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- 25 aprile 2000
Subject: appello
From: marcoscarpati

APPELLO DA RADICALI AI RADICALI

Sono diversi mesi che non ci fermiamo a ragionare su cosa sta avvenendo intorno a noi. Prima la raccolta delle firme per i referendum, poi quelle per le elezioni e poi la campagna elettorale hanno fatto in modo che fra di noi, al ragionamento si anteponesse l'azione. Questo non ha aiutato noi militanti ed ha fatto inceppare il già tenue meccanismo di dibattito che, fra l'altro, si era appena formato. Così è capitato spesso di non capire cosa stava succedendo, di raccogliere le firme per le elezioni chiedendo aiuto ai consiglieri comunali e provinciali del Polo proprio mentre a Roma le porte si stavano chiudendo con loro e di non riuscire a comprendere bene neppure quali fossero le questioni di cui si dibatteva, su cui si arenava il confronto con Forza Italia e con il centro destra. Dobbiamo ammettere che nessuno di noi, qui a Reggio, è mai stato un entusiasta estimatore del polo moderato: da tempo è terminata la spinta liberale al suo interno e Forza Italia, da almeno un paio di anni, ci è parsa più impegnat

a a "democristianizzarsi" che a rappresentare la sponda liberale a cui appoggiare i progetti libertari del radicalismo italiano. Fra l'altro cosa abbia a che fare la cultura e la storia radicale con il moderatismo è segreto che nessuno è mai riuscito a spiegarci: in questo hanno ragione Casini e Buttiglione. Noi e loro non possiamo neppure andare allo stesso bar senza che i nostri padri (anticlericali) ed i loro non si rotolino nella tomba. Durante la raccolta delle firme avevamo avuto le prime avvisaglie che qualcosa non andava per il verso giusto: poca gente si fermava ai tavolini ed il disinteresse per noi cresceva a vista d'occhio. Difficoltà nostre? E' probabile: neppure noi avevamo ben chiaro quale fosse il progetto e il dilungarsi in discussioni con il polo e in bisbiglii con l'ulivo non aiutava. Essere antagonisti e nonviolenti vuol dire dialogare si, ma al momento giusto. L'immagine che è risultata è stata quella non già di fieri oppositori del sistema dei partito, bensì di paria, poco credibili, u

n poco traballanti, con poche idee e molto confuse. E soprattutto non è apparso che noi eravamo distanti da loro, ma solo che loro non ci volevano. Folle, se pensiamo alla progettualità che abbiamo in corpo. Ovvio se pensiamo che mentre si raccoglievano le firme per liste autonome Marco ed Emma stavano parlando con il polo e, almeno così è sembrato, chiacchierando con l'ulivo. Abbiamo quindi iniziato una campagna elettorale che ci ha visto poco presenti (fra l'altro con spazi nelle TV locali poco occupati o riempiti di messaggi forse belli, ma che nulla c'entravano con quello che si doveva dire...). Pochi giorni prima delle elezioni, poi, il non aver rinviato al mittente con durezza l'invito di D'Alema ha fatto scendere al lumicino la nostra credibilità. Chi siamo? In due anni abbiamo ondeggiato come non mai, fra la destra e la sinistra, insistendo nel proporre un progetto al polo che neppure ci stava a sentire. Il risultato elettorale di conseguenza non è neppure da gettare: se pensiamo che a due settimane

dal voto abbiamo mutato la pelle per l'ennesima volta, abbiamo convinto a seguirci circa il 3 % dell'elettorato. Pochi?: quasi il triplo della vecchia lista Pannella. Adesso, per coerenza, dovremmo almeno continuare per la nuova linea: cercare di dialogare con l'ulivo sui nostri valori, aprire con DS, Verdi e Democratici (gli altri paiono più ondeggianti di noi...) un confronto sui referendum, sul progetto di Italia liberare, libertaria ed ecologista... Leggiamo oggi di un nuovo appello di Marco al Polo per la difesa dei referendum che forza Italia non ha mai voluto e che AN ha già dimenticato. Scusateci ma l'ondeggiamento comincia a farci venire il mal di mare. Emma si dimette? E perchè non Marco!!! Emma, nel bene e nel male, ha portato un corposo numero di radicali al Parlamento Europeo, ha raccattato domenica scorsa il 3% dei voti e creato una nuova speranza in un partito che stancamente si aggirava attorno all'1% (pensiamo ai risultati delle regionali del '95 o alle politiche del 96...). E Marco assomigl

ia solo lontanamente a quel leader politico che è stato: le sue idee ed i suoi ragionamenti sono difficili da seguire anche per noi che lo conosciamo ed amiamo da anni, spesso ripete stancamente mille volte gli stessi concetti, sempre meno chiari e sempre più nebulosi. Fra l'altro aprire al polo di Bossi e Buttiglione adesso, ci pare incredibile: l'antisolidarismo egoista ed il democristianesimo più becero cosa c'entrano con noi. Sono loro che hanno vinto: i loro valori e le loro folli decisioni post democristiane. Opponiamoci: prepariamoci ad anni di "resistenza" liberale e libertaria per poterci liberare dai loro spettri e dalle loro idee. Altrimenti chiudiamo per sempre. Quindi se qualcuno deve cedere il passo che non sia Emma, che ha dimostrato comunque di avere idee. Che sia Marco.

Stella Borghi

Benito Buia

 
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