TRASMISSIONE 'ESPERANTISTA' A RADIO RADICALE
Venerdì 5 giugno '98
Estratto dell'intervista a Giorgio Pagano
Sì, il bilancio in questo caso è appunto biennale perché così si era deciso all'ultimo congresso e proprio per consentire sempre più una internazionalizzazione della nostra associazione, un po' per ricordare anche a grandi linee anche la mozione di quel quinto congresso. Noi eravamo convinti e direi che lo siamo tuttora che in effetti le cose erano andate in modo tale che potevano consentirci certamente di accettare una sfida che vedesse quanto meno l'adozione da lingua internazionale propagarsi già con ottimi risultati sia a partire dal 2005 in Europa e c'eravamo dati anche questo arco temporale al 2020 per quanto riguarda il resto del mondo. L'arco temporale europeo, noi avevamo pensato soprattutto per due motivi. Uno: eravamo certi anche noi che in qualche modo la questione dell'euro sarebbe stata trainante rispetto alla questione di una lingua comune, vale a dire nel momento in cui la gente tutti gli eurocittadini si rendono conto di avere per le mani finalmente un simbolo concreto che possono toccare co
n le mani e che fino a ieri non esisteva ma che appunto è un progetto come dire di cultura, di nuova cultura, be' questo avrebbe senz'altro dato il la ad una condizione anche psicologica estremamente importante e determinante per cui in effetti anche l'aspetto diciamo così della lingua, della comunicazione avrebbe preso piede nella mente un po' dei cittadini europei. Così questo arco del 2005 è stato abbastanza importante e determinante per noi perché effettivamente abbiamo lavorato non a caso in vista di quel risultato riuscendo, e davvero riuscendo con grandissimi sacrifici a terminare quel progetto europeo sui costi e la non comunicazione linguistica che anche solo dal punto di vista economico ci ha davvero provato, vale a dire noi eravamo e siamo a tutt'oggi un'associazione di circa 250 persone ed evidentemente con un budget chiamiamolo così di una certa ristrettezza che a malapena arriva appunto ai 50 milioni annui. Evidentemente lanciarsi su un più che raddoppio di quel budget, considerando peraltro ov
viamente che il 50% era a carico dell'Unione Europea, non era cosa indifferente soprattutto per il fatto tra l'altro che questi benedetti 180 milioni erano tutti da anticipare, quindi problemi su problemi anche per quanto riguarda in modo particolare la tesoreria che fino alla gestione precedente, vale a dire fino alla gestione di Alessandro Conti come tesoriere non aveva avuto dei problemi così grossi come si è trovata per le mani ... e Daniela Giglioli.
D.: Ecco quale è stato il proposito del libro sui costi e non comunicazione linguistica?
R.: Ma li noi ci siamo trovati in una situazione felice dal punto di vista del risultato e infelice dal punto di vista della proiezione di questi risultati sulla politica. Questo perché innanzitutto quel progetto aveva consentito in qualche modo all'associazione di occupare a tempo pieno quanto meno una persona, chiuso quel progetto questa opportunità non c'è ovviamente più stata a tutti gli effetti noi oggi siamo un'associazione di puri volontari mentre magari per quanto riguarda altre associazioni il partito ha avuto modo ed ha modo di impiegare all'interno delle sue opportunità di funzionariato sia al Parlamento europeo o per altri versi alle Nazioni Unite delle persone che evidentemente consentono poi a quelle stesse associazioni anche di fare politica con più prudenza di quanto evidentemente possiamo permetterci noi in questo stadio. C'erano peraltro degli accordi con il segretario del Partito Radicale nell'avviare un'informazione innanzitutto sul libro stesso sui costi e la non comunicazione linguistic
a presso i parlamentari, tutto questo non è andato in porto, molto spesso mi è capitato ma del resto l'ho denunciato anche nell'ultima intervista che ho dato, addirittura di non avere nemmeno risposta, noi abbiamo avuto interessando lo stesso leader del partito Marco Pannella una prima riunione a gennaio con una promessa di rivederci proprio perché c'erano dei grossissimi problemi di interazione tra associazione e partito nella fattispecie con il segretario in modo particolare e però ad oggi questo aggiornamento di quella riunione non c'è stato per cui noi arriviamo ad un congresso con innanzitutto dei problemi seri per quanto riguarda i rapporti con l'attuale conduzione del Partito Radicale e questo evidentemente è un qualcosa di cui non possiamo non tenere conto. Noi non possiamo permetterci di fare dietrologia però certamente dobbiamo fare un'analisi seria dei fatti, noi abbiamo avuto in più occasioni, e l'abbiamo lamentato molto spesso, addirittura un danno molto concreto, non parlo di quello economico c
he da questo punto di vista rispetto a quello politico è molto minore ma proprio un danno politico nei confronti dell'associazione dell'esperanto da parte della conduzione del partito e da questo punto di vista quello di cui citavo prima la questione della istituzione con una lettera che avrebbe dovuto essere a doppia firma: il segretario del partito ed il segretario dell'associazione radicale esperanto, ecco non è mai avvenuto, così anche un impegno poi del partito nell'aiutarci magari a fare una seconda fase del progetto con una produzione in tutte le lingue della comunità europea, anche questa è un'altra delle cose che non sono da dir poco. Tutto questo è inspiegabile ma ecco perché poi alla fine uno non ha altri metri di paragone, di giudizio se non nell'etichettare in un certo modo questo tipo di politica del Partito Radicale.
