazi davvero per tutto finisce poi per mancare regolarmente di rispetto e verso quegli ascoltatori che continuano a non venire mai avvertiti nè della nostra presenza nè della nostra assenza, e verso quei compagni la cui esistenza ed il cui lavoro per l'attuazione di una campagna del Partito vengono negati.
Non solo, dicevo accade questo, ma oggi accade anche ed ancora senza nemmeno giustificabili motivi di palinsesto: viene ora inserita un'altra rubrica che farebbe slittare la nostra ad una fascia oraria ad ascolto zero, nella quale sarebbe inoltre condannata a non tenersi affatto nel caso di prevedibilissime e prevedute trasmissioni dalla Camera.
Non ho letto questa lettera in diretta radiofonica perchè sono disposto a credere che le benvolenze a me rivolte ogni qual volta sembrassi non occuparmi di esperanto non fossero complicità, e che se di queste scorrettezze non ci si era finora resi conto vi si ovvierà immediatamente. Allora la trasmissione riprenderà.
In caso contrario non intenderei rendermi complice di un così scortese, scorretto, inadeguato, superficiale trattamento riservato ad una battaglia rivoluzionaria.