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- 1 agosto 1998
INIZIATIVA ANTIPROIBIZIONISTA

Seminario di Roma, Hotel Ergife, 30 e 31 luglio 1998

relazione di Marco Cappato

Al Congresso del Cora di Bruxelles del dicembre 1996 Pannella indicò la necessità di entrare in una fase finale della lotta antiproibizionista, di fronte al pericolo di accumulare negli anni un sempre maggiore carico di ragioni, di argomentazioni e di dati scientifici, senza però riuscire a farsene forza per aprire un confronto duro sulla riforma delle politiche in materia di droghe. L'indomani si apriva a Roma la prima udienza del primo processo sulle azioni di disobbedienza civile dell'estate '95. Fin da quell'anno erano state indicate le carceri come luogo a partire dal quale portare l'attacco al regime proibizionista, nella latitanza più totale del Parlamento (era disatteso l'esito del referendum del '93, ed attendevano di essere discusse le proposte di legge del ''94, proprio come oggi), alla quale si aggiungerà in seguito e per due volte la negazione del diritto al voto referendario.

Nel corso del 1997 si aggiunsero altre azioni di disobbedienza civile che coinvolsero 25 militanti e dirigenti radicali, anche non italiani.

Al Congresso del Cora di Bruxelles del giugno 1998 l'idea della "fase finale" della lotta antiproibizionista venne ribadita da Pannella, il quale indicò come cosa grave, per una forza politica, l'avere avuto ragione da trent'anni su quell'argomento senza riuscire mai a vincere, e rischiando dunque di trovarsi ancora, tra altri trent'anni, con ancora più ragioni, essendo ancora di più una forza perdente.

La domanda da porsi oggi è essenzialmente la seguente: all'urgenza posta da Pannella corrisponde un reale rischio di imputridimento o superamento del confronto proibizione/legalizzazione, oppure esiste una possibilità di graduale affermazione delle politiche antiproibizioniste, che verrebbero abbracciate in conseguenza degli evidenti disastri prodotti dal proibizionismo?

Per rispondere è necessario guardare a quanto è accaduto nel mondo negli ultimi mesi ed anni. A partire dal referendum italiano del '93, sono molti gli episodi che segnano una graduale affermazione di politiche di ragionevolezza, dagli esperimenti di eroina controllata in Svizzera, ormai attuati con buoni risultati da più di tre anni, ed esportati in Olanda e Germania, ai molteplici e controversi tentativi di depenalizzazione "de facto" in Italia ed in Europa, passando per il referendum californiano del '96. A livello planetario, la sessione speciale dell'Assemblea generale del giugno'98, pur confermando la strategia rigidamente proibizionista dell'ONU per l'utopia di un mondo "libero dalle droghe", ha messo da parte i proclami reaganiani della "guerra alle droghe", includendo alcuni generici riferimenti alle strategie di cura e prevenzione.

In generale le politiche di riduzione del danno sanitario sono attuate ormai in tutto il mondo occidentale, soprattutto in Europa. Sono sostenute da un sempre più organizzato fronte non-proibizionista e "tollerante", attraverso una rete internazionale di organizzazioni non-governative e partiti che si oppongono alla guerra alle droghe e predicano misure dettate dal buon senso.

La graduale affermazione delle politiche di riduzione del danno, che è un fatto senz'altro positivo, racchiude però in sè alcune indicazioni precise rispetto ai pericoli di un rinvio di riforme più radicali.

Innanzitutto va detto che alcune misure "riduzioniste", anche quando vengono accolte in linea di principio, incontrano grossi ostacoli nella realizzazione pratica su larga scala. Questo avviene non soltanto per colpa dell'autorità pubblica, come nel caso della non attuazione dei risultati del referendun del '93 in Italia, ma anche per l'oggettiva difficoltà nel coprire i costi enormi dei servizi pubblici di trattamento e cura medica, o anche per l'oggettivo caos giuridico nell'implementazione di direttive, spesso informali e "de facto", di tolleranza in sede giudiziaria dei comportamenti socialmente meno pericolosi, come la detenzione ad uso personale ed il consumo.

Il fattore politicamente più pericoloso per chi come noi sostiene la necessità di attaccare il problema alla radice, con la legalizzazione anche della produzione e del commercio di droghe, consiste proprio nella strumentalità della riduzione del danno per l'eliminazione del dibattito sulla proibizione.