D.: Ecco in prospettiva del congresso questo cosa significa?
R.: Significa che accanto a questo noi abbiamo avuto per quanto riguarda lo Stato italiano una soluzione a nostro avviso, nell'avviso dell'attuale dirigenza dell'associazione radicale esperanto, interessante, ossia c'è stato un decreto che ha un po' cercato di mettere ordine in tutto questo variegato mondo dell'associazionismo esistente in Italia che ha dato la possibilità ad alcune categorie che vogliono rientrare da questo punto di vista in alcune gabbie ben precise che quel decreto dà, ecco dà alcune facilitazioni per quanto riguarda le associazioni, sto parlando delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, noi da questo punto di vista abbiamo già presentato un'iscrizione a questo albo che bisognava fare entro il 31 di gennaio, ovviamente non ci siamo sentiti di dare per scontato che questo fosse la soluzione giusta, ne parleremo abbondantemente anche in questo congresso, però erano molte le facilitazioni come ad esempio la possibilità di detrarre fino a 4 milioni i contributi dati alle associaz
ioni, la possibilità di avere sia l'aspetto commerciale per quanto riguarda alcune cose, sia di continuare ad avere l'aspetto più istituzionale marcatamente politico-culturale per quanto ci riguarda, una serie di cose che fanno in modo che probabilmente l'associazione possa avere gambe un po' più forti per agire e per camminare anche da sola qualora questa situazione con il Partito Radicale non riesca a sanarsi, e quindi questo è un altro aspetto importante che riguarda delle modifiche statutarie di cui discuteremo al prossimo congresso. Ovviamente come tutti i congressi radicali ci sarà il rinnovo delle cariche, ecco perché noi ci presentiamo tutti dimissionari con anche però delle prospettive di politica estremamente importanti. Noi peraltro ragionando un po' su alcune cose accadute nel bene o nel male rispetto alla politica radicale abbiamo anche tra l'altro intrapreso un cammino abbastanza a nostro modesto avviso importante, cioè noi abbiamo compreso che nel momento in cui andavamo a denunciare, e ricord
o che la nostra associazione è stata la prima a denunciare il genocidio linguistico-culturale che oggi c'è nel mondo, siamo stati i primi a pubblicare delle cose di Michael Kraus, siamo stati tra i primi anche ad intervistarlo in diretta. Ricordo agli ascoltatori che per la prima volta ci ascoltano soprattutto in questa fascia oraria che Michael Kraus è un linguista all'università di ... in Alaska che già dal 1992 aveva denunciato come già duemila delle seimila lingue del mondo stessero per scomparire e qualora questo trend fosse confermato allora il prossimo secolo vedrebbe addirittura la scomparsa del 90% delle lingue del mondo e penso si possa anche immaginare facendo i debiti paragoni che cosa significa la scomparsa di alcune specie animali, ad esempio per la fauna terrestre, potete dunque immaginare cosa significa perdere addirittura il 90% della cultura del mondo e della conoscenza del mondo.
