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- 2 settembre 1998
Riunione dell'area radicale: intervento di Marco Pannella (1)

Roma, Hotel Ergife, 31 luglio 1998

Sbobinatura dell'intervento in video-conferenza di Marco Pannella

(intervento della mattina)

Scusatemi la voce, al naturale è molto migliore di quella che sentite. Non vi preoccupate. Bene. Ma... io vorrei ricordare una cosa, perché ricordare è un modo per farla sapere, visto che mi pare non la sa nessuno.

A dicembre dello scorso anno io ho deciso deliberatamente e ragionevolmente di mettere in discussione delle tappe di salvataggio della mia esistenza rigorosamente preparate e devo dire con qualche coraggio perché mi sembrava doveroso ed ero disponibile a rischiare, ma proprio a rischiare, come poi è accaduto.

Se qualcuno poi dovesse confrontare gli accenni che ho fatto in tutti questi mesi da dicembre, dicembre incluso da gennaio febbraio e marzo, quello che stiamo vivendo in questo momento per esempio, tranne la certezza che io potessi come dire, fisicamente, partecipare alla nostra assemblea, tranne quella, erano tutte evocate ed incluse, perché, perché a dicembre dello scorso anno dissi: benissimo, sentite, dobbiamo dircela molto chiaramente, se uno non crede al partito, non capisce più che cos'è il partito, non capisce più che cazzo sia essere radicali oggi! Se non avere una storia ed una vita, una comunità di santi o di non so che cazzo... voglio dire per quale motivo una persona che non è stata deve divenire radicale.

Qual è il nostro obiettivo, qual è l'obiettivo che riempie in qualche misura la nostra esistenza poi nel fare le varie cose che facciamo, diciamo da radicali ed altro.

Il problema è questo. E' innanzitutto. Bene, io dissi a dicembre sentite qui fra il fatto che ci sono problemi di linguaggio, fra il fatto che ci sono problemi di eccessi, fra tanti altri fatti, l'unica cosa che mi pare fattibile è questa: io continuo a cercare di discutere, di provocare molto più l'interno che l'esterno sull'essere radicali, sulle proposte radicali, sull'altro, e poi invece di tutto si riesce a discutere tranne appunto della volontà di andare avanti e, prestando le ragioni, le proprie ragioni a quell'andare avanti, perché non è possibile andare avanti con i ruoli.

Qualcuno dice di andare avanti, no, quasi sembra velleitariamente, ... e degli altri che si lasciano convincere giorno dopo giorno ad andare avanti. ... Che capacità di conversione degli altri potete avere se non c'è questo. E allora mi pare, io interverrò nel pomeriggio più a lungo, adesso non sono estremamente pronto a farlo ma avete, abbiamo questa occasione, ciascuno di noi ha un pacchetto di un'ora, due, tre, quattro, quello che è, no, da spendere utilmente con gli altri e per gli altri, e insomma , aho, mi si vuol dire al di fuori, quale altra alternativa al di fuori dei miei fra virgolette eccessi, al di fuori dell'andare davvero alle armi, andare per delle persone serie alle armi significa prepararsi magari per tre anni, magari per cinque, ma prepararcisi davvero. Significa avere una piccola parte della serietà dei violenti e dei terroristi, che passano a volte praticamente tutta la loro esistenza a organizzare non so quale colpo maledetto, eccetera. Noi non siamo in queste condizioni.

In più anche questo pianto greco: non sappiamo cosa siamo, non possiamo andare avanti, e via dicendo. Certo! Perché una assemblea di persone che non sanno cosa sono ... Rita: se Marco non ce sta' più me suicido. Io dico posso ucciderti prima, non è che serve, te lo sto dicendo da cinque anni, no, in realtà. Tu sai benissimo, non sai benissimo, ma dovresti capire una volta per tutte che se qualcuno vuole mettere una pietra tombale sul mio contributo al partito deve dire proprio questo, che se non ci sono io, che io non sono riuscito a mettere in piedi una realtà con voi, in cui ciascuno, in modo diverso, è necessario e certo indispensabile, ma se io non ci sono è finita la storia del partito per dico per noi, e per l'uno o l'altro di noi. Questo vuol dire che non vale nulla allora.

