Caro Marco,
ho letto le tue ulteriori considerazioni, questa volta in Conferenza Segreteria.
Per primo, non capisco da cosa potresti dedurre che le tue critiche siano state prese per delle critiche al lavoro fatto. Anzi, ho contrapposto puntualmente alle tue considerazioni critiche, delle altre considerazioni che, del resto, mi sembra da te fatte proprie, visto che dici che 'l'unico appunto ... (è che) forse questi rapporti (con i Tibetani) non sono forse stati sufficientemente discussi in sede di Partito.
Non sarano state sufficienti. Forse. Ti ricordo pero' che se ne è discusso in modo approfondito durante il seminario di Roma di luglio e, in diverse riunione presso la Commissione. Ti ricordo anche che per lunghi mesi, il TibetFax ha ospitato un dibattito proprio sulla questione della nostra campagna per il Tibet, al quale hanno preso parte, del tutto liberamente, diversi esponenti del Partito. Ci sono state anche lunghi e, credo, intensi mesi di lotta dove la campagna per il Tibet era al centro delle nostre priorità.
Dici poi che la tua preoccupazione è di farci abbandonare sulla questione Cina a mezza strada come sul Tibet. Mi sembra una considerazione alquanto fatalista. Chi ha mai detto che sul Tibet ci fossimo rassegnati a questa situazione ? Chi ha mai detto che la battaglia per il Tibet fosse stata abbandonata ? Sembri dire che io stesso l'abbia detto. Allora vorrei capire quando ? dove ?
Se poi bisogna prendere per buono questo tuo raggionamento, allora bisogna ritenere che la battaglia antiproibizionista è stata "abbandonata" almeno dieci volte. E, aggiungo, lo potrebbe essere ancora nel futuro.
Sulla cosa degli accordi formali con virgolette e senza virgolette, ti confesso che non riesco a capire. Tanto più che 'aggiungi che "nemmeno (tu sai) quali "accordi formali" avrebbero potuto impedire l'accaduto'. Su Wei, sin dal giorno dell'arrivo di Wei, ci siamo attivati da Roma e, di fronte anche alle difficoltà di collegamento con gli amici di HRIC, ho subito chiesto a Paolo Pietrosanti di chiamarti perché da NY le poteste contattare.
Dici che ci sia bisogno di un chiarimento con loro. Permetti di dirti che una cosa del genere l'avrebbe capito perfino Donvito.
Non sto quindi parlando del futuro, sto semplicemente parlando delle cose che hai scritto.
Per quanto riguarda le tue considerazioni sulla "questione formale", francamente ti confesso che faccio fatica a seguirti. Non capisco cosa c'entra la possibilità o meno di fare critiche. Per me è semplicemente una questione di modi e di tempi. Una questione seconda me importante, a maggiore ragione quando si riveste responsabilità di partito e non si è più, quindi, un "semplice" militante.
Un caro saluto,
Olivier