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- 4 luglio 1997
RIMBORSI, AREE, SOGGETTI

Come è noto sono andato chiedendo per molti - molti - mesi al Tesoriere del Partito l'elenco completo e dettagliato di coloro che ricevono denaro dal Partito in ragione della attività che prestano, e avevo assai presto esteso la medesima richiesta chiedendo mi venissero posti a disposizione i dati relativi anche ai compagni che prestino opera per tutti i soggetti dell'area.

Non ho mai, come è noto, ricevuto risposta, nemmeno un avviso di ricevimento, da parte della Tesoreria del Partito.

Con piacere dò invece atto che da parte di Paolo Vigevano è giunta tempestiva una risposta puntuale ed efficiente a tale richiesta. Nell'ambito della riunione ultima della Direzione del Movimento Pannella, Paolo aveva annunciato che la consultazione di tali dati sarebbe stata accessibile, e concretamente ho avuto la possibilità di consultare con attenzione tutti i dati. Lo dico per darne positivamente atto a Paolo, per il quale è bastata una sola richiesta ad attivare procedure che peraltro appartengono all'ordinamento statutario almeno del Partito Radicale - che precisa essere pubblici i bilanci del Partito. Grazie al Segretario/Tesoriere del Movimento quella parte di tali bilanci è ora divenuta disponibile. Non so se pubblica, ma disponibile a chi voglia consultarla.

Alcuni dati mancano, o mi sono saltati, quali quelli relativi ad alcuni redditieri, o ad interi soggetti, come quello di Bruxselles. Ma non dubito potrò consultare anche quelli. Come sono certo potranno farlo altri.

Nel merito delle cifre, nel merito del denaro corrisposto ai singoli certo alcuni dubbi sono per me sorti. Dubbi tutti di carattere politico, che non dubito - e non lo dico perché non sono attrezzato a valutazioni specifiche - le cifre rispondano al vero.

Ma certo la disomogeneità delle forbici tra remunerazione netta e remunerazione lorda; le troppo multiformi modalità di remunerazione; l'esistere categorie quali STIPENDIO, RIMBORSO DI TIPO A e RIMBORSO DI TIPO B impongono un approfondimento, per quanto mi riguarda esclusivamente politico. Come è politico e in quanto tale del tutto aperto un punto che mi riguarda, quello per cui viene considerata retribuzione a me quanto corrisposto alla persona che mi aiuta, che per mesi ho pagato io personalmente, e che ora viene pagata dal partito. Evoco questo caso per il semplice motivo che mi permetto di evocare soltanto il caso che riguarda me, e per sottolineare che questa modalità di contabilizzazione tende - mi sembra - a rendere omogeneo quel che omogeneo non è, e disomogeneo ciò che disomogeneo non è.

Sarà o dovrà essere oggetto di discussione politica la ragione per cui per esempio il divario tra retribuzione netta e retribuzione lorda equivalga talvolta a un quinto della somma, e altre volte a un sessantesimo, nonostante si sia nell'alveo delle retribuzioni non derivanti da contratto di lavoro dipendente.

Balza agli occhi una sperequazione notevolissima tra i vari trattamenti economici. Notevolissima e profonda. Con punte - non rarissime - che in termini di entità meravigliano.

Ma io credo che il punto sia politico, esclusivamente politico.

Non è piu' procrastinabile una riflessione, e un dibattito a partire da un punto, che è quello della soggettività della e delle entità che partecipano a quella che si definisce area.

La sperequazione dei vari redditi non vale tanto in sè, ché sarebbe moralismo di bassa lega, e elemento impolitico. La sperequazione rileva e ha valore perché produce una conseguenza molto precisa, che è l'assemza di criteri politici in base ai quali la remunerazione o retribuzione dell'individuo con incarichi o responsabilità politici viene assegnata.

Non dico, qui e ora, che debba esservi regola identica per tutti, criterio identico per tutti. Assolutamente no, e non credo sia questa la fase o il momento in cui così impostare la riflessione e il dibattito.

Il punto è altrove.

La sperequazione nell'ambito dell'area presuppone, o almeno palesa l'essere la entità della remunerazione fondata sulla contrattazione individuale e diretta.

Nemmeno questo sarebbe di per sé un vero problema, se fosse regola nota e chiara - e purtroppo, almeno per ora, notorietà e chiarezza non mi sembra vi siano.

