CONVEGNO "LEVA LA LEVA" - ROMA, 29 GENNAIO 1999
Campagna del Partito Radicale per l'abolizione della leva militare e civile
Roma, 4 dicembre 1998
Egregio signor XXX,
l'obiettivo di questa iniziativa è tanto semplice quanto chiaro: vogliamo mettere radicalmente in discussione sia l'attuale assetto costoso ed inefficiente del servizio militare sia quello burocratizzato ed assistenzialistico del servizio civile.
Per far fronte alle nuove esigenze di difesa, infatti, ci sembra sempre più necessario e urgente che l'Unione Europea adotti una politica estera e di sicurezza comune e si doti degli strumenti per poterla realizzare, e, fra questi, anche di un corpo militare e civile comune, a base volontaria e professionale, posto direttamente sotto il controllo delle istituzioni comunitarie ed in grado di svolgere sia missioni di peace-keeping e di peace-making che missioni umanitarie. Nell'attesa che questa prospettiva si realizzi - e anzi proprio per favorirne la concretizzazione - l'Italia deve abbandonare il modello pletorico ed inefficiente dell'esercito di leva e passare da subito, sull'esempio di molti altri paesi dell'Unione Europea, ad un sistema di difesa di tipo volontario e professionale, che consenta fin d'ora al nostro paese di fornire alla comunità internazionale quel contributo di uomini e di mezzi che troppe volte, in passato, nonostante le attuali dimensioni dell'esercito - e quelle dei relativi bilanci -
non siamo stati in grado di garantire.
Per ciò che riguarda poi il servizio civile, lo stato delle cose è oggi sotto gli occhi di tutti: un istituto nato per attuare una conquista politica e civile si è ormai irrimediabilmente trasformato in uno strumento di statalizzazione e di finanziamento occulto dell'associazionismo privato e del cosiddetto volontariato, determinando tra l'altro l'inquinamento del mercato del lavoro e l'alterazione delle regole della concorrenza. A puro titolo esemplificativo, ricordiamo che se gli enti e le associazioni convenzionati nel 1997 con il Ministero della Difesa non avessero potuto disporre dell'opera coatta e gratuita fornita dagli "obiettori" e avessero dovuto retribuire 50.000 lavoratori regolarmente assunti, avrebbero speso più di 1.000 miliardi di lire.
Tra l'altro, dopo l'approvazione della "nuova" legge sull'obiezione di coscienza, il recente avvio dell'esame parlamentare dei disegni di legge sulla riforma della leva e sul servizio civile nazionale non lascia prevedere nulla di buono: non ci sembra infatti difficile ipotizzare che, pur in presenza di disegni di legge volti alla trasformazione dell'esercito in senso volontario e professionale, verrà invece mantenuto il principio della obbligatorietà della leva, e che questo accadrà non tanto sulla base di ragioni legate alla scelta dell'uno o dell'altro modello di difesa, quanto piuttosto per spostare il "serbatoio" dei giovani di leva dal versante militare a quello civile, consolidando così l'attuale assetto sostanzialmente parassitario del servizio civile, e regalando altri lavoratori a costo zero alle burocrazie parastatali, parasindacali e parapartitiche dei "professionisti del volontariato".
Occorre impedire che questo disegno si realizzi. Per questo speriamo in una Sua pronta adesione alla nostra iniziativa.
RingraziandoLa dell'attenzione, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti,
Olivier Dupuis Daniele Capezzone
Segretario Coordinatore della campagna
In allegato, il testo dell'appello-petizione già sottoscritto da 20.000 cittadini italiani.