All'attenzione di Giuliano Amato
Presidente del Consiglio dei Ministri
Roma, 5 giugno 2000
Egregio Signor Presidente, caro Giuliano,
Come forse saprai, dal 1995 il Partito Radicale Transnazionale gode dello status consultivo come organizzazione non-governativa (ONG) di prima categoria presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni unite. In questa veste ha potuto partecipare ai lavori nelle varie sedi dell'ONU nel mondo e, in primo luogo, alla Commissione Diritti Umani di Ginevra, intervenendo sia oralmente che per iscritto su situazioni dove i diritti dell'uomo erano, e sono, palesemente violati e calpestati.
E' in questo constesto che quest'anno, durante la 56ma sessione della Commissione di Ginevra, è intervenuto a nome del Partito Radicale, Akhiad Idigov, presidente della Commissione Esteri del Parlamento ceceno e rappresentante speciale del Presidente ceceno Maskhadov, nonché nostro iscritto.
A seguito del suo intervento in plenaria, la Federazione russa ha chiesto formalmente al Comitato delle Nazioni unite per le ONG che venga ritirato lo status consultivo al Partito Radicale Transnazionale. Nella sua lettera al Comitato, la Federazione russa basa la propria richiesta sia sull'intervento del Sig. Idigov che sulla posizione del PRT in materia di politica sulle droghe, accusandoci di aver violato l'articolo 57 b che prevede il ritiro per organizzazioni che hanno provati contatti con organizzazioni criminali dedite al traffico di droga e al riclaggio di danaro sporco (sic!).
Su questi due capi di imputazione abbiamo redatto un primo memorandum che mi permetto di allegare alla presente insieme alla lettera della Federazione russa al Comitato sulle ONG. Come potrai vedere dalla composizione del Comitato, la richiesta della Federazione russa ha buone possiblita' di ottenere il sostegno necessario per essere accolta. Se questo dovesse accadere, si verrebbe cosi' a creare un pericoloso precedente in materia di libertà di espressione e di opinione per le ONG all'ONU.
Stiamo ovviamente entrando in contatto a New York con i paesi membri del Comitato. In alcuni di questi, naturalmente gli europei e, in una certa misura, gli Stati Uniti, abbiamo riscontrato un atteggiamento costruttivo. Il Presidente del Comitato, il turco Levent Bilman, ci è sembrato altrettanto disponibile, ma ci ha preannunciato che, anche per la carica ricoperta, si dovrà presubilmente astenere in caso di votazione. Abbiamo anche richiesto un incontro alla Missione russa a New York ma nutro forti dubbi sulla possibilità di poter stabilire il benché minimo dialogo con loro. Rimangono altri paesi sui quali, credo, possiamo intervenire sperando in un atteggiamento ricettivo: Cile, Colombia, Bolivia e Senegal, e lo faremo nelle prossime ore, mentre ritengo che l'azione dell'Italia potrebbe essere determinante nei contatti con India, Algeria, Libano, Etiopia e Pakistan. Su Cina, Sudan e Cuba credo che concorderai con me nel ritenere che non ci sia invece niente da fare.
Con la speranza di poterti incontrare quanto prima per poter approfondire la questione di persona, resto a tua completa disposizione per ogni ulteriore informazione.
Cordialmente,
Emma Bonino
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