--------------------------------------------------------------- Cenni di cronaca e qualche considerazione.
Gli ultimi interventi in conferenza E.R.A. mi spingono ad una breve cronaca e a qualche considerazione:
1) Alla fine luglio del 1996 si chiede da parte della Esperanto radikala asocio all'U.E.A. il patrocinio - non un contibuto - al progetto approvatoci dalla comunità europea ritenendo importante che per la prima volta un progetto riguardante la Lingua internazionale fosse stato approvato dalla comunità e che il libro frutto del progetto potesse essere,anche per l'autorevolezza degli autori, un buon strumento di informazione ,soprattutto,ovviamente, per la stragrande maggioranza dei non addetti ai lavori.
2) La risposta e' negativa - non abbiamo chiesto il loro parere preventivo sul progetto - ma quello che e' piu' grave comincia da parte di quella associazione il tentativo di tenere nascosto ai propri iscritti l'esistenza stessa del progetto.
3) Riusciamo a far passare qualche informazione, gli iscritti della Universala Esperanto Asocio cominciano timidamente a reagire: l'U.E.A. risponde non solo affermando che e' del tutto impossibile che l'E.R.A. trovi i finanziamenti necessari ma anche con pesanti insinuazioni sulla fine dei contibuti raccolti , pesanti insinuazioni che colpiscono non solo l'associazione radicale ma anche il metodo e la storia radicale di autofinanziamento attraverso la richiesta diretta e trasparentissima a tutti coloro che è possibile raggiungere.
4)Il progetto , con costi non solamente economici,molto alti
va in porto alla fine di giugno 1997 : la versione del libro originariamente prevista in tre lingue ma in un solo testo, per l'ampliarsi degli interventi esce in tre versioni distinte ( la versione esperanto e inglese non è pronta prima della metà di agosto ). E' un grande successo per l'associazione,potrebbe esserlo anche per il Partito radicale.
5) L'annuario della U.E.A. che contiene tutte le associazioni anche le piu' lontane, anche quelle di carattere politico e che fino all'anno scorso conteneva anche l'E.R.A. , con un provvedimento senza precedenti letteralmente cassa l'associazione radicale.
6) Nella prima metà di luglio ci viene comunicato -peraltro senza alcuna motivazione - che l'U.E.A. non vuole avere rapporti con l'E.R.A. e in particolare con il suo segretario perchè così e' stato deciso nel direttivo (?).Il libro " I costi della ( non) comunicazione linguistica europea" ,caso piu' unico che raro, non viene recensito sulla rivista della Universala Esperanto Asocio.
7) Ai primi di settembre da parte di un esponente dell'U.E.A. viene proposto un forum che raccolga tutte le associazioni, anche quelle con cui la Universala Esperanto Asocio ha avuto contrasti ; all'E.R.A. per il momento non è giunto nessun invito....
Allora si continuerà ancora a lungo a dire - magari nella illusione che annacquando un poco la propria identità di storia e di metodo radicale e non viceversa rivendicandola fino in fondo si acquisteranno preziosi alleati- che il comportamento dell'E.R.A. e in particolare del suo segretario è quantomeno incomprensibile, impegnato in beghe e litigi di cui non si vede proprio lo scopo?
Tuttavia il successo della nostra associazione potrebbe apparire come un vittoria di Pirro che ci costringe in un isolamento totale: spero di avere in un altro momento modo e tempo per comunicare gran parte delle risposte che ci sono pervenute dalle associazioni esperantiste ( non parlo dei singoli) all'invio del nostro giornale:qui mi limito a indicare alcune associazioni e organizzazioni esperantiste che si stanno mettendo in contatto con noi anche per avere "I costi della (non) comunicazione linguistica europea": Esperanto -Centro di Paderborn;Esperanto Asocio de Britio,Associazione esperantista ungherese, Brazila Esperanto Ligo ,Esperanto League for North america( E.L.N.A.), l'associazione esperantista belga.Sono primi segnali che indicano, oltre la completa mancanza di pregiudizi,cosa sara' possibile fare se riusciremo a coordinarci su obiettivi comuni ben scadenzati nel tempo.
Una ultima cosa: non mi stupisco , anche se ne rimango un po'delusa,che ci sia chi all'inizio della strada e' gia' stanco, gli chiedo solo quel minimo di pudore che impedisce la invenzione quasi indecorosa di pretesti per giustificare questo abbandono.