Sono le nostre ragioni che hanno creato anche i nostri affetti. Sono le nostre ragioni che hanno creato amori, ideali, slanci ed altro. E queste ragioni vanno non ritrovate, per carità, ma anche lì, ma perché dobbiamo ritrovare ... non dobbiamo ritrovare un beneamato cazzo. Guardate, le cose che noi abbiamo scoperto, fra virgolette, a Budapest, ricordiamolo, perché non lo sanno nemmeno coloro che si siedono lì al partito radicale.

Noi abbiamo tenuto questo grande congresso del partito radicale, con il muro che non era caduto, fu una delle componenti che portarono alla caduta del muro. Ricordate, come dire, i problemi drammatici che scoppiarono fra il ministero degli esteri ungherese, e quello degli altri Stati, con la Romania sorprendentemente abbastanza a favore, insomma, ma allora ci fu il "caso" convocazione del congresso del partito radicale invece che a Belgrado, siccome vietata, a, da Budapest, e il governo di Budapest, il muro non era caduto, il governo di Budapest accetta questo sfregio politico che viene portato a Milosevic, ma viene portato anche agli ortodossi dell'altra parte, autorizzando questa nostra iniziativa politica.

L'abbiamo fatta, l'abbiamo tenuta. Ma sai, come si va a guardare le nostre decisioni, ma voglio dire, ma la verità è che noi ormai abbiamo tutti qualcosa, quindi il partito, come cosa, a cui si accudisce come cura, è difficile trovare il tempo diretto per... o anche capire, appunto, il partito, che cosa formalizza dell'esistente del mondo radicale, può o deve formalizzare. Ma, da questo punto di vista, come volete che noi si riesca a fare un minimo di ragionamento politico quando, o noi siamo isolati, o altrimenti siamo pur sempre l'unica forza politica che poteva immaginare, nel primo semestre di quest'anno in Italia, di ottenere quei po' po' di due risultati, e uno dei due, devo dire, con uno scontro politico, politico, anche se hanno impedito che la politicità di questo scontro continuasse a vivere.

E noi non siamo pronti a fare scontri politici. Così come siamo, noi scontri politici ce li sogniamo, perché il primo scontro politico, eventualmente, è fra di noi o non esiste. Certo non è che voglio scontri politici fra di noi, e per farne che cosa, li voglio gli scontri politici con la realtà. Quando Emma Bonino, Adele Faccio e Mellini si rinchiudono nel carcere non mi ricordo se di Sollicciano o quale, da deputati, senza un cane della stampa magari che seguisse, eccetera, erano, come dire, non isolati? Quando abbiamo scatenato quel po' po' che abbiamo scatenato in Parlamento, o anche in Parlamento europeo, ... eravamo poco isolati? Eravamo più deboli di oggi, in termini oggettivi, politici, in termini ragionevoli?

No, io dico una cosa, che se noi adesso fossimo capaci di leggere la nostra storia e la storia del nostro Paese, la storia che stiamo attraversando, forse ci renderemmo conto che, appunto, questa storia negata in Italia è ... cioè ... stiamo negando anche noi. Cioè senza averne consapevolezza della sua destinazione, in realtà poi anche le sue occasioni, non mancate, ma le occasioni tradite, truffate.

Io oggi sono assolutamente convinto, il che è tecnica, proprio tecnica, che vi sono stati una serie di colpi, golpe di stato, striscianti quanto volete, ma precisi, puntuali, con data di inizio e data finale, tenendo presente la costituzione repubblicana, per impedire il crollo del regime e quindi, secondo, l'andata al potere di altri, anche nostra.