L'Italia fornisce uno degli esempi più chiari in tal senso, con un dibattito politico quasi esclusivamente polarizzato sul tema della depenalizzazione delle droghe leggere, senza che nessuno, in particolare dalla parte tendenzialmente antiproibizionista, si permetta di avanzare seriamente proposte di legalizzazione, che vengono anzi tacciate di essere il prodotto di un dibattito ideologico ormai superato.

A livello internazionale in discorso non è molto diverso. L'attenzione alla prevenzione, alle cure, agli aiuti allo sviluppo alternativo nei Paesi produttori, è servita all'UNDCP di Arlacchi proprio ad archiviare come superato lo scontro proibizionismo-antiproibizionismo, con la benedizione degli osservatori del Governo italiano presenti a New York, tra i quali persino Franco Corleone.

Addirittura l'International narcotic control board, che dovrebbe teoricamente occuparsi solo del monitoraggio del traffico mondiale, nel suo ultimo rapporto attacca frontalmente la cultura della droga, nella quale include anche le forze politiche che sostengono la legalizzazione.

Una parallela tendenza al depotenziamento dello scontro politico viene anche dalla gran parte del fronte non-proibizionista, molto spesso chiamato a gestire direttamente e con crescente profitto i programmi e gli studi di riduzione del danno. Basti pensare alla burocratizzazione apoliticistica del cartello di Francoforte (inizialmente importato in Italia proprio dal Cora) o alla rinuncia esplicita della magica "parola con la L" (legalization) dell'istituto di Nadelmann o della Drug Policy Foundation. Ormai negli USA la parola legalizzazione è appannaggio esclusivo dei proibizionisti (che la usano appunto per bollare quelli che definiscono come legalizzatori mascherati, come Nadelmann e Soros) e dei libertari.

La legalizzazione è accuratamente evitata quasi ovunque persino dalle organizzazioni dei consumatori, che preferiscono invocare la tolleranza da parte del sistema repressivo piuttosto che avanzare rivendicazioni in termini di diritto.

Ecco dunque che la lenta affermazione, ancora marginale nella sua portata quantitativa, di politiche più ragionevoli in materia di droga, in realtà elude sempre più il problema del carattere criminogeno e liberticida del regime proibizionista, che riguarda il potere di destabilizzazione del narcotraffico, a partire dai paesi produttori.

Al sempre maggiore potere delle burocrazie dell'antidroga, anche di quelle "illuminate" dal riduzionismo del danno, corrisponde un'espulsione della politica e del diritto come luoghi centrali di governo del problema. La mediazione burocratica diventa sempre più pervasiva e si incarica (è il caso di Arlacchi) di trattare direttamente, o meglio ancora di finanziare, i peggiori dittatori del pianeta in nome della lotta alla droga.

L'urgenza della preparazione di uno "scontro finale" corrisponde proprio alla necessità di riportare la politica al centro del meccanismo decisionale, evitando che la situazione attuale venga considerata come normale, magari perchè resa più accettabile dal diffondersi esponenziale di droghe meno "visibili", come le droghe sintetiche, o da un'estensione di massa dei sistemi di trattamento e cura dei fenomeni di tossicodipendenza.

Lo scontro dovrebbe dunque essere uno scontro anche "di classe", cioè con l'obiettivo di togliere il governo del problema droghe alla classe dei burocrati nazionali ed internazionali. Costoro si fanno forti nel mondo delle ideologie totalitarie e stataliste di questo secolo (socialdemocrazia compresa), che hanno attribuito allo Stato il potere di concedere o di sottrarre come diritti, alcune azioni che invece rientrano nelle facoltà naturali della persona umana, quali la facoltà di ingerire qualsiasi sostanza si desideri ingerire.

In tale contesto la lotta antiproibizionista, oltre a farsi forza delle ragioni e del materiale scientifico accumulato fino ad ora, dovrebbe collegarsi ad un fronte di lotta più ampio che comprenda gli altri settori nei quali le libertà fondamentali sono negate, come nel campo del lavoro e dell'impresa, o nei quali siano negati i principi basilari dello Stato laico, come rispetto alle leggi nate da prescrizioni religiose del tipo di quelle in vigore sull'alcol in alcuni paesi islamici.

