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- 7 marzo 1998
NOTA SULL'OSSERVATORIO EUROPEO DELLE DROGHE E DELLE TOSSICOMANIE

redatta in seguito alla visita all'Osservatorio di una delegazione della Commissione delle Libertà Pubbliche e degli Affari Interni del Parlamento europeo

Membri della delegazione del PE: Hedy d'Ancona (PSE-NL), Wilmya Zimmerman (PSE-D), Pierre Pradier (ARE-F), Roberta Angelilli (NI/AN-I), Buffetaut (IEDN-F), Prieke (PPE-A), Anne-Marie Schaffner (UPE-F), Charlotte Sedershold (PPE-S), Malou Lindolm (Verdi-S), Anderson (PSE-S), Olivier Dupuis (ARE-I)

di Ottavio Marzocchi

1. Breve storia dell'Osservatorio

- 1993, 8 febbraio: regolamento del Consiglio istituisce l'Osservatorio, determinandone i compiti (raccolta ed analisi di dati, miglioramento della loro comparabilità, disseminazione dell'informazione, cooperazione internazionale) e le priorità di attività (per i primi tre anni: 'demand reduction'; successivamente: strategie, politiche e leggi europee sulle droghe; cooperazione internazionale; controllo del traffico internazionale di droghe; implicazioni delle droghe sui paesi produttori, di traffico e consumatori, riciclaggio del denaro sporco).

- 1993/94/95: operatività dell'Osservatorio (reclutamento personale, acquisto locali, mobilio, stabilimento del circuito REITOX, etc...);

- 1995/97: ricerche sulla domanda e sulle strategie di riduzione della domanda (prevenzione, educazione, harm reduction, ...);

- 1998/2000: ricerche sulle strategie, leggi e politiche sulle droghe in Europa.

2. Le nostre critiche all'Osservatorio

- sulla politica di creazione di agenzie ed osservatori a livello europeo:

una prima critica di carattere generale concerne l'inflazione di agenzie ed osservatori a livello europeo, su tutto, tutti ed ovunque (ad oggi esistono: centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale, Tessalonica; fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, Dublino; Agenzia europea per l'ambiente, Copenhagen; Agenzia europea per l'evaluazione dei medicinali, Londra; Uffico sull'armonizzazione del mercato interno, Alicante; Fondazione europea per la formazione, Torino; Agenzia sul razzismo e la xenofobia, Vienna; etc). A tale riguardo bisogna distinguere se esiste una reale necessità di istituire centri di studio a livello europeo, quanti, su cosa, con quali obiettivi, con quali spese, a carico di chi.

- sull'Osservatorio sulle droghe e sulle tossicomanie:

le critiche che i radicali hanno sollevato sull'Osservatorio sono: priorità da dare ad uno studio costi-efficacia delle politiche attuali sulle droghe; raccolta di dati a livello europeo secondo criteri comuni, al fine di effettuare comparazioni sugli effetti delle differenti politiche nazionali nella lotta alla droga; attenzione ai fenomeni economici e politici più ampi legati alle politiche sulle droghe, e non solamente agli aspetti legati alla tossicodipendenza, alla sanità, alla riduzione della domanda.

L'Osservatorio si è concentrato invece fino ad ora su riduzione della domanda (tralasciando lo studio costi-benefici delle politiche sulle droghe, loro effetti, aspetti politico-economici), ed inoltre non è riuscito a fare altro all'interno del suo rapporto annuale che un collage dei dati raccolti a livello nazionale dai punti focali REITOX secondo metodi, criteri, intervalli di tempo, campioni di popolazione differenti, rendendo i dati solamente indirettamente comparabili ed ipotecando ogni tipo di conclusione scientificamente incontestabile.

Il giudizio generale non poteva quindi che essere negativo. La visita all'Osservatorio ed il dialogo - formale ed informale - con i funzionari ed i responsabili ha chiarito alcuni punti fondamentali, quali l'inadeguatezza del bilanciamento dei poteri al fine di un flessibile, efficace ed indipendente funzionamento dell'Osservatorio (cosi' come organizzato dal regolamento di creazione) e l'incidenza degli ostacoli posti dagli stati membri al funzionamento successivo dell'Osservatorio.

3. I problemi dell'Osservatorio

- la stuttura istituzionale e la divisione dei poteri di decisione

l'Osservatorio dipende dagli stati membri in due momenti: nel Consiglio di Amministrazione e nel circuito REITOX.