E io quindi direi, così, come riflessione per il pomeriggio, a mio avviso oggi uno che aderisca al nostro gruppo, ma, meglio ancora, perché ci sia un gruppo oggi che abbia la sua ragione, non il suo affetto, il suo amore e via dicendo, quelle cose le coltiveremo sempre, ma io dico le sue ragioni, e anche ragioni ... e questo io credo, avendo molto riflettuto, e devo dire avendo prodotto probabilmente questa stagione della mia esistenza con i miei praticamente eccessi, forse dando un contributo anche teorico e di conoscenza e della teoria della politica e anche comunque della realtà politica e culturale italiana, beh, io ritengo che noi dovremmo dire: siccome la politica cammina sulle gambe delle persone, noi abbiamo lottato contro le idee di questo regime, abbiamo lottato contro questo regime, ... viene un momento nel quale l'identificazione e l'identità fra idee, comportamenti e persone e classe dirigenti eccetera, diventa insuperabile. Bene. Quello è il momento nel quale devi andare all'assalto e quel grup

po dirigente deve essere abbattuto o deve vincere.

Io dico che però questo va visto politicamente, non mi preoccupa ... interrogato che delle brave persone come Ichino? O degli ex personaggi molto puliti come Sylos Labini ed altri o come quella macchietta ormai del nostro ministro dell'economia, Ciampi, dicono: ma come, questo è il primo momento del secolo, è la cosa più giusta, il momento migliore. E sì, cosa credete che dicessero nel 1931, 32, 33, il novanta per cento, in buona fede, il novanta per cento dei professori liberali o popolari eccetera che aderivano e giuravano al fascismo se non: "ma è la prima volta del secolo che c'è queste cose".

La verità è che le verità ideali, culturali, eccetera, sempre meno valgono sul mercato, come dire, la cultura e sul mercato della scienza. Ma il problema è: è possibile, ecco? Io dico: beh, ecco, è possibile abbattere, ma dirlo, nel senso di mandare via, mandare o in galera o fuori comunque, tutti via, il regime e gli uomini del regime. Tutti gli uomini di questi trent'anni. Io ritengo che questo sia costruibile, e, punto.

Altra riflessione: ma noi abbiamo la nonviolenza, alla fine. Noi ne abbiamo quel tanto di teoria neoghandiana o critica rispetto a Ghandi che abbiamo portato nel mondo da soli in avanti in questi decenni, no, abbiamo, ho sottolineato, avevamo, come dire, legittimato la speranza che fosse sufficiente, nel nostro tempo, una versione non dico edulcorata, ma una versione non tragica o meno tragica di quella normale e tradizionale della nonviolenza.

Ebbene qui è ora di finirla. Cioè è vero che la scelta nonviolenta ... il momento che abbiamo consentita, oltre che praticata era la garanzia all'istituto nazionale dell'assicurazione che avrebbero data la polizza, no, che tu non avresti avuto nemmeno un raffreddore in quel periodo della tua vita, perché la moralità ti chiede di non avere il raffreddore, ma sicuramente poi né morte né ferite né altro, perché, sì, certo, c'era poi anche chi digiuna, chi digiuna, ma questo era legato ad una situazione più complessa e comunque non di massa e controllata e controllabile.

Allora per me questo è, io credo, che mi interessa continuare, non continuare, essere, no, non continuare un cavolo. A me interessa impegnarmi per garantire quello che Ernesto Rossi , quello che i Rosselli non potevano se non illusoriamente, tant'è vero che poi ci volle la guerra italiana, garantire che è possibile la rivoluzione e quale rivoluzione, ed è possibile abbattere questo regime.

Aggiungendo anche un carico di risentimento rispetto a questo regime che noi abbiamo vegliato non si formasse nei decenni. Anche in questo stiamo attenti cioè il problema è governare sentimenti e risentimenti, non legittimare solo sentimenti e delegittimare i risentimenti. Questa gente, questa classe dirigente è suicida e assassina. Quando vedo Ciampi dire le cose che dice e le tranquillità che vengono fuori mi vedo semplicemente quell'azionista - partito d'azione - no? Andato a Milano con tanti altri, dove con finanza controllata e ... già da allora con comunisti e da cattolici, ha poi vissuto a Roma eccetera, la Banca d'Italia, in modo che per me è criminale.