I.: Ricordiamo che a questo proposito abbiamo appunto consegnato ad aprile, a Stoccolma al direttore generale dell'UNESCO l'appello che la nostra associazione ha promosso raccogliendo, mi pare, oltre seimila firme su una trentina di paesi del mondo
R.: Sì, consegna delle firme che peraltro dovrebbe continuare. Il fatto dell'UNESCO è stato estremamente importante però qui ritorniamo un po' non tanto a quella che è la politica futura o possibile ma già a dei grossissimi successi del recentissimo passato, perché in effetti nell'ambito delle organizzazioni internazionali non esisteva, e questo è stato il nostro sforzo, non esisteva un'istituzione che fosse delegata in un qualche modo ad osservare questi fenomeni, ad osservare che tipo di politiche linguistiche venivano perseguite nei vari Stati che consentissero poi la scomparsa e la decimazione appunto di tante lingue e tante culture del mondo. Questa cosa è stata estremamente importante, io credo che sia stato un grossissimo risultato e da questo punto di vista questo sarà probabilmente il centro per quanto riguarda quell'orizzonte del 2020 che probabilmente continuerà ad essere valido soprattutto a ridosso di questo grande successo perché evidentemente quella mozione che impegna il direttore generale a
promuovere la creazione di questo osservatorio sulle politiche linguistiche del mondo avrà la sua logica conclusione nella prossima conferenza generale dell'UNESCO che si terrà il prossimo anno. Quindi da questo punto di vista tutta la preparazione che c'è senza contare peraltro che noi siamo già in contatto con delle persone che in qualche modo avevano il compito di preparare peraltro una specie di rapporto su quello che è lo stato dell'atto per quanto riguarda le lingue del mondo e da questo punto di vista probabilmente sarà anche questo tipo di gruppo lavoro e questo tipo di studio che forse costituirà un po' un caposaldo per quanto riguarda poi il background di quello che sarà l'osservatorio. Però la cosa importante è che noi siamo riusciti ad andare molto più il là di quello che auspicavamo ecco perché dico che secondo me da questo punto di vista in ambito internazionale questa cosa ci dà l'opportunità di essere estremamente avanzati per quanto riguarda la questione lingue internazionali, perché è evide
nte che nel momento in cui finalmente si riesce ad avere un luogo deputato per la discussione e l'osservazione di quelle che sono le politiche dei vari Stati è evidente che da lì può partire poi tutto un lavoro di sensibilizzazione che possa poi portare ad una consapevolezza sempre maggiore di quello che è a nostro avviso un nuovo diritto sia per preservare le lingue del mondo sia anche per costruire la cittadinanza del mondo che è quello del diritto ad una lingua internazionale. E questo quindi è un altro importante tassello che abbiamo per certi versi aggiunto da pochissimo alla politica in questi ultimi due anni e dall'altra parte però è sicuramente uno dei blocchi di partenza dell'attività della politica dell'associazione culturale e politica che noi siamo, questo senz'altro.
I.: Ecco in prospettiva proprio transnazionale per quanto riguarda poi il dibattito che ci sarà tra due settimane al congresso l'altro, forse, punto caldo che ci riguarda è proprio questo rapporto con il resto delle associazioni esperantiste, in particolare con l'UEA, insomma con l'università esperantista ...
R.: Sì, più o meno lì abbiamo assistito quasi di pari passo a le stesse problematiche da un certo punto di vista meno pesanti perché umanamente non presenti, visto che sono a Rotterdam di quelle riscontrate con il Partito Radicale, cioè man mano che cresceva la nostra capacità di fare politica automaticamente ci ritrovavamo piuttosto che con degli aiuti da contiguità e politica per quanto riguarda il Partito Radicale e certamente ideali per quanto riguarda l'universale........certamente non ci aspettavamo. Con l'universale ... è cominciato con il boicottaggio sostanzialmente di quello che era invece un successo che noi rivendicavamo non certo a nome unicamente nostro ma evidentemente per conto di tutto il mondo esperantista cioè quello del progetto europeo e a maggior ragione, e direi ancora più squallidamente politico è stato l'attacco in occasione della nostra andata a Stoccolma, a raggiungimento peraltro di quell'ottimo risultato che abbiamo avuto. Questo è un altro degli argomenti seri anche se devo esse
re sincero, io credo poco che nel momento in cui ci sono determinati comportamenti non giustificati da alcunché, sottolineo non giustificati da alcunché, perché abbiamo sempre cercato il dialogo, la cooperazione in tutti i modi possibili ed immaginabili reiterando messaggi, cercando di accerchiare anche eventuali frontalità, penso anche, ad esempio, al lavoro fatto da uno dei fondamentali artefici del nostro studio che è il professore Carlo Minnai dell'università di Padova, il lavoro fatto da lui anche presso l'UEA, di tanti altri amici, professori o comunque persone che ci sono state vicine e che evidentemente capivano qual era l'importanza di quel progetto, tutto questo si è rivelato senz'altro, comunque, un buco nell'acqua, perché poi questo è stato. Credo che nella vita come nelle associazioni poco cambi da questo punto di vista ragionare sul perché è successo, credo che è importante ragionare sul fatto che è successo e che evidentemente non deve più succedere, per parte nostra quindi dovremo cercare di
