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- 24 giugno 2000
Status consultivo: contatti 23 giugno e discussione finale

Testo preparato da Matteo Mecacci

Nel corso della mattinata ci sono stati a piu' riprese, e a ritmo incalzante, incontri con varie delegazioni dai quali sono emersi a piu' riprese elementi nuovi rispetto alla situazione della sera precedente.

Iran/Turchia/Stati Uniti:

Le delegazioni hanno espresso il loro apprezzamento per le modifiche apportate al sito web, in particolare alla pagina con I link ai vari movimenti rappresentanti minoranze e al disclaimer.

Algeria:

Ha detto che I paesi arabi e addirittura Cina e Cuba si stavano orientando per la ricerca del consenso e per la riduzione della pena da ritiro a sospensione dello status consultivo. Ci ha detto che questa era, in assoluto, la soluzione migliore che potevamo ottenere vista la richiesta iniziale dei russi. In particolare ha detto che si stavano impegnando per far cambiare nuovamente posizione ai russi passando dalla sospensione per tre anni con necessita' di presentare al committee una nuova domanda di ammissione, alla sospensione per tre anni con riammissione automatica.

Pakistan:

Il delegato pakistano in gran segreto mi ha fatto uscire dalla stanza e mi ha fortemente consigliato di cercare il consenso sulla proposta portata avanti anche dall'Algeria perche' secondo lui questa era la migliore soluzione possibile nelle condizioni attuali ( vi si sarebbe giunti infatti dopo un duplice cambio di posizione dei russi), e perche' poi in sede ECOSOC sarebbe piu' agevole controbattere, da un punto di vista legale, alle motivazioni della decisione se questa fosse stata presa con consensus, a cui facessero seguito delle esplicite riserve da parte delle delegazioni amiche. Un voto che avrebbe sancito la nostra espulsione avrebbe compromesso per sempre la nostra posizione. Il delegato pakistano ha poi detto che la prassi dell'ECOSOC e' quella di non prendere decisioni definitive e, in caso di disaccordo con il Committee, rinvia la decisione a questo affinche' si pronunci nuovamente.

Germania:

Il tedesco, pur comprendendo la nostra volonta' di giungere ad un voto ed evitare il consenso sulla proposta di sospensione, ha espresso perplessita' perche' la votazione avrebbe lacerato I rapporti all'interno del comitato anche in vista del lavoro da fare in sede ECOSOC. Ma che era pronto a sostenerci nella nostra decisione.

Francia:

Il francese voleva assicurazioni sul fatto che il raggiungimento del consenso sulla proposta di sospensione non avrebbe provocato una nostra reazione contro I "paesi alleati", e che comunque non ci avrebbe provocato troppi problemi politici in futuro come organizzazione.

Stati Uniti:

Il delegato americano ha detto di aver ricevuto indicazioni da Washington in base alle quali avrebbe dovuto opporsi alle ipotesi di consenso sulla sospensione e richiedere la votazione perche' la pena era troppo severa. Va detto che il delegato americano non aveva ben capito che l'eventuale votazione (e quindi la sconfitta) non sarebbe stata sulla richiesta di sospensione, ma bensi' sulla richiesta di ritiro dello status.

Olivier/Emma

A questo punto sulla base delle novita' che erano emerse nel corso della mattinata, ho informato Olivier e fatto chiamere Emma da Elio per consultazioni sul come reagire. Entrambi hanno concordato nel ritenere opportuna l'ipotesi di consenso sulla sospensione a condizione che questa non apparisse come una soluzione da noi proposta e/o accettata.

Una volta conclusisi I lavori della mattina, che hanno riguardato una ONG spagnola che e' stata sospesa per 3 anni, e' iniziata una girandola di consultazioni dell'ultimo minuto.

Algeria/Sudan/Turchia/Pakistan:

In delegazione collettiva ci hanno chiesto di insistere con gli americani, anche attraverso la delegazione italiana, affinche' acconsentissero alla ricerca del consenso sull'ipotesi di sopensione con riammissione automatica; il pakistano si e' confermato disponibile ala riapertura del caso in sede ECOSOC, (va detto che da un punto di vista giuridico appare essere ferrato), mentre gli altri non hanno fatto alcuna menzione e/o concessione in tal senso.

