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- 22 dicembre 1997
Made in China

Message-ID: <348EDFA6.2E13@apm.it>

Date: Wed, 10 Dec 1997 10:29:58 -0800

From: "Renzo B."

Subject: Made in China

Forse sbaglio sito, indirizzo o destinatario. Forse sono anche in ritardo, ma ci provo comunque.

Harry Wu, dopo 19 anni di campi di prigionia e lavoro forzato, si è rifatto una vita negli USA. Da qui ha iniziato a denunciare le atrocità dei "Laogai", non solo, parrebbe che da questi campi di lavoro forzato la Repubblica Popolare Cinese guadagni enormi quantità di denaro sulla pelle dei detenuti (per lo più politici). In seguito a diversi viaggi in Cina, a suo rischio e pericolo, questo Mr. Wu ha identificato numerosi campi di lavoro forzato dai quali escono i seguenti prodotti: camion, fiammiferi, ortaggi, calze di nailon, parti di automobili, piombo, mercurio, liquori, plastica,... e la lista si fa interminabile.

Destino di questi prodotti? Il mondo, ovviamente. Dimenticavo: i "lavoratori" non vedono una lira.

Mr. Wu sta cercando di sensibilizzare il Governo USA sul fatto che questi prodotti vengono venduti nel mercato Americano, invano.

In Inghilterra, Francia e in Occidente in generale, la cosa passa praticamente inosservata: addirittura vi è un esempio eclatante che proviene dagli amici Transalpini. "La Remy Martin aiuto' la Cina a riorganizzare la sua industria vinicola, pur sapendo che le uve usate provenivano da campi LAOGAI". (Cito un brano di un articolo di Jonathan Spence pubblicato su "La rivista dei Libri" del Dicembre '97).

E in Italia? Nulla, nessuno apre bocca. Tutti comprano il "Made in China" come niente fosse.

Siamo nella fase di modificazione della Costituzione, oggi siamo un Repubblica fondata sul lavoro - definizione che andava bene 50 anni fa ma, forse, non più oggi -, non sarebbe il caso di modificare il nostro l'Articolo in : L'Italia è una Repubblica fondata sul rispetto dell'umanità ?

Forso sono un sognatore, non vogliatemene.

Cordialmente

Renzo Balconi.

 
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