Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 20 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio segreteria PR
- 9 dicembre 1998
KOSSOVO: RESOCONTO SECONDA MISSIONE

Alla seconda missione in Kosovo hanno partecipato 4 membri del team: Niccolo' Figa'- Talamanca, Marco Perduca, Lorna Davidson e Florance Darques. Durante la prima settimana Niccolo' e Lorna hanno fatto ricerche in Macedonia, Montenegroe e Kosovo, il 28 novembre sono stati raggiunti a Blegrado da Marco e Florence. Per la seconda settimana il team si e' ridotto a 3 persone e il resto della missione si e' svolto tra la capitale yugolsava e il Kosovo.

A seguito di un primo studio delle informazioni in nostro possesso, e' stato deciso di concentrere le ricerche su alcuni tra i piu' gravi episodi accaduti nel periodo luglio-settembre 1998. Tale scelta e' stata fatta per motivi di compatibilita' con il dettato dello statuto del Tribunale dell'Aia e per ragioni legate sia alla qualita' delle informazioni raccolte, sia perche' nei casi selezionati e' piu' semplice dimostrare che nella regione sia in atto un coflitto armato interno e che siano stati commessi crimini contro l'umanita' su vasta scala e in maniera sistematica.

A differenza della prima visita, in tutti gli incontri abbiamo presentato, piu' o meno chiaramente, lo scopo della nostra missione. Se da un lato questa scelta ci ha creato alcuni problemi iniziali, in particolare con i rappresentanti ONU a Belgrado, dall'altro ci ha consentito allo stesso tempo di poter concentrare le interviste sugli aspetti mancanti e necessari alla stesura di un dossier che evidenzi sia le violazioni del diritto umanitario, sia la catena di comando iugoslava che le responsabilita' politiche delle atrocita' commesse.

Grazie ai contatti presi durante la prima visita e in incontri successivi a New York e a Bruxelles, siamo riusciti ad ottenere una notevole quantita' di informazioni di tipo militare - in alcuni casi molto confindenziali - che ci consentiranno di evidenziare quegli aspetti del conflitto che rientrano nel mandato del Tribunale. In particolare: i rapporti degli osservatori militari dell'Unione europea; informazioni sulla struttura del Ministero degli Interni (servizi e corpi speciali) della Repubblica Federale yugoslava; uno schema dettagliato dell'esercito yugoslavo e della controparte kossovara.

I nostri interlocutori sono stati: diplomatici, addetti militari della missione OSCE, rappresentanti delle maggiori ONG (Humanitarian Law Center (HLC), Amnesty International (AI), Human Rights Watch(HRW)), giornalisti serbi e kossovari. Non tutti hanno dimostrato lo stesso grado di cooperazione. In entrambi i casi pero' alcune eccezioni ci hanno consentito di ottenere preziosi dettagli sugli aspetti di nostro interesse della faccenda. Per quanto riguarde le altre ONG, Natasha Kandic, dell'HLC, ci ha dato la versione originale in albanese di tutti i file relativi agli incidenti da noi selezionati. E' la prima volta che l'HLC condivide i propri documenti con un'altra organizzazione, in passato questo tipo di collabarazione era avvenuta solo con il Tribunale. AI segue il Kosovo solo marginalmente, per oltre 3 mesi non hanno avuto nessuno nella zona, al momento si trovano costretti a dover lavorare su testimonianze raccolte da altri. HRW, che a oggi vanta i migliori rapporti, ci ha detto di non essere in possess

o delle informazioni a noi mancanti riguardanti la stuttura del governo yugoslavo, ma ci hanno detto di apprezzare il nostro lavoro dichiarandosi a completa disposizione per quanto riguarda qualsiasi altro tipo di informazione ed offrendo accesso ai propri archivi a New York. Ne' AI, ne' HRW stanno finalizzando le proprie ricerche alla preparazione di un indictment, entrambi pero' riconoscono la necessita' di arrivare alla preparazione del documento. I giornalisti serbi ci hanno aiutato in particolar modo a cercare di strutturare meglio non solo l'organizzazione formale del governo serbo e di quello yugoslavo, ma anche a comprendere il complesso background all'interno della corte di Milosevic fatto di connessioni e clientele poltiche che puo' essere utile nella comprensione delle responsabilita' politiche e delle reti 'informali' di comunicazione. Gli albanesi invece sono stati preziosi per entrare in contatto diretto con i soldati dell'UCK.

Durante la prima settimana a Pristina e' stato anche incontrato Adem Demaci, 'portavoce' dell'UCK, mentre durante la seconda visita nella zona, abbiamo intervistato, nel loro quartier generale, i comandanti di una delle 5 zone in cui l'UCK ha diviso il Kosovo.

Per quanto riguarda invece la preparazione di un possible video di presentazione del dossier, dal Media Center di Belgrado ci e' stata fornita una lista dettagliata dei filmati in loro possesso. Data la notevole quantita' di materiale si potrebbe pensare anche a ristrutturare il video di presentazione arricchendolo, se del caso, di una presentazione storica

Entro la fine della settimana sara' pronto uno schema del dossier e con la relativa divisione dei compiti e delle scadenze.

Una parte molto importante delle prossime settimane dovra' essere quella dei contatti politici per convocare la conferenza stampa di presentazione del dossier a l'Aia. A questo proposito sarebbe di fondamentale importanza entrare in contatto con i rappresentanti del governo albanese e macedone iscritti al partito, inoltre andrebbe esplorata la possibilita' di un coinvolgimento, anche informale, delle autorita' montenegrine poiche' in crescente contrasto con Milosvevic. Tra i potenziali ulteriori interessati all'iniziativa ci potrebbe essere il leader del partito liberal-democratico inglese, Paddy Ashdown, che era in Kosovo durante uno dei periodi da noi presi in esame e ha visitato la localita' di Senic immediatamente dopo l'attacco. Nei balcani non e' stato preso nessun contatto per la presentazione pubblica del documento.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail