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- 25 novembre 1997
Rispetto alla risposta di Olivier sulle mie perplessita' sulla campagna tibetana/cinese tengo a precisare un paio di cose sulle quali penso di essermi poco chiaramente.

I miei dubbi non sono critiche rispetto a quanto e' stato fatto finora dal Partito. Conosco gli sforzi compiuti nel tentare di portare sulle nostre posizioni la leadership tibetana ed anche la buona relazione da tempo stabilita con Human Rights in China. Chiedo davvero scusa se le mie parole potevano essere interpretate come una mancanza di rispetto per il lavoro svolto finora. L'unico "appunto" che mi sentirei di fare rispetto al passato semmai e' che questi rapporti, sebbene le relative lettere siano state inserite in conferenza, non sono forse stati sufficientemente discussi in sede di Partito.

Le mie perplessita' sono invece rivolte al futuro, cioe' sul come ci si possa muovere per evitare di essere abbandonati a mezza strada, come successo sul Tibet (ripeto, non e' una critica al Partito, ma una constatazione su quanto e' successo che mi pare anche Olivier condivida).

Ora, io ho usato l'espressione "accordi formali", per assicurarci di essere trattati diversamente. Con questo intendo un chiaro ed esplicito intento comune di lavorare assieme dall'inizio. Nemmeno io so quali "accordi formali" avrebbero potuto impedire l'accaduto. Effettivamente il rapporto con il loro ufficio e' ottimo ed abbiamo sia noi che Olivier cercato di procurarci un "contatto" diretto con Wei. Mi sembra pero' evidente che il comportamento da loro tenuto necessiti un chiarimento reciproco, che immagino avverra' a New York. Ancora una volta, quindi, sto parlando del futuro e non sto rimproverando il passato.

Per quanto riguarda la questione formale, cioe' del fatto che il Capo Missione newyorkese, esprima certe critiche in una conferenza pubblica, ero convinto che avrebbero potuto utilmente coinvolgere "chiunque" in un eventuale dibattito, che mi parrebbe piu politico (cioe' pubblico) che organizzativo.

Nemmeno vi erano nel mio messaggio informazioni che fossero di natura "privata" o "riservata", cioe' destinate a questa conferenza.

Oltre ad essere "funzionario" del Partito sono anche un militante che credo si possa permettere di esprimere in pubblico opinioni sulle strategie del Partito. A questo mi pare servano le conferenze pubbliche.

 
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