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- 1 novembre 1998
Congresso del Cora: intervento di Marco Pannella

CONGRESSO DEL CORA: INTERVENTO DI MARCO PANNELLA

6 GIUGNO 1998 - PARIGI - MAISON DE LA CHIMIE

(non riveduta)

Cappato: si è iscritto a parlare a favore Marco Pannella. Ci sono iscritti contro?

(Risate)

Pannella: a favore, sai, è un emendamento aggiuntivo. A favore, anche per dire alla presidenza che del mio emendamento facevano parte due termini che sono mi pare (incomprensibile) in cui si chiedeva una assunzione di responsabilità da parte del Partito "maggiore e prioritaria". Questa assunzione di responsabilità il partito l'ha sempre avuta. La richiesta che possiamo rivolgere al partito è di una assunzione di responsabilità "maggiore e prioritaria". Va bene? Si intende allora che faccia parte del testo.

Su questo risparmierò anche un solo secondo di più per spiegare perché questa volta sono d'accordo con Giorgio Inzani, e dico e anticipo che userò i tre minuti per la mozione finale.

Cappato: Dobbiamo votare prima l'emendamento. Se vuoi puoi stare qui.

(Risate)

Pannella: Volevo anche chiedere: scusatemi, non credete che l'emendamento sia fatto proprio dalla presidenza e non si vota niente?

Cappato: Sì.

Pannella: Bene, allora posso restare seduto.

Cappato (con applausi) accoglie l'emendamento e lo considera parte integrante della mozione generale.

"Il seguente punto all'ordine del giorno è la mozione. Chi si iscrive a favore? Chi si iscrive contro? La parola a Marco Pannella."

Pannella: La mozione Borrelli è stata depositata formalmente oppure no? E' stata letta ma non depositata? Bene. Io vorrei prendere spunto dalla proposta o dall'intervento di Borrelli, che peraltro condivido quasi al 100 per 100, per cogliere la parola del tutto sbagliata che egli ha usato. Quando Borrelli dice: "il Cora decide di sciogliersi", e poi dice un serie di altre cose che corregge un po'. Io sono d'accordo con questa mozione perché il Cora decide di assumersi una responsabilità politica aggiuntiva e straordinaria rispetto a quelle che ha avuto in questi anni, e propone il primo documento di una organizzazione, di un soggetto politico, il primo documento ufficiale nel quale si richiede, e in qualche misura si esige e si costruisce il Congresso di rifondazione del Partito Radicale. Cioè il Cora accetta le proposte programmatiche che gli sono fatte dagli organi uscenti, e di conseguenza il Congresso plaude al lavoro che gli organi dirigenti hanno fatto; stabilisce, il Congresso, che a questo punto il n

aturale o il necessario svolgimento, proseguimento della battaglia e dell'opera del Cora, come Michel l'ha così bene sottolineato, come Patrice l'ha cosi' bene difeso, esige ormai qualcosa d'altro, per poter essere all'altezza anche dei risultati, e della maturazione dei tempi che noi vogliamo determinare.

Di conseguenza il Cora oggi decide intanto di creare un primo fatto politicamente obbligante per la direzione e gli organi direttivi del Partito Radicale, perché oggi con questa disponibilità a far confluire le proprie energie ed il proprio patrimonio nel rifondato PR il Cora stabilisce il primo passo in quella direzione, ed avvisa il segretario del Partito che politicamente, ormai, la convocazione del Congresso per rifondare il PR è ormai un tempo scaduto e non può più essere un tempo di attesa ma deve essere il tempo dell'inizio della realizzazione. Il Cora esprime la sua convinzione che il proibizionismo nazionale ed internazionale. Non una organizzazione specifica, ma una organizzazione politica che abbia al centro, nel cuore della sua attività, la priorità antiproibizionista. Con ciò facendo, creando le condizioni necessarie per costituire il nerbo politico di questa Rifondazione.

Questo mi sembra di poter dire, in particolare a Michel, così io l'interpreto. Lo dico a Patrice, lo dico perfino a Marco, a quell'ombra che si chiama Maurizio Turco lo dico a tutti quanti. Credo che abbiano molto ben meritato in questi quindici mesi, e questa mozione costituisce, come normale, con il successo su un obiettivo, il superamento della fase che è stata curata e gestita.

Per questo sono d'accordo sulle conclusioni politiche del congresso, e mi auguro che si voglia tenere conto che in alcuni tra di noi, non pochi, abbiamo operato in modo tale da renderci necessario addirittura a livello individuale se non privato questo salto di qualità. Noi stiamo lottando in non pochi in modo da realisticamente immaginare che in un tempo molto vicino (un anno, un po' di meno, un po' di più) continueremo questa lotta trasferendoci in qualche prigione di stato, più o meno italiana, ed è molto avanzata questa fase di scontro, in base alle vicende giudiziarie che abbiamo incardinato ed in base a come dovremo nutrirle ed aggravarle. C'è mi pare corrispondenza rispetto a due grandi problemi: la necessità e l'urgenza del Partito Radicale transnazionale rifondato ed irrobustito e la militanza libertaria che ha assunto su di sé la responsabilità di prevenire l'azione del soggetto politico, della organizzazione, per incananarla, condizionarla.

Tutto qui, grazie del lavoro che avete fatto, arrivederci a fra qualche ora.

(io non sarò domani alla manifestazione qui andrò a Palazzo Chigi, abbiamo 48 ore blablabla su Radio Radicale e sui diritti di libertà di informazione nel nostro paese).

 
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