Il primo, composto da un rappresentante per Stato membro, due rappresentanti della Commissione, due per il Parlamento, decide le politiche di studio dell'Osservatorio, e vista la superiorità numerica degli stati al suo interno, sono essi da ritenere prioritariamente responsabili per le priorità di studio, peraltro già fissate nel regolamento di fondazione dell'OEDT. Ne consegue una rigidità nella fissazione di priorità e di obiettivi di studio, modificabili solo tramite un nuovo regolamento o una volontà degli stati membri in tal senso. In definitiva, i problemi istituzionali ed in termini di democrazia reale dell'Unione sono rispecchiati perfettamente nella struttura decisionale dell'OEDT.

Il circuito REITOX è composto da istituti nazionali di tipo differente - centri studi ed istituti statistici, ONG, agenzie semi-statali, dipartimenti di ministeri della Sanità, degli Affari Sociali, dell'Interno, della Giustizia - incaricati di raccogliere dati ed inviarli all'OEDT. Va da sé che ogni punto focale del circuito, preesistente o meno all'Osservatorio, raccoglie dati e li elabora in modo e secondo definizioni differenti, inficiando la loro comparabilità ed opponendo resistenze ad ogni cambiamento; lo spazio di interferenza governativa sarà anche variabile a seconda del tipo di organo e dalla sua dipendenza dal governo. All'OEDT non rimane altro da fare che incollare i dati raccolti nel suo rapporto annuale europeo, avvertendo i lettori sulla non comparabilità diretta dei dati o lanciandosi in improbabili e sempre contestabili stime.

I rapporti col PE sono piuttosto tesi, come confermato col blocco in riserva di parte dei fondi destinati al OEDT. La visita della delegazione è servita in parte a chiarire i punti in sospeso tra PE e OEDT. In particolare i funzionari dell'OEDT sono stati molto espliciti nel tratteggiare i problemi che devono affrontare nel trattare con una pluralità di soggetti in disaccordo, come gli stati membri, la Commissione, il Consiglio, il PE ed al suo interno i proibizionisti e gli antiproibizionisti.

La conclusione che emerge è che l'OEDT è dopotutto vittima di una sorta di blocco fisiologico legato alle sue strutture decisionali ed operative, di boicottaggio o inerzia degli stati, di schiacciamento tra le istituzioni e le parti politiche in opposizione, tutte critiche nei confronti dell'OEDT.

4. Le nostre proposte per migliorare il funzionamento dell'Osservatorio

Accogliendo il suggerimento di un funzionario dell'OEDT, Olivier Dupuis è intervenuto ed ha proposto alla Presidente della Commissione Hedy d'Ancona, di richiedere formalmente un documento che faccia il punto sui problemi che l'OEDT incontra e che indichi proposte di soluzione per migliorare il suo rendimento; su tale documento il PE potrebbe adottare una risoluzione o un rapporto per fare pressione sugli stati ed ottenere un nuovo regolamento di riforma dell'OEDT. M. Estievenart, direttore dell'OEDT, ha espresso tutta la disponibilita nel collaborare col PE per trovare soluzioni. I deputati in generale non hanno percepito l'importanza di trovare soluzioni radicali, e si sono accontentati di prendere atto dei problemi e/o di preconizzare una progressiva chiusura dell'OEDT tramite il blocco dei finanziamenti (i popolari svedesi) o di allentare la pressione sull'OEDT (i socialisti).

5. Una politica possibile dei radicali per ottenere un miglioramento nel funzionamento dell'Osservatorio

- chiedere formalmente e/o informalmente alla Presidente d'Ancona di richiedere tale documento-cahier des doléances all'OEDT, al fine di inserire i nostri obiettivi per l'OEDT nel rapporto finale del PE;

- chiedere la sostituzione dei - o fare pressione sui rappresentanti del PE al Consiglio di Amministrazione, descritti da tutti come poco attivi nel mantenere contatti col PE e rappresentare le sue posizioni e sensibilità;

- fare pressione sul Consiglio al fine di ottenere un maggiore impegno sulla omogeneizzazione dei criteri di rilevazione dati a livello dei punti focali REITOX;

- fissare un tempo massimo per la definizione di criteri omogenei per la raccolta dei dati (l'OEDT essendo incaricato di fare rapidamente una proposta ai punti focali della rete REITOX e agli stati membri);

- proporre la creazione di un modello di agenzia nazionale uniforme, indipendente dai governi ed imparziale a livello nazionale per la rilevazione dei dati.

 
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