Nella chiave della congiunzione dell'impegno antiproibizionista con quello su altri temi radicali libertari, a Parigi il Cora ha deliberato, su ispirazione di Pannella, una mozione che impegna gli organi del Cora a lavorare, in collaborazione con il Partito radicale, al superamento del Cora stesso, da valutare in occasione di un Congresso straordinario che sarà convocato in concomitanza con il Congresso del Partito.

Sul piano delle iniziative possibili, oltre a tutto quello che ci si può inventare sull'ONU e sull'Unione europea, va ricordato che giacciono ancora indiscussse in Parlamento le proposte di legge presentate nel '94 sulla legalizzazione delle droghe leggere e per una riforma della politica sull'AIDS. Va individuato un percorso per costringere il Parlamento ad affrontare il tema.

Nelle ultime settimane l'unica iniziativa in corso dotata di una certa concretezza è quella dei 56 esposti presentati fino ad ora nelle procure di tutta Italia dai militanti del Cora per denunciare il non rispetto della legge che regola il funzionamento dei servizi pubblici sulle tossicodipendenze. Va individuato uno sbocco politico di tale iniziativa.

GLI AVVENIMENTI DEGLI ULTIMI MESI

GENNAIO

- Parlamento europeo: il Rapporto d'Ancona, originato da un'iniziativa radicale, è rinviato in Commissione

Il Procuratore generale della Cassazione Galli Fonseca a favore della somministrazione controllata di eroina

Consegnato la petizione del Cora al Parlamento europeo sottoscritta da 300 medici europei per depenalizzazione e distribuzione controllata di eroina

Inizia il processo "d'Eusanio". Imputazione coattiva di Pannella rischia da 6 mes a 6 anni.

Arlacchi firma l'accordo con i talebani

FEBBRAIO

Ex-dirigente dell'anti-droga di Scotland Yard, Mr. Ellison, si esprime a favore della legalizzazione dell'extasy

Parte la campagna del Cora contro i malfunzionamenti dei SERT (Servizi pubblici per le tossicodipendenze). Consegnati gli esposti in 20 procure

Rapporto annuale dell'International Narcotic Control Board che mette sotto accusa la cultura favorevole alle droghe, cosiccome i movimenti politici per la legalizzazione

La Regione Emilia ha adottato una risoluzione a favore della somministrazione controllata di eroina

L'Organizzazione mondiale della Sanità censura un rapporto che evidenzia la pericolosità di alcol e tabacco rispetto alla cannabis

MARZO

Zhirinovsky si dichiara antiproibizionista

Marcia di Londra per la depenalizzazione della cannabis

Rinvio a giudizio di 6 militanti riformatori per la disobbedienza civile del 12 ottobre 97

Processo all'associazione di consumatori di cannabis francese che aveva inviato uno spinello ai deputati

L'ordine dei medici tedesco per la distribuzione controllata di eroina

APRILE

Una circolare ministeriale in Belgio assegna alla detenzione e al consumo di cannabis "la priorità più bassa" di persecuzione nell'ambito dell'azione penale

MAGGIO

La Commissione Giustizia del Senato vota la depenalizzazione del consumo di gruppo e della coltivazione delle droghe leggere

Interrogatorio per la disobbedienza civile del 12 novembre

"Marijuana march" a New York

Arlacchi in Cina si felicita per la politica antidroga cinesa

Congresso della SOMA, antiproibizionisti portoghesi

Approvato dalla Commissione Libertà pubbliche del Parlamento europeo il nuovo rapporto d'Ancona, con voto contrario dei radicali

Manifestazione delle comunità terapeutiche italiane contro la depenalizzazione delle droghe leggere

GIUGNO

Congresso del Cora a Parigi

Assemblea generale sulle droghe a New York. Intervento del Partito Radicale. Appello di Nadelmann sul New york Times. Giornate mondiali contro la guerra alle droghe.

Sindaci, amministratori e capi della polizia tedeschi rilanciano la proposta di somministrazione controllata di eroina

Il Consiglio europeo di Cardiff conferma il rafforzamento della cooperazione UE nella lotta contro le droghe

Pubblicazione dello studio francese su relativa minore pericolosità dei della cannabis rispetto ad alcol e tabacco

Jospin contro la depenalizzazione della cannabis. Kouchner "prudente"

L'olanda avvia la somministrazione di eroina (da fumare)sotto controllo medico a 100 persone

LUGLIO

Arlacchi a Teheran assiste al rogo dell'oppio, con felicitazioni per la politica iraniana

Decisa la somministrazione controllata di eroina per la regione tedesca della Saar

