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- 2 marzo 2000
Risposte da NEWS RADICALI

From: Euro Jerse jerse@bibgen.univ.trieste.it

To: News_Radicali_IT-owner@listbot.com

Subject: (no subject) Sent: 2 Mar 2000 09:00:58 -0000

Consultando la rivista on-line "STORIA in network" (mensile di ricerca

per appassionati e studenti) http://web.tiscalinet.it/storia/ e

precisamente il numero 41, marzo 2000, trovo l'articolo "I delusi della

libertß".

Detto articolo si trova nella rubrica Novecento, che consulto per

interesse mio e di mio figlio che prepara l'esame di maturitß classica

ed impegnato nello studio del Novecento.

L'autore dell' articolo in esame Gian Luigi Falabrino (presentato come

Vice-direttore della Scuola di Giornalismo di Milano), che mette in

guardia tutti gli italiani amanti della democrazia e della libertß

contro i pericoli che incombono (segue breve stralcio) :

" Non sembri inutile ripercorrere le tappe ideologiche di un processo

che, tra la fine

dell'Ottocento e il 1933, ha visto molti valentuomini, in origine

liberali, democratici e socialisti,

opporsi al regime liberal-democratico il quale - allora - sembrava

dominare l'Europa, sia pure in

varia misura. E non era, si badi, un'opposizione per migliorare quei

regimi, per renderli

veramente democratici. Era l'opposizione dei "delusi della libertß",

come li chiam Paolo Vita

Finzi in un vecchio libro (Le delusioni della libertß), che oggi occorre

rileggere per trovare

impressionanti analogie con il nostro tempo, e per diffidare di chi

vuole ridurre, o distruggere, la

democrazia nel nome di un apparente liberalismo e liberismo. I delusi

non erano soltanto gli

imperialisti e i vitalisti irrazionali come D'Annunzio e Marinetti.

I veri delusi, e i pi· pericolosi - come oggi i Pannella, le Maiolo, i

Biondi, e i rottami del

socialismo craxiano - venivano da ben altre origini e da pi· degne

ideologie. Guardiamoli un

poco, uno ad uno..."

Questa rivista si presenta come strumento didattico, questo autore ai

vertici di una Scuola di Giornalismo. Come si fa ad insegnare ai giovani

che proprio chi ha cercato di dare nuova dignitß ai cittadini, alle

libertß democratiche, agli strumenti della democrazia, "Il pi·

pericoloso".

Si pu dissentire da tutto, finalitß, modi, sistemi, ma presentare

radicali e liberali come pericolosi nemici della libertß, mi sembra

troppo.

euro jerse

jerse@bibgen.univ.trieste.it

--------------334135F9D26C185AF1AFF449

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Consultando la rivista on-line "STORIA in network" (mensile

di ricerca per appassionati e studenti) http://web.tiscalinet.it/storia/   

e precisamente il numero 41, marzo 2000, trovo l'articolo "I delusi della

libertà".


Detto articolo si trova nella rubrica Novecento, che

consulto per interesse mio e di mio figlio che prepara l'esame di maturità

classica ed è impegnato nello studio del Novecento.

L'autore dell' articolo in esame è Gian Luigi

Falabrino (presentato come Vice-direttore della Scuola di Giornalismo di

Milano), che mette in guardia tutti gli italiani amanti della democrazia

e della libertà contro i pericoli che incombono (segue breve stralcio)

:

" Non sembri inutile ripercorrere le tappe ideologiche di un processo

che, tra la fine


dell'Ottocento e il 1933, ha visto molti valentuomini, in origine liberali,

democratici e socialisti,


opporsi al regime liberal-democratico il quale - allora - sembrava

dominare l'Europa, sia pure in


varia misura. E non era, si badi, un'opposizione per migliorare quei

regimi, per renderli


veramente democratici. Era l'opposizione dei "delusi della libertà",

come li chiamò Paolo Vita


Finzi in un vecchio libro (Le delusioni della libertà), che

oggi occorre rileggere per trovare


impressionanti analogie con il nostro tempo, e per diffidare di chi

vuole ridurre, o distruggere, la


democrazia nel nome di un apparente liberalismo e liberismo. I delusi

non erano soltanto gli


imperialisti e i vitalisti irrazionali come D'Annunzio e Marinetti.


I veri delusi, e i più pericolosi - come oggi i Pannella, le

Maiolo, i Biondi, e i rottami del


socialismo craxiano - venivano da ben altre origini e da più

degne ideologie. Guardiamoli un


poco, uno ad uno..."

Questa rivista si presenta come strumento didattico,

questo autore è ai vertici di una Scuola di Giornalismo. Come si

fa ad insegnare ai giovani che proprio chi ha cercato di dare nuova dignità

ai cittadini, alle libertà democratiche, agli strumenti della democrazia,

è "Il più pericoloso".

Si può dissentire da tutto, finalità,

modi, sistemi, ma presentare radicali e liberali come pericolosi nemici

della libertà, mi sembra troppo.

 
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