Il problema vero - e profondo, pure desruente di una identità - sorge quando le parti contraenti non sono individuabili.

Nel caso dell'area ciò è drammaticamente chiaro.

Se discendesse da scelte politiche chiare, l'essere soggetti di contrattazione il singolo compagno, da una parte, e un soggetto dell'area, dall'altra, i due contraenti sarebbero chiari, individuati.

Nel caso dell'area, che è il caso nostro, la opzione per la contrattazione diretta fa sì sorgere la entità dell'individuo che contratta, ma dall'altra parte non consente la individuabilità del secondo contraente.

La contrattazione diretta che esiste nell'area, tra l'altro in condizione di non notorietà dei singoli cespiti trattati, afferma in se stessa la disomogeneità dei criteri. Questa può essere un criterio.

Ma se è questo il criterio, quello della contrattazione diretta, non è dubbio e non può essere messo in dubbio il fatto che esistono due parti. Due parti contraenti: l'individuo, e l'altra cosa. Può farci storcere il naso, ma la situazione di oggi è questa, così è andata conformandosi.

Il punto è questo: quale è la parte con cui gli individui contrattano?

Non le tesorerie dell'uno o dell'altro soggetto, visto che avvengono spostamenti di somme tra questi, sia pure provvisoriamente, ma che quanto meno anno come propria conseguenza reale e concretissima la sospensione della remunerazione per un certo periodo, o dichiarata a tempo indeterminato.

Che cosa è la parte con la quale gli indnividui contrattano?

Se vi è un'area, che conosce, e detiene, gli individui chiave della quale conoscono e detengono e gestiscono i conti; e se vi è un'area, questa medesima, in cui ci si riunisce informalmente essendo gli stessi individui a riunirsi, pur per discutere su temi diversi e in sede di soggetti politici diversi, cosa è il gruppo dirigente, e cosa dirige? E, pure, quale ne è la legittimazione?

Ma qui e ora, con chi trattano gli individui le loro retribuzioni? quale è la controparte degli individui nella contrattazione? Da che trae, questa, la sua legittimazione? Da uno statuto? Da negozi giuridici? Dalla leadership di Pannella, o dal suo potere cogente?

Da cosa?

Tutto può dirsi di queste considerazioni, meno che esse siano astratte. Vivono invece nella quotidianità nostra. E hanno prodotto un NOI che è pericoloso. Un NOI stabile, che è dato, e che rischia di smentire la strumentalità che è invece fondativa di ogni soggetto organizzato nella storia nostra.

Sia chiaro, e lo ripeto per evitare equivoci o malevolenze infondate, che quel che occorre è una riflessione su questi punti. Il punto e i punti dei quattrini sono centrali, mi sembra, o almeno mi sembra lo diciamo e rivendichiamo.

Farà ridere, e faccia pure ridere: nella logica nonviolenta, pragmatica, empirica, nel poieo della "poesia" nonviolenta, la strumentalità del soggetto politico ha con la azione politica la stessa relazione che l'individuo agente ha con la medesima politica. Che è relazione tanto libera quanto strumentale. E dunque, se un violento che non sia scemo o suicida pone la massima attenzione al perfetto funzionamento del proprio fucile o della propria bomba, a che non lo tradisca, allo stesso modo il combattente non violento e nonviolento che non sia irragionevole porrà attenzione agli strumenti di cui si dota, alla loro forza, alla loro efficienza, alla forza e alla efficienza del soggetto che e in cui si organizza, e alla propria persona, anche a questo strumento del proprio agire.

E la forza e la efficienza dell'arma persona che si è - se lo si è - derivano anche dalla credibilità e dalla reputazione, dalla identità della stessa.

E se da questo togliamo l'aggettivo nonviolento, il discorso non cambia di una virgola.

Se avremo la capacità di aprirci, di estendere la riflessione e il dibattito, se avremo la capacità di essere modello, paradigma - mezzo e fine insieme, dunque - non potrà che essere di vantaggio a ciascuno.

Anche il solo fatto che non ci si possa oggi permettere di pubblicare, di rendere noti, di affiggere sui muri le cifre di quanto ciascuno riceve in retribuzione è una forte limitazione della forza dello strumento collettivo, e dello strumento di se stesso che è ciascuno di noi.

E non è irragionevole porsi il problema della forza di uno strumento politico e degli individui che lo fanno vivere.

Paolo Pietrosanti

 
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