a cura di Roberto Spagnoli
* SVIZZERA
La politica svizzera in materia di droghe si basa sul cosiddetto modello dei "quattro pilastri": prevenzione, terapie, riduzione dei danni e repressione.
Nell'ultimo anno e mezzo i cittadini svizzeri sono stati chiamati due volte a votare referendum che avevano per oggetto la politica sulle droghe. Nel settembre del 1997 si trattava di un referendum proibizionista, che non solo avrebbe bloccato i programmi di somministrazione di eroina sotto controllo medico, ma avrebbero imposto norme restrittive anche per l'uso del metadone. Nel novembre 98, al contrario. Il referendum proponeva la libertà di coltivazione, di consumo e di acquisto di stupefacenti per uso personale e la gestione del mercato delle droghe, anche pesanti, tramite un monopolio di Stato.
Entrambi i referendum sono stati respinti. I cittadini svizzeri, cioè, in due occasioni, hanno confermato la politica del governo di centro-sinistra che percorre una via di mezzo che continua a prevedere determinate misure repressive, ma che considera ogni nuova possibilità di trattamento dei tossicodipendenti, come la prescrizione di eroina sotto controllo medico, e conferma anche tutti i progetti di riduzione dei danni in corso nelle città svizzere.
Attualmente sono quattordici le città in cui sono in corso programmi che prevedono anche la prescrizione di eroina sotto controllo medico, mentre altre città hanno intenzione di avviare analoghi programmi (che attualmente sono all'esame delle autorità competenti). L'eroina necessaria per i programmi viene acquistata da industrie farmaceutiche sotto la supervisione dell'Onu.
* OLANDA
Nonostante i ricorrenti attacchi da parte di Francia e Svezia, l'Olanda continua nella sua politica che, pur non prevedendo la legalizzazione delle droghe (non potrebbe almeno fino a che rimane firmataria delle Convenzioni Onu) si puo' comunque definire non proibizionista: l'uso di droghe non è perseguibile; la detenzione di droghe pesanti è tollerata se in modica quantità e per uso personale; le droghe leggere possono essere acquistate (max 5g) e consumate nei coffee-shop.
Accanto a questo, l'Olanda prevede interventi sociali e sanitari ispirati alla politica di riduzione dei rischi e dei danni. E quindi: unità di strada, farmaci sostitutivi, shooting rooms, centri "a bassa soglia", ecc.
Attualmente sta avviando i primi progetti-pilota per la somministrazione dell'eroina sotto controllo medico sull'esempio svizzero.
La politica olandese, ormai quasi ventennale, dimostra che un approccio tollerante e pragmatico è in grado di controllare il fenomeno, di conoscerlo, di circoscriverlo. Certo non mancano alcuni aspetti negativi che spesso i proibizionisti citano per dimostrare il presunto fallimento di tale politica. La mancata legalizzazione, fa si' che, p.es. nel caso dei coffee-shop, il sistema con cui questi locali si riforniscono resti in una "zona grigia" che lascia spazio all'attività di organizzazioni criminali. Esiste poi il fenomeno del "turismo della droga" (qualcuno ha parlato di "narcopendolari") che porta migliaia di persone - francesi, belgi e tedeschi soprattutto - ad affollare nei week-end le cittadine olandesi di frontiera creando problemi di ordine pubblico e rendendo tesi i rapporti tra i rispettivi governi.
* GERMANIA
La legislazione tedesca non è delle più repressive (p.es. la detenzione di piccole quantità di hashish è depenalizzata dal 94). Molto dipende pero' dai singoli Laender: alcuni ammettono la detenzione di modiche quantità di droghe, altri contemplano il carcere anche per le droghe leggere. In alcuni Laender commissioni di esperti giuridici si sono espressi a favore di riforme che vadano nella direzione delle legalizzazione. Da ricordare i capi della polizia delle maggiori città tedesche che nel 97 hanno chiesto la legalizzazione della cannabis e la distribuzione controllata di eroina come misure necessarie per affrontare i problemi di criminalità e di ordine pubblico nelle grandi aree urbane.
Lo scorso gennaio il ministro della Sanità Andrea Fischer ha annunciato che il nuovo governo tedesco intende avviare rapidamente il progetto-pilota per la distribuzione sotto controllo medico di eroina ai tossicodipendenti, seguendo l'esempio svizzero. Il precedente governo guidato da Helmut Kohl, rimasto al potere per 16 anni, si era sempre opposto a sperimentazioni di questo genere.
Attualmente il progetto è all'esame degli esperti scientifici e dei rappresentanti dei Laender interessati.
Come in Svizzera l'utilizzo dell'eroina sotto controllo medico sarà rivolta a pazienti con una lunga dipendenza alle spalle e per i quali altri metodi terapeutici non hanno dato risultati apprezzabili. I primi programmi-pilota dovrebbero partire entro la fine dell'anno.
* FRANCIA
Fino ad oggi ha perseguito una politica di rigido proibizionismo impermeabile ad ogni sollecitazione anche solo nella direzione della "riduzione del danno". La legge francese è una delle più restrittive in ambito UE. Inoltre in Francia è in vigore la cosiddetta L630, cioè la norma che vieta di "mettere in una luce favorevole" la droghe proibite e quindi ha fino ad oggi impedito campagne e iniziative antiproibizioniste su vasta scala.
