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- 13 dicembre 1998
Re: dopo la riunione di Napoli...

From: bummd@tin.it

Cari compagni e amici,

Ho partecipato o meglio ho assistito all' incontro dell' hotel Continental a Napoli, sabato 5 dicembre 1998 alle 16,00.

Dopo due ore di comizi del direttivo, me ne sono andato, un po' dispiaciuto di non aver sentito voci locali. Vorrei, comunque, trasmettervi alcune mie considerazioni a margine del convegno e delle tematiche ad esso inerenti.

Sono stato Consigliere Comunale dal 1993 al 1997 a Caserta per quattro anni in maggioranza, pur costituendo due anni fa un gruppo laico chiamato "Città Democratica" che ha cercato di rimarcare con progetti ed azioni i principi di quella che voglio continuare a chiamare (mi scuserete) sinistra liberale.

Fra le battaglie che ci stanno a cuore, di carattere nazionale, sono riuscito ad ottenere una votazione unanime sul "save Tibet" e l'iscrizione del Comune di Caserta a "Nessuno tocchi Caino" (con diverse opposizioni delle destre); a far votare 13 consiglieri su 40 la mozione sulla legalizzazione delle droghe leggere (con totale avversione delle destre e della parte cattolica della maggioranza); la mozione per ricordare "Ernesto Rossi" nel centenario della nascita (nato a Caserta nel 1997).

Vengo all'incontro:

1. Più che un regime c'è una restaurazione, dopo un breve periodo di speranza di giungere ad una democrazia compiuta derivante purtroppo per dirla alla Popper da "spargimenti di sangue" avuti con la lotta armata prima e con tangentopoli poi. Partiti e partitini si stanno riorganizzando seguendo le solite strade, che ben conoscono, per paura o convenienza ad avventurarsi su nuovi tragitti.

Ci sono forze e sforzi per evitare la totale restaurazione e la creazione di un nuovo regime bloccato. Mi sembra che il passato regime, adesso in restaurazione, è stato creato e condotto dalla democrazia cristiana, con alleati di turno, più o meno palesi, ma con identica guida. Per cui ritengo che la restaurazione riguardi prima di tutto i conduttori del vapore e poi semmai i comprimari. (vero Stanzani?).

Lo dimostrano le posizioni al limite dell' isterismo di Marini e di altri comprimari centristi, impauriti di dover scegliere definitivamente da che parte stare.

Cerchiamo di individuare e unirci a queste forze che tentano di evitare la restaurazione, anche quando non ci sono primogeniture o quando non sono interne al Partito Radicale. Sarebbe oltremodo presuntuoso e colpevole ritenere di essere gli "unici". Impariamo ad andare anche noi con altri e non solo a richiedere che altri vengano con noi.

Primo round è il referendum elettorale. Forse mi dovreste spiegare la differenza tra la nostra e la posizione di Di Pietro sul tema specifico, specie ora che ha dichiarato che è per il maggioritario secco e contro il finanziamento pubblico dei partiti nella forma attuale (per cui è scomparso dalla stampa). Oltre a Di Pietro (che su altre cose può essere discutibile) si sta sviluppando anche il movimento Cento Città, con lo stesso intento, e al quale mi sto avvicinando con curiosità visti i temi trattati e sperando che non si trasformi nell'ennesimo partitino, ma lavori alla loro scompaginazione.

2. La radio. E' vero ci sono state forze che si sono opposte alla convenzione a radio radicale. I Radicali hanno combattuto per avere la convenzione e la hanno avuta. Ma vi sembra poi tanto strano, tanto scandaloso, che ci siano forze avverse, che altri cerchino di portare avanti diversi interessi, che giudichino migliori delle diverse condizioni?

A me no. Nel mio lavoro quotidiano le battaglie di questo tipo con la burocrazia, gli uffici, gli amministratori, la politica, sono pane quotidiano, così come la mia continua azione per sminuire la "elefantiasi burocratica" per dirla alla Rosselli.

