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- 9 gennaio 1997
PE/Tibet: bozza di risoluzione

Il Parlamento europeo,

A. considerando le moltiplici aperture di dialogo fatte dal Dalai Lama e dal governo tibetano in esilio al governo cinese da quando il Tibet è stato invaso ed occupato dalle truppe dell'Esercito di liberazione del Popolo;

B. considerando in particolare il "piano in cinque punti" rivolto dal Dalai Lama al governo cinese e reso pubblico proprio al Parlamento europeo nel 1988;

C. considerando che queste proposte del Dalai Lama al governo cinese riguardano in particolare la trasformazione del Tibet in zona di Pace, l'interruzione dei trasferimenti di popolazione cinese in Tibet, il rispetto dei diritti della persona e delle libertà democratiche, il rispetto dell'ecosistema tibetano e l'interruzione del deposito di scorie nucleari nel territorio tibetano e l'apertura di negoziati senza precondizioni sul futuro status del Tibet e sulle relazioni tra i popoli cinese e tibetano;

D. considerando che il governo cinese non ha mai risposto a queste proposte né tantomeno ha dato segni concreti verso l'apertura dei negoziati senza precondizioni, se non con un incremento della repressione all'interno del Tibet e dei trasferimenti di popolazione cinese in Tibet;

E. considerando le risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961, 2070 (XX) del 1965;

F. considerando le risoluzioni sulla situazione in Tibet approvate di recente dal Bundenstag tedesco, dalla Camera dei deputati belga e dal Parlamento lussemburghese;

G. considerando le sue precedenti risoluzioni sul Tibet del 15 ottobre 1987, 16 marzo 1989, 15 marzo 1990, 12 settembre 1991, 13 febbraio 1992, 15 dicembre 1992, 25 giugno 1993, 17 settembre 1993, 13 luglio 1995, 14 dicembre 1995 nelle quali vengono denunciate le violazioni dei diritti umani in Tibet nonché l'invasione e l'occupazione del Tibet da parte della Repubblica Popolare di Cina;

H. considerando i molteplici ed oltremodo preoccupanti segnali susseguitisi nella Repubblica Popolare di Cina nel corso degli ultimi mesi con particolare riferimento alle intimidatorie manovre militari nei confronti di Taiwan, all'annuncio della soppressione dell'assemblea rappresentativa di Hong Kong ed all'occupazione delle isole Spratleys;

I. considerando la perdurante occupazione da parte della Repubblica Popolare di Cina di una parte del Cachemire e del Turkestan orientale;

J. considerando il recente incremento della repressione delle popolazioni tibetane da parte delle autorità di Pechino e le ulteriori limitazioni alla già pur ridotta libertà di religione;

K. considerando il perdurare del sequestro di Gedhun Choekyi Nyima, il giovane Panchen Lama riconosciuto dal Dalai Lama, da parte delle autorità di Pechino;

L. considerando la feroce repressione che continua ad abattersi sui dissidenti cinesi, in particolare su coloro che, come Wei Jingsheng, sostengono la necessità dell'apertura di un negoziato tra il governo cinese ed il governo tibetano in esilio;

Il Parlamento europeo

1. reitera la sua condanna delle violazioni continue dei diritti fondamentali in Cina, ed in modo particolare in Tibet;

2. esprime il proprio pieno sostegno alla proposta del Dalai Lama dell'apertura di un negoziato senza precondizioni sul futuro del Tibet tra il governo di Pechino ed il governo tibetano in esilio;

3. chiede al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri di adoperarsi in ogni sede competente perché un negoziato senza precondizioni tra il governo della Repubblica Popolare di Cina ed il governo tibetano in esilio sotto l'egida del Segretario Generale delle Nazioni Unite, inizi al più presto;

4. chiede al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri di utilizzare tutti gli strumenti in loro possesso per far iscrivere all'ordine del giorno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la questione dell'occupazione del Tibet e della sua decolonizzazione;

5. chiede al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri di adoperarsi perché Gedhun Choekyi Nyima, il giovane Panchen Lama, e la sua famiglia vengano libertati e possano ritornare in Tibet;

6. chiede al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri di chiedere alle autorità cinesi competenti la liberazione del dissidente cinese Wei Jingsheng e l'apertura di un nuovo processo in presenza di osservatori internazionali;

7. Incarica il Suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai Parlamenti dei Paesi membri, ai governi della Repubblica Popolare di Cina, dell'Unione Indiana, della Republica di Cina (Taiwan), al Dalai Lama e al governo tibetano in esilio e al Segretario Generale delle Nazioni Unite.

 
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