Italia:
Giovanni Brauzzi, delegato al 3o Comitato. Brauzzi e' stato il primo diplomatico che avevo contattato e mi era sembrato, gia' allora, sia una buona fonte di informazione, sia un 'consigliere' valido per gli approcci diplomatici. Dopo la telefonata di oggi confermo questa mia impressione. A seguito della partenza della Borzi e' il delegato italiano che si interessera' del nostro caso... per fortuna.
Ieri sera c'e' stato un cocktail offerto dai russi, dove Brauzzi ha avuto l'occasione di parlare a lungo col delegato russo e con quello americano. Ad un certo punto della conversazione e' anche venuto fuori che tra gli interventi del PR a Ginevra ce ne e' stato uno contro l'Italia ... il russo ha detto che per loro e' stato molto imbarazzante dover sentire l'Ambasciatore italiano rispondere alle accuse della Bonino... Brauzzi ha tenuto a sottolineare che un conto sono le questioni specifiche, e un conto sono i principi generali, e che l'Italia e' a favore della liberta' di espressione e che quindi tutte le ONG che participano ai lavori dell'ONU senza abusare del proprio status, come il PR, devono poter continuare a farlo.
Mi ha detto che I russi, a ieri sera, gli sono sembrati senza ordini dalla capitale e che quindi, anche l'aver declinato il mio invito a incontrarci, potrebbe essere letto in questo senso. Uno dei suoi argomenti in favore di un non voto e' stato quello gia' usato dalla Belillo, e cioe' la ricerca di tenere il tono quanto piu' basso possibile.
Brauzzi mi ha anche un po' descritto i nostri alleati, mettendomi in guardia dagli olandesi che, contrariamente a quanto dettomi da Peters, l'anno scorso all'ECOSOC su Christian solidarity crearono piu' problemi, con la loro linea purista, di quanti invece non avrebbero potuto contribuire a risolverne con un approccio piu' "realista", come quello, per l'appunto degli italiani. Mi ha consigliato di ottenere tutta la documentazione del 1999 relativa a CSI dall'americano, perche', nella malaugurata (ci ha tenuto a ri-sottolinearlo) ipotesi di un voto, che sarebbe sicuramente negativo, potremmo seguire gli stessi passi procedurali per appellarci al Consiglio e guadagnare 6 mesi di tempo per presentare una nuova memoria - concentrata sull'articolo 57 (a) per dimostrare che non esistono elementi che possano provare un "pattern of act" da parte nostra contro i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite ne' contro la Russia - ed ottenere un nuovo "esame" al Comitato.
Era contento di sentire che avevo buoni contatti con molti delegati, col francese in particolare, e mi ha esortato ad "usare" Sacirbey per un'intelligence sui paesi musulmani, ricordandomi pero' che paesi come Algeria e Tunisia sono dei casi persi in partenza e che a poco servono ragionamenti di tipo geo-politico, il comitato ha logiche e dinamiche interne che poco si incrociano con il resto del mondo.
Mi ha detto che passera' dal Comitato perche' sta seguendo anche la domanda di status consultivo di S.Egidio.