trovare tutte quelle soluzioni di carattere economico politico e di azione che consentano alla nostra associazione di avere sempre più delle caratteristiche e una personalità che gli consenta poi sostanzialmente, evidentemente, di non venire a patti quando questi patti sono di questo tipo, cioè vale a dire di sudditanza con nessuno. Questo credo che dovrebbe essere, almeno a mio modesto avviso, la scelta di questo congresso e non si può non prendere atto che tra l'altro anche un altro dei grandi miti che io avevo nei confronti del mondo radicale è crollato, noi abbiamo sempre pensato e sempre sostenuto che fosse molto importante la gavetta, la conoscenza delle cose, la conoscenza interna delle cose, dei regolamenti e così via. Tutto questo è servito a ben poco perché poi in effetti la conoscenza di chi parla dal 1979 quanto meno di quello che è il mondo esperantista, della politica radicale addirittura dal 1975 è servito a ben poco e di fronte a questi crolli poi in effetti c'è ben poco da ricostruire, sono
delle cose che accadono e di cui bisogna prendere atto e andare avanti e proseguire; ma chiudendo un attimo questo fronte credo che un'altra cosa estremamente importante che noi abbiamo avviato politicamente è quella del bureau per le lingue meno diffuse, vale a dire, noi abbiamo voluto prendere atto di una realtà concreta, vale a dire, tra il sogno di avere dei cittadini del mondo che possono finalmente sentirsi uguali di fronte a tutti e quindi soprattutto, fondando questo innanzitutto sulla comunicazione, è il dato concreto no? il dato concreto laico da questo punto di vista, la comunicazione, il dialogo, la possibilità di dialogare senza intralcio, ecco questo l'abbiamo enucleato molto bene nella teoria del diritto alla lingua internazionale. Però ragionando di questo abbiamo anche capito che non potevamo disconoscere quella che è una realtà ormai che ha oltre un secolo che è quella del mondo esperantista, tra queste due realtà mancava assolutamente un ponte, cioè non c'era niente che potesse in un qualc
he modo prendere atto che la realtà rispetto al 1887, cioè rispetto alla nascita dell'... era cambiata e che soprattutto era assolutamente inadeguato per quanto riguarda lo stratificarsi veramente notevole della comunità esperantista rispetto ad una conduzione monocratica quale è stata finora condotta dall'universale esperanto ... rispetto alla comunità esperantista stessa. Noi abbiamo ragionato su questo capendo che innanzitutto è inadeguata ma questo probabilmente poteva anche essere un problema di una dirigenza di bassissimo livello che ha avuto l'UEA negli ultimi due decenni, però è anche vero che da questo punto di vista la comunità esperantofona nel mondo ha una tale stratificazione culturale, di comunicazione, di attività davvero notevole che assolutamente l'attuale organizzazione così piramidale peraltro senza certamente dei collegamenti molto concreti rispetto alle varie associazioni nazionali potesse consentire certamente di pensare ad altro. Per questo noi abbiamo avviato i passi rispetto al burea
u delle lingue meno diffuse facendo una domanda di entrare a rappresentare in un qualche modo, certo da questo punto di vista non pretendiamo nel modo più assoluto di avere una rappresentanza esclusiva della comunità esperantista ed esperantofona, nel bureau delle lingue meno diffuse, abbiamo fatto la nostra domanda al comitato italiano, domanda che ci ha visto al momento entrare come osservatori nel comitato italiano del bureau delle lingue meno diffuse, si tratta di proseguire questo cammino e da questo punto di vista organizzare una campagna che veda però poi una rappresentanza delle comunità esperantiste sparse nel resto dei paesi che fanno capo al bureau delle lingue meno diffuse e da questo punto di vista evidentemente la sfida è molto grossa, si tratta anche là di prendere atto di tutta una serie di fallimenti di altri organismi esperantisti, penso all'Europa esperantolio? ad esempio, e cercare finalmente di fare politica quanto più seriamente. Da questo ne consegue un altro elemento fondamentale, val
e a dire, quello di dare un governo alla comunità esperantista.
D.: L'appuntamento è per questa estate se non sbaglio?
R.: Sì, di questo ragioneremo appunto dall'8 al 10 agosto in Svizzera insieme agli amici del fan club esperanto e proprio tra l'altro in un luogo appunto la ... che è la sede di una delle più intellettualmente e culturalmente importanti cooperative del mondo esperantista cioè la ... la cooperativa di letteratura foil. Questo è un altro elemento importante credo assolutamente importante, ancora una volta sottolineo l'importanza che io ho sentito di dare a questo congresso ponendolo prima, ad esempio, di quell'appuntamento e di tutta una serie di importanti appuntamenti che ci saranno di seguito e non dopo, questo perché è importante che chi vada, se ritiene ancora di andarci, a questi appuntamenti ci vada con un mandato assolutamente pieno e non agli sgoccioli del medesimo.