Cioè il regime è stato tale perché il controllo il controllo del credito è stato totale, perché è stato permesso al regime un sacco di cose ... e chi è che ha garantito dieci anni di non consiglio di amministrazione a Palermo se non Ciampi e tutti i suoi? Il Banco di Napoli, se non Ciampi e tutti i suoi? Ora, questi signori da sette anni sono in circolazione, fino a quando sono stati un po' con noi, primo governo Ciampi, sull'onda del governo Amato, hanno creato qualche cosa; loro non sono capaci come alleanza sociale di assicurare il ritmo delle riforme, che Giuliano Amato aveva intuito e che è essenziale. Perché in Italia il divario, la forchetta fra il ritmo delle riforme e le riforme poi che cambiano, appunto diventano ... di se stesse è temo molto grande.

Cioè, qui non voglio dirvi: badate, quindi io vedo la crisi economico-sociale del regime. No, però io non vedo l'opposto, il pericolo della non crisi economica e sociale di questi, questa non la vedo. Va bene. Ma insomma, a me importa la politica. A noi ci importa la politica. Fra noi e la politica, fra ognuno di noi e la politica, il tempo, le cose, portano a volte delle ... di barriere non superabili, altre volte superabili, però bisogna anche dare concretezza alle alternative, lo dico per ciascuno, che vuol dire concretezza, che insomma, che ciascuno se la conosca, anche perché magari pensandoci può anche esprimere poi se crede, qualcosa che può servire come suggerimento anche agli altri.

Insomma vedersi il 28 agosto, 29 agosto, ieri mi pare chi era, Sergino che diceva che il fatto che ci riuniamo, no, no, Emma, mi pare, che ci riuniamo di mercoledì giovedì, invece di ... è già una piccola rivoluzione culturale, esatto Emma? Eri tu? Si, Emma, che non mi ricordavo. Prego?

Interviene Emma Bonino che dice: "Ho detto che l'ho detto io".

Ah, grazie. Devo dire, io faccio una scommessa con te, che almeno un'altra riunione, diciamo di giovedì venerdì, l'abbiamo fatta. Comunque benissimo. Io poi che sono sempre un po' fra l'astuto e il figlio di puttana, eh beh, certo, questa volta questo weekend coincideva con l'ultimo weekend di luglio e l'inizio delle vacanze, cioè, se questa nostra riunione... Prego? Ecco, non ho sentito, scusate, Ma, se teniamo presente questo, diciamo che per alcuni aver fatto il giovedì venerdì invece di venerdì sabato e domenica significa magari andare in vacanza da venerdì o da sabato, non per te e non per me, ma insomma... invece che da martedì o dal lunedì precedente.

Ultima cosa, prima di tornarci poi dopo avere seguito il dibattito nel pomeriggio. Insomma, questo cazzo di partito muore, non è sopportabile e via dicendo, non esiste, non lo comunichiamo, che cosa vogliamo ... basta, chiuso, chiudiamolo.

Se lo chiudiamo abbiamo un'altra rottura di palle e io intendo essere al massimo vigile, cioè, la valutazione commerciale che io mi sentirei di dare, del tutto radicale, ivi compreso il portafoglio dei contratti o delle altre cose, è di quaranta, cinquanta miliardi, grossomodo, forse un po' di più, realisticamente, anche se non è un valore commercialmente esigibile subito, ma comunque un valore ... che ne facciamo?

Io personalmente preferirei, a questo punto, dare a cinquecento persone una borsa di studio di un milione e ad una piccola fondazione ad hoc che garantisca la pubblicazione in un anno ... della storia anticomunista di Mario Pannunzio ... e della storia anticomunista di tutti i radicali ... Sarebbero cinquecento persone finalmente interessate anche, no, a far parte della nostra vita.

E vorrei aprire al massimo, vorrei al massimo usare, a rischio di perderne molti, gli averi che siamo costretti ad avere, per diffonderli, a pioggia anche, apparentemente fra virgolette. Non certo per distribuzione nelle piazze, insomma. Con il compito, se vuoi, di dare la possibilità a molte persone, di conoscere quello che noi eventualmente possiamo realizzare e che possiamo dire. E abbattere tutta questa gente.