Durante il governo Balladur, il ministro degli Interni Pasqua aveva aperto il dibattito sulla depenalizzazione della cannabis ma senza alcun risultato. A partire dall'anno scorso pero' il muro sembra essere meno solido. La presenza nel governo di alcuni antiproibizionisti (per quanto cauti come Kouchner) e le conclusioni della commissione Roques hanno contribuito in certa misura a riaprire la questione anche se allo stato attuale non si capisce bene cosa il governo voglia fare. Nell'UE la Francia continua a chiedere l'armonizzazione in senso proibizionista delle politiche dei vari paesi membri e ha più volte attaccato la politica olandese, costituendo, insieme alla Svezia, l'asse proibizionista intransigente all'interno dell'Unione. La posizione del presidente Chirac resta allineata ai più rigidi dettami della "war on drugs".
* GRAN BRETAGNA
Nonostante il Regno Unito vanti un'esperienza d'avanguardia come quella di Liverpool, la politica di tutti i governi (conservatori e laburisti) è rigidamente proibizionista. Nel corso dell'ultimo anno c'è stato un po' di dibattito sia grazie ai casi di cronaca che hanno coinvolto alcuni esponenti del governo, sia attorno all'utilizzo terapeutico della cannabis. Nel 98 il giornale Independent on Sunday ha sostenuto una campagna per la legalizzazione della cannabis sfociata nella manifestazione di migliaia di persone tenutasi a Londra nel marzo 98. In Gran Bretagna l'eroina farmaceutica è inserita nella farmacopea ufficiale e quindi a disposizione dei medici che vogliano utilizzarla nel trattamento dei tossicodipendenti.
* ITALIA
La legge sulla droga attualmente in vigore in Italia è la cosiddetta "legge Craxi-Jervolino-Vassalli", modificata dal nostro referendum del 1993 che ha abolito il meccanismo della "dose media giornaliera", ha depenalizzato la detenzione personale e ha ristabilito la libertà terapeutica dei medici nella cura delle tossicodipendenze. Chi viene sorpreso in possesso di quantità non rilevanti di droghe va incontro a sanzioni amministrative (di solito la sospensione della patente) e alla segnalazione al servizio tossicodipendenze (Sert).
Negli ultimi due anni alcune sentenze della Corte di Cassazione hanno stabilito che alcuni comportamenti legati al consumo personale (come l'acquisto di gruppo o la piccola coltivazione per uso personale) non sono reati. La Cassazione ha anche affermato che per accusare una persona di spaccio non basta considerare la quantità posseduta, ma anche altri fattori, comprese le condizioni economiche della persona in questione.
Un'altra sentenza delle sezioni penali riunite della stessa Cassazione ha pero' stabilito, con una sentenza molto grave sul piano ideologico, politico ma anche giuridico, che se una sostanza è proibita, la sua reale "capacità drogante" non ha alcuna importanza: è reato in ogni caso.
In febbraio è stata approvata una legge ("legge Lumia") che stabilisce che i programmi gestiti da privati che utilizzano farmaci sostitutivi (attualmente è autorizzato solo il metadone) non possono essere finanziati dal "Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga". Cio' non significa che i privati non possano più utilizzare il metadone o che non possano ricevere altri tipi di finanziamenti pubblici, Dal punto di vista "ideologico" pero' è una norma inaccettabile che contrasta con lo spirito del referendum del 93.
Dal maggio del 1994 in Parlamento giace la proposta di legge di iniziativa popolare del CORA per una riforma complessiva della legge sulla droga e la legalizzazione delle droghe leggere. In questi ultimi anni sia al Senato che alla Camera sono state depositate varie proposte di legge per la legalizzazione dei derivati della cannabis (Corleone, Manconi, ecc.). La Camera ha nominato due relatori delle varie proposte di legge depositate, ma tutto è finito li'. Da una parte il Polo appare in larga maggioranza contrario a qualunque ipotesi di riforma anche solo vagamente "permissiva", mentre nell'Ulivo i Popolari e i diniani sono nettamente contrari ad ogni ipotesi di depenalizzazione. Nessuna forza politica ha certo intenzione di minacciare equilibri politici già difficili per molti motivi e lo stesso calendario politico dei prossimi mesi non lascia alcuna speranza. E' facile quindi prevedere che l'iter di tutti i progetti legislativi in materia di droghe continuerà a restare nei cassetti.
Il Governo Prodi aveva più volte annunciato un disegno di legge di depenalizzazione basato sul lavoro della "commissione La Greca"che faceva propri gli orientamenti emersi dalla Conferenza nazionale sulla droga di Napoli e teneva conto delle sentenze della Cassazione, escludendo comunque la depenalizzazione della cessione gratuita (che è proprio la questione sollevata con le disobbedienze civili degli ultimi anni) e lasciando in vigore le sanzioni amministrative. Nonostante ripetute promesse del ministro Livia Turco per ora non si è visto nulla. Per questo il senatore verde Saro Pettinato ha trasformato la relazione "La Greca" in proposta di legge e l'ha depositata.
Recentemente il Senato ha approvato il disegno di legge per la depenalizzazione dei reati minori, ma la depenalizzazione dei comportamenti legati al consumo personale di droghe, nonostante il governo avesse presentato un emendamento favorevole, è stata stralciata senza alcuna discussione con l'accordo preventivo tra maggioranza e minoranza.
Data l'agenda politica dei prossimi mesi è del tutto improbabile che la questione droghe faccia alcun passo avanti.