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- 9 gennaio 1997
Soldi e Partito Radicale

Sono urgenti alcune annotazioni, e sarebbero urgenti alcune risposte, nonostante in sedi ben più aperte di questa domande precise non abbiano trovato risposta alcuna, e anzi abbiano trovato risposte che qualcuno meno proclive di chi scrive al sorriso avrebbe potuto giudicare mendaci e financo beffarde , certo nella massima buona fede, come tuttora penso e credo.

- Quelli che vengono chiamati rimborsi sono giunti in questi giorni tutti insieme- Pur nella pochezza della mia abilità e conoscenza delle questioni contabili e finanziarie, e affidandomi alla sola capacità della diligenza medio-bassa cosiddetta del buon padre di famiglia, mi sembra di potere dire che forse un travaso di così relativamente ingenti quantità di denaro dalle casse del partito ed in unica soluzione non sia del tutto salutare. Ma non me ne intendo granché. Ne sta a me dir questo più di quanto non stia a ciascun bipede umano.

Ma la questione rimborsi non può non imporci di aprire finalmente un dibattito serio, che è politicissimo, come è politicissimo e ci riguarda tutto quanto attiene al denaro e alle risorse, sul metodo del rimborso e sull'intera questione della retribuzione/remunerazione di chi opera nel partito. Perché una cosa è assolutamente certa: se per alcuni mesi alcune persone non hanno incassato nulla e sono sopravvissute, vuol dire che il denaro che viene versato dalla Tesoreria non può considerarsi rimborso. Ma è uno stipendio. Sembra proprio che su questo occorre, ripeto, una riflessione come si deve.

- Per quanto mi riguarda sono stato in ritardo di tre mesi sui rimborsi cosiddetti, mentre gli altri - non so quanti - compagni lo sono stati per quattro. La ragione risiede (lo si sappia a scanso di equivoci) nel fatto che nel mese di aprile non ho assicurato alcuna responsabilità presso il Partito. E ho quindi ritenuto, conseguentemente, di non ritirare alcunché.

- Credo che ciascuno si trovi nella medesima situazione, più o meno. Per quanto mi riguarda sottolineo qualche dato, che è politico, naturalmente.

Le mie condizioni personali mi impongono spese decisamente superiori a quelle medie. O almeno, personalmente spendo decisamente di più di quanto spendessi prima di perdere la vista. Non so quanto sia comprensibile, di primo acchitto. Ma basti pensare che se uno come me risparmia tendenzialmente i soldi per andare al cinema o per visitare un museo, un libro costa invece una cifra multipla del prezzo di copertina, e tutto, tutto costa da tutti i punti di vista somme non superiori, ma multiple che ad un normodotato.

Inoltre, non posso fare a meno di pagare da me una collaborazione personale per lavoro che è esclusivamente di partito.

(A tale proposito sarebbe interessante e indicativo dire qualcosa; sarebbe interessante che ci si chiedesse se ad un compagno fortemente scoliotico si sarebbe per esempio negata una sedia di lavoro non nociva per la sua schiena. O altro. Ma non è questo il momento per aggiungere queste considerazioni; non è questo.) Ma non mi sembra dubbio che si tratti di una scelta voluta operata e confermata reiteratamente. E indubbiamente di una scelta politica.

- Ammesso - e tutt'altro che concesso - che su null'altro una richiesta del genere sia fondata, sembra fuor di dubbio che l'essere per mesi rimasti senza il cosiddetto rimborso vari compagni fa sorgere in capo a quelli una chiara legittimazione a conoscere i motivi anche contabili e le ragioni di tale indisponibilità finanziaria. Ammesso e non concesso, comunque, visto che i bilanci del Partito sono pubblici, per norma statutaria. E questo basta e avanza perché si sappia da parte di tutti i legittimati - i.e. il pubblico tutto - i bilanci e i conti del partito e il loro evolversi. Se ben ricordo, ma potrei sbagliare, gli ultimi bilanci risalgono al Congresso del 1995.

- Nel corso della recente riunione del partito a Roma, tra il 22 e il 23 dicembre, avevo sottolineato come il Partito non avesse bilanci da molti mesi, e che tale circostanza era stata da diversi compagni sollevata in diverse occasioni nei mesi scorsi. Il Tesoriere prontamente mi disse, in quella riunione, che il bilancio sarebbe stato pronto la mattina dopo, la mattina del 23 dicembre. Ma il Bilancio del Partito non è stato pronto né quella mattina, né in alcuna delle mattine o pomeriggi successivi. Invece, i bilanci dovrebbero essere sempre pronti. Immaginiamo che un legittimato qualunque (cioè chiunque: lo Statuto del Partito legittima chiunque, non i soli iscritti, a consultare il bilancio del partito) chieda di guardare il bilancio. Non si potrebbe rispondere, così come non si è risposto a me, o a chiunque altro abbia chiesto di guardare il bilancio.

Ora, se certo sono portato ad escludere recisamente che i motivi per cui il bilancio del partito è celato e con tanta pervicacia risiedono in altro che in ragioni di prudenza, immagino che molti altri potrebbero non essere tanto e tanto pregiudizialmente magnanimi. Saggezza minima consiglierebbe di consentire la consultazione del bilancio, o la sua immediata redazione. quanto meno per evitare sospetti.

Deve a questo punto essere chiaro che eventuali e pure infondati sospetti che investano la contabilità del partito non coinvolgerebbero la sola tesoreria, ma la immagine e financo la identità di ciascun radicale. Del Partito tutto. E occorre quindi che a questi errori o ritardi si ponga mano immediatamente.

- La pubblicità dei conti e delle risorse e dei cespiti è sempre stata non solo caratteristica, ma elemento essenziale della identità del nostro agire comune.

PER QUESTO VA RESO PUBBLICO, E PER QUESTO IL DIBATTITO PUBBLICO SUI SOLDI DEL PARTITO. PUBBLICO. E' UN FATTO POLITICO, E OCCORRE CHE SE NE PARLI.

- Ancora, è assolutamente necessario, ma certo coessenziale alla semplice necessità di una riconquistata pubblicità dei bilanci, conoscere chi siano i redditieri del Partito. Cioè, è necessario sapere - ma ripeto che fa appunto parte del bilancio - chi abbia per mesi patito ritardi nei rimborsi, e a quanto ammontino i rimborsi di ciascuno. Ripeto che si tratta di necessità tanto urgenti quanto banali, e da sempre acquisite alla nostra politica e alle nostre regole interne, e forse pure alle regole fissate dalle leggi.

Ora, io confesso di non sapere come possa concretizzarsi la risposta alla presente reiterazione della richiesta. Nel senso che non so - e non scherzo - come si faccia a chiedere i bilanci del partito. A chi debba chiedersi la loro visione. Non so se questa sia la sede più adatta per avere risposte, visto pure che non serve a nessuno che questa sede serva almeno a registrare assenza di risposte.

Davvero - e non ironizzo - non so. Almeno, dunque, sarebbe ed è necessario sapere se i bilanci esistono - ma già Danilo ha detto il 22 dicembre che esistono; come possano consultarsi.

E questo in questa sede o altrove, insieme al resto se voluto, sono certo troverà risposta.

Con fiducia, oltre che con speranza, buon lavoro a tutti noi. Tanto più in un momento crucialissimo per la baracca quale è questo.

 
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