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- 4 maggio 1997
INCONTRO OGGI POMERIGGIO CON OLIVIER E DANILO

3 maggio 1997

Richiestone questa mattina, sono stato incontrato oggi pomeriggio dal Segretario Olivier e dal Tesoriere Danilo.

Olivier e Danilo mi hanno informato che è in corso una serie di incontri con soggetti organizzati di area (non so come meglio dire), e che oggi hanno iniziato incontri con individui. Per questo ero stato richiesto anche io questa mattina di parlare con loro in giornata.

Questa serie di incontri è funzionale, hanno detto Danilo e Olivier, ad aprire una fase anche di riflessione, che anche attraverso la creazione di una Giunta, rechi alla riorganizzazione e ristrutturazione politica e organizzativa.

Da parte mia ho certo ringraziato per il fatto di essere stato oggi informato di quanto accade da giorni. E poi ho sottolineato che il procedimento mi sembra errato, e disutile: non possiamo - se le urgenze sono quelle - che partire dalla rigenerazione della politica, e poi, o parallelamente, occuparci degli assetti. E credo infatti che questo procedimento dell'incontrare i singoli soggetti e poi gli individui non-in-soggetti sia poco produttivo, quanto meno dal punto di vista dell'interesse, o di chi sia interessato alla rigenerazione e alla ristrutturazione del partito, e dell'area.

A onor del vero lo stesso Olivier ha detto che il procedimento può apparire molto simile, se non identico, al mettere il carro davanti ai buoi. Ho apprezzato da parte mia la consapevolezza, ma proprio per questo capendo ancor meno la utilità del procedimento prescelto e praticato. Posso capirne i motivi, ma non l'utilità. Ed ho dunque insistito a che si proceda subito alla convocazioni di riunioni, a partire da subito, semplicissimamente per riportare i buoi davanti al carretto, cioè per recuperare una impostazione almeno ragionevole di una fase che deve essere in primo luogo di riflessione e di costruzione. Partire dagli assetti piuttosto che da altro è poco costruttivo, e l'ambito di chi non tanto possa goderne, ma possa comprenderne la utilità è giocoforza assai ristretto.

Mi è stato detto da Olivier e Danilo che il problema che osta ad una rapida convocazione di una riunione, o meglio di una serie serrata di riunioni, risiede nelle agende dei due responsabili del partito, i quali non riescono ad incrociare le rispettive agende in modo da trovare tempo per nemmeno una riunione, almeno nei prossimi dieci giorni.

Lungi da me anche il solo pensare che si tratti di una bugia di Olivier e Danilo. Ma almeno due fatti vanno tenuti in considerazione: sono da giorni in corso riunioni di vario genere, con carattere - ho appreso oggi - "istituzionale", al posto delle quali una o più riunioni diversamente concepite sarebbero facilissimamente potute essere convocate, proprio in questi giorni. Gli incontri sono poi concepiti in modo tale da prefigurare esiti, in termini di metodo: ed è evidente. E' per questo, almeno, che mi sembra negativo il modo in cui vengono svolti, cioè il fatto che vengano svolti in questo modo. Negativo perché non insistono sulla preparazione di una necessarissima verifica politica in primo luogo delle ragioni nostre, in funzione di un rilancio. E' questo tanto più urgente e importante stante la circostanza - assai preoccupante per vari versi - del non essere stato convocato mai un Consiglio generale, per esempio.

La densità delle agende di Segretario e Tesoriere è un problema che certo non posso discutere; né io né nessuno. Ma sarebbe bene cercare di trovare il modo per invece consentire la utilità del dialogo e del dibattito aperto a più voci, sedute insieme aad un tavolo. E' questione di utilità per tutti.

Ed è proprio per questo, per sopperire alla densità delle agende di Olivier e Danilo, che almeno inserisco qui il contenuto dell'incontro avuto oggi pomeriggio.

Ma sono assolutamente certo, come ho detto a Segretario e Tesoriere, che se non si riesce da parte di Olivier e Danilo a trovare modo e tempo di riunirci, e credo basterebbe volontà loro per questo, poco utile sarà il procedere come oggi mi si è informato i due stanno procedendo.

Vi è tra l'altro in generale nel partito una necessità di discussione e dialogo, ho sottolineato. E soprattutto sulle linee e le prospettive generali. Ho ripetuto che il procedimento, il metodo individuato è poco utile, proprio perché parte non da dati politici, ma da collocazioni - anche quelle dati politici, naturalmente, ma di altro genere e altra specie.