SITUAZIONE ITALIANA

La legge sulla droga attualmente in vigore in Italia è il D.P.R. 309/90 (la cosiddetta "legge Craxi-Jervolino-Vassalli") cosi' come modificato dal nostro referendum del 1993 che ha abolito il meccanismo della "dose media giornaliera" e ha depenalizzato la detenzione di droghe illegali per uso personale. Oggi chi viene sorpreso in possesso di quantità non rilevanti di droghe rischia solo delle sanzioni amministrative, la più comune della quali è la sospensione della patente, e la segnalazione al servizio tossicodipendenze della propria Asl che puo' prescrivere delle analisi per accertare lo stato di tossicodipendenza.

Negli ultimi due anni, con alcune sentenze, la Cassazione ha affermato che alcuni comportamenti legati al consumo personale di droghe (come l'acquisto di gruppo o la piccola coltivazione per uso personale) non vanno più considerati come reati. La Cassazione ha anche affermato che per determinare la finalità di spaccio della detenzione non basta la quantità della sostanza detenuta, ma occorre considerare anche altri fattori.

Attualmente in Parlamento giace una proposta di legge di iniziativa popolare del CORA per una riforma complessiva della legge sulla droga e la legalizzazione delle droghe leggere. Inoltre, sia al Senato che alla Camera sono state depositate varie proposte di legge per la legalizzazione dei derivati della cannabis. Il Governo, da parte sua, ha annunciato un disegno di legge di depenalizzazione che fa propri gli orientamenti emersi dalla Conferenza nazionale sulla droga di Napoli e tiene conto delle sentenze della Cassazione, escludendo comunque la depenalizzazione della cessione gratuita. Analogamente, il disegno di legge sulla depenalizzazione dei cosiddetti reati minori attualmente in discussione al Senato, contiene una norma che prevede la depenalizzazione dei comportamenti legati al consumo personale, ma non della cessione gratuita.

La questione della cessione gratuita è stata oggetto negli ultimi due anni di varie azioni di disobbedienza civile che hanno visto protagonisti Marco Pannella e oltre venti militanti radicali che si trovano attualmente indagati o sotto processo. La Corte Costituzionale, chiamata a decidere su un'eccezione promossa dai legali di Marco Pannella ha stabilito che la cessione gratuita deve essere comunque considerata reato.

La Camera ha nominato due relatori delle varie proposte di legge depositate, ma la discussione sui vari progetti non ha fatto fino ad ora un solo passo in avanti. Da una parte il Polo appare in larga maggioranza contrario a qualunque ipotesi di riforma anche solo vagamente "permissiva", mentre nell'Ulivo i Popolari sono nettamente contrari ad ogni ipotesi di depenalizzazione. Nessuna forza politica appare intenzionata a minacciare equilibri già difficili per molti motivi e lo stesso calendario politico dei prossimi mesi (legge finanziaria, probabili agitazioni sindacali, avvio della moneta unica, elezione del presidente della repubblica, elezioni europee) non lascia grandi speranze. E' facile quindi prevedere che l'iter di tutti i progetti legislativi in materia di droghe avrà vita lunga e tormentata.

Allo stato attuale, a parte la Lista Pannella, tra i partiti rappresentati al Parlamento italiano, solo Rifondazione Comunista ha preso una posizione ufficiale a favore della legalizzazione delle droghe, senza per altro che questa posizione abbia prodotto una vera campagna politica.

PROSSIME UDIENZE PROCESSI

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29 SETTEMBRE 1998

Nuova udienza del processo a Pannella per la cessione gratuita del dicembre 1995 a Piazza Navona.

3 DICEMBRE 1998

Prima udienza del processo a Marco Pannella per la cessione di hashish alla giornalista Alda D'Eusanio in diretta tv nel dicembre 1995.

15 GENNAIO 1999

Prima udienza del processo a Pannella, Bernardini, Caforio, Camici, Pugliese, Zanella per la cessione gratuita dell'ottobre 1997 a Piazza Navona.

(data da verificare)

Udienza del processo a Bernardini, Della Vedova, Pezzuto, Pinto e Vigevano per la cessione gratuita dell'agosto 1995 a Porta Portese.

Per questa azione Pannella è già stato condannato e ha presentato appello.

NB: per le altre azioni di Roma, Bologna e Milano, si sono svolti gli interrogatori ma non sono ancora state fissate le udienze preliminari.

 
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