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- 29 aprile 1997
ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DAL SENATO ITALIANO IL 29 aprile 1997

Il Senato,

tenuto conto:

che la popolazione tibetana ha conservato nella storia una propria identitß etnica e culturale, ed una visione religiosa maggioritaria (accanto ad una espressione minoritaria rappresentata ancor oggi dalla religione Bon) che ha fatto del buddhismo lamaista un'esperienza originale rispetto al pi· generale credo buddhista che, insieme a Taoismo e Confucianesimo, ha impregnato la societß e la cultura cinesi;

che, proprio in forza di questi suoi caratteri originali, il Tibet ha sempre goduto di un'ampia autonomia politica ed amministrativa, sia in seno all'impero cinese, sotto la dinastia Quing, che come patria di una delle cinque maggiori etnie (simboleggiate dai cinque colori della allora bandiera nazionale) su cui si fondava politicamente la prima repubblica cinese;

che gli imperativi del processo di modernizzazione in atto in tutta la Cina possono portare in Tibet, insieme agli innegabili benefici economici e sociali, anche a negative ripercussioni su un ambiente naturale e su stili di vita che rappresentano il cuore della identitß culturale e religiosa tibetana;

che la lacerazione storica rappresentata dalla rivolta tibetana del 1959 non stata superata, come le ricorrenti turbolenze della regione e le attivitß separatiste all'interno e all'estero dimostrano, rendendo pi· che mai necessaria la ripresa di un dialogo costruttivo tra il Dalai lama ed il Governo cinese;

che, pi· in generale, le autoritß di Pechino hanno condotto una forte politica di omogeneizzazione su tutto il territorio anche attraverso un massiccio invio di rappresentanti governativi,

impegna il Governo:

a farsi interprete presso il Governo cinese, anche nel quadro del dialogo bilaterale sui diritti umani, delle preoccupazioni che anche il popolo italiano nutre circa i rischi di una progressiva perdita di identitß che il Tibet corre concretamente in assenza di misure che garantiscano effettivamente quell'autonomia di cui dovrebbe giß godere;

a sollecitare il Governo cinese a garantire, nell'interesse stesso della stabilitß e del progresso civile del Tibet, il rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle locali collettivitß, esprimendo la disponibilitß del Governo italiano a collaborare con le autoritß cinesi per lo sviluppo del sistema giudiziario e pi· in generale delle fonti del diritto della Repubblica Popolare Cinese;

a sollecitare, in ogni utile occasione, il Governo cinese a riprendere il dialogo con il Dalai Lama di cui appoggia l'impegno, per avviare un costruttivo processo che porti ad una pacifica composizione delle attuali profonde divergenze, ripristinando la libertß culturale e religiosa del popolo tibetano, nonch la sua autonomia e il rispetto dei suoi esponenti;

a rappresentare al Governo cinese, nelle sedi opportune e nelle occasioni che si presenteranno, il vivo auspicio del Governo italiano per il pieno rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo nel Tibet con particolare riferimento al bambino Gedun Chochey Nijma, alla sua famiglia a tutti coloro che, per motivi politici e religiosi ne sono stati privati;

ad operare in tal senso in tutte le sediinternazionali competenti, a cominciare dalla prossima commissione diritti dell'uomo delle Nazioni Unite.

 
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