E non sempre sono così trasparenti ed evidenti. Pannella ha lottato e vinto, da buon politico e con il suo solito ardore, ma per favore, non create martiri dove non ci sono; potremmo sentir dire la stessa cosa per Berlinguer e ciò non gioverebbe ad un rinnovamento della politica.

3. Scelta di campo. Ho sempre ascoltato con passione le citazioni e le argomentazioni di Pannella, di Zevi, di Emma Bonino ( e pochi altri a dire il vero anche tra gli altri radicali) sulla sinistra liberale, sul socialismo liberale di Rosselli, sulla "rivoluzione liberale" di Gobetti, sul federalismo e anticlericalismo di Salvemini a recupero di Cattaneo e a sviluppo proprio, sui temi di modernizzazione e antimonopolistici di Ernesto Rossi (casertano per puro caso come Lui stesso disse), sul Popper che da questi a mio avviso ha prelevato a piene mani.

Orbene in un bipartitismo ci sarà un partito Democratico ed uno Conservatore. Per il partito democratico è mia convinzione (comunque confutabile) che la via social-liberale sia obbligata. Nonostante tutto vedo dei segnali incoraggianti in alcune trasformazioni operate dai recenti Governi. E' chiaro che i monopoli ed i privilegi sono duri a morire, ma qualche segnale c'è.

Anche nella Sinistra Democratica, c'è una contrapposizione tra l'apparato tradizionale e diverse culture, fra cui quella tradizionalmente social-riformatrice.

Ma non mi sembra così incoraggiante il presunto rinnovamento del "POLO" sempre più clericale.

E allora i Radicali potranno mai stare con i Conservatori o potranno ancora a lungo continuare a dire chi mi ama mi segua, contraddicendo il principio bipartitico, o a far finta che la politica nazionale non interessi? (il compagno di Napoli che è intervenuto ha prospettato le difficoltà di tutti i giorni), o ancora a dire che destra e sinistra di oggi non hanno significato mentre c'è la piena restaurazione ?

I principi di Emma Bonino sono quelli di un deputato leghista ascoltato mercoledì 9. c.a. in Radioradicale, che invitava a votare il sindaco del Polo di una tal Città perché quello dell'Ulivo aveva creato campi nomadi e di accoglimento di extracomunitari ? Penso proprio di no.

4. Ambiente : ho ascoltato il quasi nulla dell' On. Pecoraro Scanio, che si è sempre opposto nella nostra Regione a qualcosa di più ampio dei suoi soliti quattro amici, con conseguente precipitazione del fenomeno "Verdi" che nel 1989-90 in Provincia di Caserta aveva percentuali accettabili.

Immerso nell'eccesso di non-profit, finora ha contribuito a lasciare irrisolti i problemi sul tappeto (cave, rifiuti, acque, rumori, invivibilità ...). E' riuscito a ritagliarsi un suo angolo di "giustizialista giusto", pagando poi i contributi radicali per chiedere di rilanciare l'iniziativa ambientale, considerati gli scarsi seguiti propri e i problemi nel partitino.

5. Non vi ho mai visto in giro. Siete forse troppo impegnati, da cattivi federalisti, nella Capitale. Avrei molto piacere che discussioni tematiche con la partecipazione di qualche esponente del direttivo (ma con maggior intervento diretto del pubblico) si tenessero nelle periferie della Repubblica.

Io sono, nel mio piccolo, a Vostra disposizione, specie per le tematiche più immediate, che al momento sono maggioritario e quindi referendum , partito democratico, federalismo/ sburocratizzazione/lavoro.

Vi saluto affettuosamente sperando di vederVi in quella costruzione del Partito Democratico che Pannella già molti anni addietro ipotizzava.

Ciao

Mauro Desiderio - via Medaglie d'Oro n. 7

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