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- 25 ottobre 1996
Caro Marco, Roma, 25 ottobre 1996

mi dispiace disturbarti con questa mia, ma ti prego di avere la pazienza di leggerla.

Mi risulta che nell'ultima riunione tenutasi al partito Danilo Quinto abbia dichiarato che:

- le mie 'dimissioni' dal Tesseramento non sono state motivate da difficolta' di rapporti con lui;

- le motivazioni delle suddette dimissioni erano invece di carattere essenzialmente politico (miei dissensi sulla linea politica del Movimento), tant'e' vero che per il '96 non mi ero iscritto ne' al Partito ne' al Movimento.

Mi risulta anche che, a commento di queste sue dichiarazioni, tu avresti commentato (piu' o meno): anche con Lorenzi e' successo lo stesso che con gli altri: finche' era militante andava tutto bene, poi appena ha preso un po' di rimborso sono cominciati a sorgere problemi, non si condivide piu' eccetera.

Se quello che mi e' stato riferito e' vero (a parte la testualita', ovviamente...) mi sento obbligato a fare alcune precisazioni.

Ti chiedo scusa se non saro' breve, ma mi pare inevitabile.

Sono elettore radicale dal 1975 (De Cataldo al Comune di Roma), militante 'tavolinaro' dal 1977 (gli otto referendum, poi l'A.R.E., poi gli altri referendum eccetera). Nel 1989, considerando come si stava evolvendo il Pr, decisi che il migliore aiuto che potessi dare era quello di mettere a disposizione del partito le mie (piu' meno grandi) competenze professionali e iniziai la mia militanza al Tesseramento. Nell'aprile del 1994, avendo avuto la 'fortuna' di diventare uno degli ultimi baby-pensionati d'Italia, la mia militanza passo' dal part-time al tempo pieno.

Nell'aprile del 1995 ci fu il Congresso del Partito. La conclusione (rispetto alla scelta del Tesoriere) non mi trovo' d'accordo. Fui uno degli 81 elettori di Busdachin (cioe' di Luca Frassineti, che reputavo uno dei migliori acquisti fatti dal partito). Tornato al partito dichiarai pubblicamente (in Agora', conferenza segreteria pr) e personalmente a Danilo Quinto che non lo ritenevo la persona adatta a svolgere il compito di Tesoriere e che non avrei collaborato con la Tesoreria del Pr. Poi accadde che Gianni Betto, Luigi Cimino, Daniela Cacace e Simone Zaccagnini (cioe' il Tesseramento al completo) lasciarono il Tesseramento. Se me ne fossi andato anch'io il Tesseramento avrebbe semplicemete chiuso. Per senso di responsabilita' verso il Partito, decisi di forzare le mie convinzioni e rimanere; cosi' dal primo maggio del 1995 mi ritrovai da solo a gestire un Tesseramento vuoto.

Non voglio farla lunga su quello che e' stato questo anno e mezzo: ognuno puo' giudicare dai fatti. Io posso solo dire che ce l'ho messa tutta. La maggiore difficolta' e' stata sempre quella della mancanza di risorse, sia umane che di mezzi. Per il Tesseramento non ci sono mai stati soldi. Chiesi per due volte (novembre 95 e primavera 96) al Tesoriere una persona che coprisse il pomeriggio, visto che, oltre me, non c'era nessun altro e che con la mia terza mano dovevo anche azionare l'apertura della porta d'ingresso. La persona mi fu negata: mancanza di fondi. Per non parlare delle macchine. Era un lamento continuo da parte di tutti sul fatto che le stampanti non funzionavano, che i computer erano lenti, ma quando facevo presente che l'unica, ovvia, soluzione era spendere qualche lira, tutti improvvisamente tacevano. E poi dovevo sorbirmi Dentamaro che in riunione diceva che il Web non entrava al Partito per una mia opposizione ideologica!

Ma questo tipo di problemi non mi hanno mai spaventato e credo anche di essere riuscito a risolverli abbastanza bene.

Il vero problema, come temevo, e' stato quello dei miei rapporti col Tesoriere. Devo dire che per vari mesi la convivenza e' stata relativamente soddisfacente. E non faccio fatica a riconoscere che il merito di cio' stia da ambedue le parti. Quando la ragionevolezza prevale si riesce a gestire qualsiasi cosa.

La situazione e' precipitata nel luglio scorso quando ebbi la malaugurata idea di fare al Tesoriere un'osservazione critica circa la sua gestione del ritorno al Tesseramento dei moduli delle telefonate. Sara' un caso, ma da quel momento i suoi atteggiamenti e i suoi comportamenti nei miei confronti peggiorarono di giorno in giorno fino a diventare insopportabili. Il mese di settembre e' stato costellato di scenate: nel salone, al Tesseramento, nei colloqui a due. Per non parlare delle sempre sua maggiore ingerenza nelle questioni interne di gestione del Tesseramento, spostando persone e poi lamentandosi che il Tesseramento restava scoperto.

Nell'ultima, penosa e spiacevolissima, discussione avuta col Tesoriere gli dissi chiaramente che non riuscivo piu' a sopportare il suo atteggiamento nei miei confronti, che reputavo del tutto assurdo e ingiustificato; al che egli mi chiese esplicitamente di trarre le conseguenze di quello che avevo detto. E con queste parole ebbe termine la discussione.

Pochi giorni dopo, il 27 settembre, comunicai al Tesoriere l'interruzione della mia collaborazione dal partito, con il seguente messaggio personale inviato tramite Agora':

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Al Tesoriere del PR

Reputando altamente insoddisfacente la situazione venutasi a creare ultimamente, mi risulta assolutamente impossibile continuare a prestare la mia opera al Tesseramento.

Mi vedo quindi costretto a comunicarti la mia decisione di interromere il rapporto di collaborazione attualmente in corso.

Rimarro' in sede il tempo strettamente necessario a completare eventuali lavori in sospeso.

Giuseppe Lorenzi

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Non e' un caso che usai la dizione "situazione altamente insoddisfacente"; grave, ma comunque generica. Contestualmente alla decisione di andarmene - che dopo anni di vita al partito non e' stata, come potrai facilmente immaginare, ne' facile ne' piacevole - presi infatti anche quella di non farne un "caso", di non prendermela con nessuno e di cercare di mantenere con tutti, Tesoriere compreso, il miglior rapporto possibile.

Pensai che questa fosse la soluzione migliore, non tanto per me quanto per il partito tutto.

Evidentemente sbagliavo.

Il Tesoriere non ha pensato di meglio che attribuire tutta la responsabilita' dell'accaduto a miei dissensi politici, aggiungendo a prova di cio' la mia mancata iscrizione al Pr e al Movimento.

A questo proposito, ti comunico che sono regolarmente iscritto al Movimento sin dal gennaio '96, mentre l'iscrizione al partito la stavo facendo 'a rate', per miei problemi economici, e al 20/10 avevo versato L. 200.000. L'ho completata il 21 scorso (totale: 400 mila lire).

E' vero - e non ne ho mai fatto mistero con nessuno, nemmeno con Quinto - che non ho condiviso la conduzione della campagna elettorale del Movimento. Credo che sia lecito non condividere qualcosa e credo anche di non essere il solo a pensarla cosi'.

Dubbi e perplessita' sulla politica radicale ne ho avuti altre volte - da rimborsato o meno - e ne avro', credo, ancora.

Ma ti assicuro che le motivazioni 'politiche' hanno inciso davvero poco nelle mie decisioni.

Spero di essere riuscito a chiarire quale sia la mia posizione e il mio stato d'animo.

Spero soprattutto che, alla luce di quanto sopra, tu riveda la tua opinione su di me, alla quale - come immaginerai - tengo molto e che mi ha molto amareggiato, soprattutto perche' ho visto come siano stati sufficienti pochi minuti di parole in liberta' di qualcuno per azzerare una intera storia di lavoro e di militanza.

Un abbraccio

Giuseppe

PS: inseriro' questa lettera nella conferenza segreteria pr di Agora', piu' che altro affinche' rimanga agli atti.

 
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