Ho anche rappresentato il fatto che mi sembra esservi una esigenza, una necessità, una urgenza di compattamento del partito, dell'area, di quel che siamo; esigenza credo condivisa ampiamente. E proprio in questo quadro non ho dubbi che un procedimento diverso da quello che oggi ho visto operare sarebbe utile e necessario; insostituibile. Proprio attraverso il dibattito - di cui credo balzi agli occhi di tutti vi sia carenza - possa compattarsi quanto è necessario compattare, cioè il partito, e la sua politica. Tanto più, appunto, che questa politica va rinnovata, profondamente rinnovata, come ho detto da tempo e come ho ripetuto anche nell'incontro di oggi.

Credo anche che il tempo per convocare riunioni vi sarebbe stato: sarebbe bastato - e basterebbe ancora - decidere di convertire il tanto tempo dedicato agli incontri di cui sopra in un tempo di cui possa farsi tesoro collettivamente. Dando insomma moto ai volani e al volano che ci occorre.

Infine, nel corso dell'incontro mi è stato chiesto cosa intenda io fare, cosa propongo rispetto a collocazioni mie, e a questo proposito è stato anche evocato il fatto della composizione della giunta, rispetto alla quale Olivier e Danilo stanno operrando sulla base di due ipotesi diverse, una delle quali prevedrebbe l'ingresso in giunta dei segretari e dei tesorieri delle associazioni.

In proposito non ho potuto che responsabilmente dire che da parte mia sono come sempre pronto - per il fatto stesso di essere e di fare quel che sono e faccio -a ascoltare ogni proposta, e che certo quando una proposta sorgerà la esaminerò con il massimo di responsabilità, e dedizione. Ma ho pure detto che mi sembra improponibile un quesito del genere, se è una ipotesi e non una proposta, e proposte ovviamente nessuno è oggi in grado di formulare, se prima non si predispone altro, si ridefinisce una strategia. Non capisco perché, ho detto, né come si debba e possa procedere per vie irrazionali, occupandosi di strumenti prima di avere compreso a cosa quegli strumenti debbano servire. Né mi sembra che vi siano in giro compagni famelici di medagliette - cosa che peraltro proprio non sarebbe sufficiente a giustificare l'affanno sugli assetti prescindendo dalle ragioni degli assetti e dalla loro funzionalità.

Se posso permettermi, questo procedere mi sembra colpevole, pure, stante la delicatezza della fase, e stanti le urgenze che abbiamo.

Eppoi, ho pure ripetuto tangenzialmente e sottolineo, nessuna scelta che presuma di riguardare soltanto un soggetto federato o assimilabile può assumersi non riguardi tutto il complesso dei soggetti. Non credo sia difficile convenirne.

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Va detto molto apertamente, da parte mia, che non è possibile non concepire un moltiplicatore della nostra efficacia, e mi sembra difficile passi attraverso la continuazione e addirittura l'accentuazione di un metodo di lavoro che di per sé inibisce la collaborazione, e la nascita di un elemento moltiplicatore tra le individualità. Capisco che per questo occorrono capacità dirigenti forse diverse, o diversamente applicate. Ma occorre trovarle, occorre lavorare per questo, in primo luogo da parte di chi reca responsabilità dirigenti formali. Tanto più che le varie persone in questione dispongono delle qualità individuali necessarie.

Il gioco degli scacchi e il volo sono accomunati da una parola, e da un concetto, almeno: sia volando che giocando a scacchi si può giungere allo stallo. Nel volo, si casca giù; negli scacchi si patta, si pareggia. Non vorrei che sia per questo che prolifera chi evita di volare, o anche di provarci.

Il fattore tempo non è neutro, almeno per chi non vive il suo tempo in una logica dottrinale buddhista. procrastinare certe scelte, e affrettarne altre ha evidentemente un senso, e un nesso teleologico con degli obiettivi. Dispiace che non siano chiari, o meglio espliciti. Dispiace perché si tratta di occasioni perse o di opportunità sprecate. Tanto meno commendevole se si tiene presente che le varie soggettività esistenti nella area non possono - ammesso che queste abbiano da conformarsi come sono ora conformate - non influire sulle altre.

Vi è intanto una cosa che è in corso, sulla quale abbiamo in diversi lavorato già, questo giornale. Sono impegnato, con Massimo e su incarico di Olivier e Danilo, ad operare in questi giorni in funzione della raccolta di iscrizioni di tipo qualificato, in particolare alla fissazione di incontri.

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Ribadisco quindi ovviamente la richiesta formale della convocazione immediata di una riunione tanto ampia quanto la presenza di compagni in italia rende tale ampiezza possibile. Una riunione che apra una serie serrata di riunioni e quindi di riflessioni, e che sia verbalizzata, onde consentire anche a chi non abbia la possibilità di essere presente a Roma in questa fase di almeno seguire l'evolversi della riflessione. Tanto più che alcuni compagni di solito non presenti a Roma sono in questi giorni presenti, ed è occasione da non sprecare. Ancor più se come è necessario tali riunioni e tali riflesisoni devono aiutare le decisioni sulle allocazioni delle risorse soprattutto umane.

Paolo P.

 
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