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- 5 ottobre 1997
Prof. LEE/Re: E.R.A. - Radikala "Esperanto" Asocio

Message-ID: <340CEC59.BA6@esperanto.net>

Date: Tue, 02 Sep 1997 21:49:29 -0700

From: LEE Chong-Yeong

To: E.R.A.@agora.stm.it

CC: O.Dupuis@agora.stm.it, mc8750@mclink.it, uea@inter.nl.net, mfettes@magi.com, amri@vms.huji.ac.il, corsetti@itelcad.it

Subject: Re: E.R.A. - Radikala "Esperanto" Asocio

(Traduzione di Edo Taddei)

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Lo scorso anno (più o meno) il dottor Andrea Chiti Batelli, presidente onorario dell'ERA, aveva inviato una lettera al presidente dell'UEA, LEE Chong-Yeong, lettera che per tutto un anno non aveva avuto risposta. Il 2 settembre scorso l'ERA - a nome di Chiti Batelli - chiedeva di sapere se ci sarebbe mai stata una risposta e, finalmente, questa è pervenuta.

Questo era il testo della lettera di Andrea Chiti-Batelli:

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E.R.A.@agora.stm.it wrote:

ROMO (Italio)

e.r.a.@agora.stm.it

Al presidente dell'UEA LEE Chong-Yeong

Caro presidente, ho letto con grande preoccupazione il comunicato dell'UEA, a firma di Osmo Buller, sul progetto dell'ERA sostenuto finanziariamente dall'Unione Europea.

E' personalmente scoraggiante il fatto che - nell'attuale dimensione, purtroppo relativa, delle forze esperantiste - alcuni degli esperantisti stessi si diano da fare attivamente per screditare altri esperantisti, colpevoli solo di intraprendere iniziative concrete capaci, se portate a buon fine, di raggiungere risultati favorevoli.

La preoccupazione è tanto più forte, nel caso concreto - che non è il solo - per il fatto che, sul progetto "Costi della (non) comunicazione linguistica in Europa", già esiste - come era ed è ben noto all'UEA - un impegno esplicito dell'Unione Europea, e per suo conto della Commissione Europea, a collaborare e contribuire finanziariamente al progetto in questione.

Ecco evidenziarsi l'assurdo, per cui, mentre l'Unione Europea, implicitamente e chiaramente, riconosce l'"adeguatezza" dell'ERA ad effettuare il suddetto progetto, sono proprio gli esperantisti dell'UEA quelli che, sabotando l'iniziativa, mettono in dubbio questa adeguatezza e, addirittura, sentono la necessità di proclamarlo con un apposito comunicato.

Poiché l'approssimativo giudizio di "inadeguatezza" - del tutto generico e senza neanche un tentativo di provarlo con una qualsiasi argomentazione - è evidentemente pretestuoso (affinché non cadiamo anche noi nel generico, indichiamo con l'allegato 1 le iniziative già avviate ed alcuni risultati già raggiunti dall'ERA), si dovranno cercare altrove le motivazioni che spingono l'UEA ad un atteggiamento, già evidenziato in passato, dal quale trae origine anche il suddetto comunicato.

Queste motivazioni risiedono nel fatto che non si è ancora chiarita la divisione dei compiti e delle competenze. E' comprensibile che sia da salutarsi con contentezza, e non con critiche animose, il fatto che, con la crescita del movimento esperantista, si moltiplichino anche le organizzazioni esperantiste, aventi, per cosi' dire, finalità tematiche. Per cui alcune di queste si dedicano alla letteratura, poesia, arti; altre si occupano di aspetti sociali, eccetera.

L'ERA ha scelto il terreno, verso il quale gli esperantisti si sono sempre dimostrati poco sensibili (è il minimo che si possa dire), cioè quello del semplice e netto coinvolgimento politico.

In questa situazione sembra sbagliato, oltreché poco generoso, il fatto che l'UEA pretenda l'esclusiva su ogni iniziativa e che consideri automaticamente come "inadeguate", quelle intraprese da altre organizzazioni.

Al contrario sembra assai più utile, pratico, costruttivo il fatto che, non delegando alcuna competenza a chicchessia, e salvaguardando - come è comprensibile e fuori discussione - il proprio completo diritto ad agire in ogni campo, l'UEA riconosca e consideri con favore che alcune organizzazioni esperantiste si "specializzino" in certi campi e concentri, al contrario, la propria azione essenzialmente - cosa che, lo ripetiamo, non significa "esclusivamente" - nel campo socio-culturale.

Ci permettiamo quindi di suggerire che l'argomento di questa lettera sia seriamente dibattuto, il più presto possibile, dagli organi competenti dell'UEA: cosa che appare tanto più opportuna dal momento che, se al contrario permanesse lo spiacevole atteggiamento sabotatorio di questa associazione, apparirebbe a molti esperantisti - e sarebbe molto negativo - la necessità di scegliere se sostenere solo - o almeno in maggior parte - questa, piuttosto che l'altra organizzazione, e principalmente a reagire, sempre pubblicamente, ai comunicati diffamatori come quello sopra criticato.

Siamo convinti che l'ERA non desideri altro che collaborare all'unico scopo, anelato - in forme e maniere diverse - anche dall'UEA. Desideriamo che quest'ultima organizzazione riconosca questo, e che, anche quando non reputi opportuna la propria partecipazione ad una iniziativa, almeno non cerchi di ostacolarla e di ostacolare coloro che questa iniziativa hanno intrapreso con non poche pene e sacrifici.

Ringraziando per l'attenzione salutiamo con stima,

Andrea Chiti Batelli, presidente onorario dell'ERA - "Esperanto" Radikala Asocio.