Io credo che degli ex presidenti della Corte costituzionale, non dico e non penso né al professor Casavola, né al professor ... ma comunque, ma voglio dire, vorrei giuristi importanti, né al professor Conso, potrebbero davvero sul piano tecnico darci dei pareri pro veritate a favore della praticabilità del sequestro dei beni dei partiti, la praticabilità in termini costituzionali, insomma, e legali, del sequestro dei beni dei partiti, della attivazione del codice penale nei confronti ... insomma.

Noi continuiamo a vivere in un Paese nel quale Borrelli ha scelto di mettere in galera, come sappiamo, A o B, ma ha scelto anche di non contestare l'associazione per delinquere o un reato più grave al segretario amministrativo della DC che ha duemila processi o ne ha avuti millecento, e ha contestato a Berlusconi l'impossibilità insomma ... oggettiva, di conoscenza di roba della sua azienda mentre non l'ha contestata a De Mita, non l'ha contestata a nessuno dei leader politici, ma come volete che i segretari amministrativi per anni, riscuotano tutte quelle cose che poi sono oggetto di processo e non c'è ... questi sono.

D'altra parte, più ci penso e più, fuori dalle balle, devo dirlo in termini, vanno messi in galera e vanno denunciati, delegittimati, i magistrati e i giornalisti. Andiamo a vedere, pubblichiamo, ecco, va pubblicata, in Italia, una pioggia di volantini di cosettine messe su Internet, cioè la differenza fra un magistrato italiano e un magistrato del mondo, e anche alcune vicende dei magistrati italiani di trent'anni e più.

Io direi questo, che mi pare possibile che se la gente mi riconosce come qualcuno che ha, hai visto mai, persino a Bossi gli hanno prestato questa possibilità, che dice che li butta via, che li butta fuori, che li vuole mandare in galera, e che forse ci riesce, be', io penso che quelle millecinquecento persone o quant'erano a cui io dissi: io tornerò, tornerei, solo se millecinquecento, mille, quanti erano, mi invitasse alla fondazione di qualcosa, qualche nuova attività, be', insomma, è un metodo giusto.

Per il resto, io vi saluto. Ma scusatemi, noi a Budapest dicemmo quarantamila persone di deputati come ... massimo ... ognuno, nel mondo per raggiungere rapidamente una repubblica mondiale, fra virgolette, no? Poi, e adesso chi ci vieta di aggiungere, sostituire questi con ventimila, venticinquemila nomi di burocrati fra virgolette, del sistema delle Nazioni Unite, delle varie conferenze, dei vari luoghi anche del privato. Chi è che ci vieta di vedere di attivare adesso col digitale, lo stesso procedimento che abbiamo, tu e Sergio, Emma, che avete, che siete riusciti ad assicurare dallo zero e contro tutta la situazione tecnica e tecnologica del tempo?

Tutto qua, mi pare che uno piglia Budapest-2 e dice: deve fare questo, questo e quello. Cioè gli interrogativi ci sono, perché, come dice D'Elia e gli altri, fai questi quattro anni, cazzo, se il partito. L'unico problema è che il partito fa parte di cinquanta comitati e non del ..., in cui si può essere corrotti, essere inseguiti dalle multinazionali eccetera, lo sto dicendo da tre anni, poi non siamo capaci di.

E qui viene fuori la mia osservazione a Sergio D'Elia: certo sei molto serio, va molto bene quello che dici, d'altra parte è poco anche quello che dico anch'io di volta in volta quando affronto un argomento o un tema, ma è anche vero che di tutto questo la nonviolenza, la lotta politica, la lotta ideale e le ragioni per divenire qualcosa che non sia membro della campagna, ma come etichetta che si raccoglie per le strade, insomma si paga per finanziarla, non vedo molto altro. Il che non vuol dire che uno non possa fare le due cose, ma certo, se uno si riunisce per fare queste cose, e l'unica cosa della quale si parla è della prima, francamente, mi pare che non c'è da attendersi molto per il futuro. Voilà.

 
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