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Questa è la lettera di risposta di LEE Chong-Yeong:

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Prof. LEE Chong-Yeong

Shinsegae Town Apt. 5-1001

Soosung-Dong

Taegu 706-031

Corea

Tel. (+82-53) 765-0880.

Fax: 765.0881

Posta elettronica: LEE@esperanto.net

Sig. Andrea Chiti Batelli, presidente onorario dell'ERA,

Caro sig. Chiti Batelli, ho letto oggi la sua risposta datata 1. settembre (1996). Gli uomini sono esseri sociali ed hanno spesso bisogno di buoni strumenti di comunicazione. Io sono del parere che potremo migliorare il nostro interscambio.

Mi dispiace se i nostri comunicati le hanno destato dispiacere, noi volevamo comunicare la nostra opinione solo alla vostra organizzazione, non erano per la pubblicazione.

Allo scopo di stabilire un rapporto di collaborazione con il Partito Radicale transnazionale, io con altri dirigenti dell'UEA, visitammo la signora Bonino, presso il suo ufficio all'Unione Europea, nell'ottobre del 1995. Lei rilascio' alla nostra rivista/organo, "Esperanto", una buona intervista, che noi riportammo nella sua interezza. Visitai anche il sig. Mario Busdachin, presso l'ufficio del PR a New York, nel gennaio 1996. Sulla base di questi contatti invitammo il sig. Olivier Dupuis e il signor Busdachin al Congresso Universale di Praga del 1996. Essi accettarono il nostro invito, parteciparono al congresso ed insieme pianificammo la nostra collaborazione. Secondo l'accordo di allora, stiamo programmando un seminario presso il Parlamento Europeo ed abbiamo fatto una "lobby" presso il Comitato delle ONG delle Nazioni Unite a New York, in appoggio alla proposta del PR relativa all'ordine del giorno "Lingua ausiliaria internazionale" dell'ONU. Insieme al PR abbiamo fondato la "Coalizione delle ONG dell'ON

U per una lingua ausiliare internazionale". Abbiamo una buona collaborazione con il PR.

Al congresso di Praga il sig. Pagano venne con il sig. Dupuis; io gli detti il mio benvenuto e ci scambiammo i saluti. In quell'occasione mi dette una lettera, relativa al progetto "I costi della (non) comunicazione linguistica in Europa" e chiese appoggio ufficiale all'UEA per la sua campagna di raccolta finanziaria.

Quella era la prima volta che si veniva a sapere del progetto, non i particolari ma solo l'idea. Non sono mai stato consultato sul progetto, né ho saputo i dettagli, né la base sulla quale il preventivo e la somma richiesta erano stati calcolati. Per questo io gli risposi dicendo che l'UEA non era contraria al progetto dell'ERA, ma non poteva ufficialmente patrocinarlo. (Abbiamo anche saputo del progetto "Fundapax", ma niente sui dettagli, e fino ad ora non ho visto il resoconto). Questo era, riassunto, il contenuto della mia lettera al sig. Pagano:

"Lo scopo del vostro progetto è di valutare il carico economico sulla U.E. dovuto alla mancanza di una lingua comune europea. Ma noi prevediamo che sarà assai difficile produrre cifre accettabili sui costi della comunicazione linguistica. Anche senza lo studio già sappiamo che i costi sono abbastanza alti (e richiedono una decisione politica per introdurre una lingua comune), ma non facilmente confrontabili con i costi in altre sfere della società. Inoltre dubitiamo che l'ERA (non professionalmente competente in questo campo), dia un quadro idoneo a produrre un resoconto internazionalmente accettabile. Per questo l'UEA non contrasta l'idea di base dello studio, ma non desidera patrocinare il progetto".

Anche se la lettera era indirizzata al signor Pagano, non ho ricevuto risposta direttamente da lui, ma ho avuto modo di vedere qualche suo commento pubblico su alcuni giornali. Sarebbe stato meglio se avessi ricevuto dei commenti, non in forma di "lettera aperta", ma direttamente indirizzati a me o al nostro direttore generale.

Come ho scritto sopra, noi collaboriamo con il PR. Nella mia lettera, io avevo espresso la speranza di vedere il signor Pagano nel corso del Congresso Universale di quest'anno ad Adelaide, ma, purtroppo, non l'ho visto.Con tutto cio', noi restiamo costantemente aperti alla collaborazione con tutte le organizzazioni che sostengono gli scopi della nostra associazione. Noi pero' eviteremo di legare ufficialmente il nostro nome a quei progetti sui quali non saremo stati adeguatamente consultati fino dalla loro fase preparatoria, o a quei progetti la cui amministrazione o i resoconti siano dubbi o poco chiari.

Caro signor Chiti Batelli, noi siamo nella stessa barca, che si chiama esperanto. Dobbiamo cercare di comunicare sempre meglio e più amichevolmente, per il progresso delle cose dell'esperanto, anche se, a volte, non ci troviamo daccordo su certi punti. Io spero che a breve tempo si apra una via per una buona collaborazione fra ERA e UEA..

Spero che lei possa partecipare al prossimo Congresso universale 1998 a Montpellier. Voglio avere il piacere di fare personalmente la sua conoscenza durante il congresso. (Anche il mio nome cattolico è Andrea).

Il dottor Renato Corsetti è adesso impegnato ad organizzare, nel quadro del Congresso, un seminario strategico delle diverse organizzazioni indipendenti del movimento esperantista. Lui potrà darle maggiori informazioni se lo contatterà.

Sinceramente suo: LEE Chong-Yeong, Presidente UEA - Universala Esperanto Asocio.

P.S. - Mi permetta di inviare copia - per conoscenza - al signor Dupuis e ai miei colleghi.

 
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