Italia:

Ho parlato con il vice Ambasciatore Francese, che era gia' apparso in aula ed aveva provato a parlare brevemente con il delegato americano cercando di capire quale fossero le loro intenzioni, Francese ha chiamato I superiori del delegato americano per capire quanto irremovibile fosse la posizione.

Stati Uniti"

Il delegato americano ci ha chiesto di mettere nero su bianco la nostra richiesta di sostegno agli Stati Uniti sull'ipotesi di consenso sulla sospensione. D'accordo con Olivier ho respinto questa richiesta.

Tunisia:

Ha confermato la preferenza per un'ipotesi di consenso ed ha confermato che in caso di voto avrebbero votato con la Russia. Ha poi detto (confermando quanto dettoci dal pakistano) che la prassi instauratasi all'ECOSOC l'anno scorso non e' quella di prendere decisioni definitive ma di rimandare, in caso di disaccordo, la decisione al Committee.

Olanda:

L'olandese ha voluto sapere se avessimo gia' "corretto" il nostro sito web, e su come si stesse sviluppando il dibattito tra I delegati sulle varie ipotesi in campo. Abbiamo poi concordato che un eventuale intervento olandese si sarebbe dovuto svolgere in particolare contestando l'accusa di narcotraffico e rivendicando anche I sede ONU la possibilita' di adottare diverse politiche in materia di droghe.

Stati Uniti

Nuovo contatto con gli americani, nel frattempo diventati 2. Abbiamo preso in considerazione un compromesso che facesse mantenere agli USA una posizione di principio, ma che allo stesso tempo non portasse il comitato a rompere il consenso. La mia proposta e' stata quella di acconsentire al consenso, ma di non prenderne le distanze.

Germania/Francia:

Sono usciti dalle consultazioni informali prima della riapertura del dibattito e ci hanno informato che si stava raggiungendo il consenso sull'ipotesi di sospensione per tre anni con riammissione automatica e ci hanno assicurato che avrebbero fatto degli interventi in cui avrebbe espresso gravi riserve e preoccupazioni sulla decisione adottata dal Committee.

Pakistan:

Il delegato e' uscito a sua volta al volo dalle consultazioni informali e ci ha chiesto se non avessimo niente in contrario a che, dopo la richiesta di espulsione da parte dei russi, qualcuno chiedesse al presidente di verificare se fosse possibile raggiungere il consenso su di una ipotesi di sospensione per tre anni. Si e' reso disponibile a fare egli stesso la proposta.

Discussione in aula:

Russia:

Il russo ha confermato la richiesta di ritiro dello status consultivo continuando a vomitare insulti contro il TRP, una ONG affiliata ai terroristi. Ha poi sostenuto che dal dibattito avuto nei giorni precedenti era emersa la correttezza delle denunce portate dai russi davanti al Comitato.

Cuba:

Ha aderito alla proposta dei Russi perche' ha riscontrato che il TRP avrebbe commesso delle gravi violazioni della risoluzione che regola I rapporti tra NGO's ed ECOSOC. I cubani hanno comunque tenuto a precisare per ben due volte che la loro posizione non va intesa come di ostilita' nei confronti del TRP in quanto tale, al quale invece riconoscono invece di condurre e di aver condotto delle campagne di grande interesse (!?).

Pakistan:

Come ci aveva promesso ha proposto al presidente di verificare se era possibile raggiungere il consenso sull'ipotesi di sospensione e non su quella di ritiro dello status consultivo.

Presidenza:

Il Presidente ha chiamato in causa I russi chiedendo loro di essere flessibili, nell'interesse di tutto il comitato, invitandoli a ricercare il consenso sulla proposta pakistana.

Russia:

Ha confermato che la sanzione che ha fortemente sostenuto e' quella del ritiro dello status consultivo perche' il TRP avrebbe completamente rigettato e negato I principi delle Nazioni Unite in quanto sono a favore dei terroristi e sono dei trafficanti di droga. Tuttavia, ha continuato Rogov, il raggiungimento del consenso da parte del comitato sulla sospensione per tre ani avrebbe il merito di esprimere l'uniforme opinione del Comitato di rigetto degli atti compiuti dal TRP e costituirebbe inoltre un chiaro segnale nei confronti del mondo delle ONG.

India:

Ha sostenuto la validita' delle accuse portate dalla Russia nei confronti del TRP in quanto avrebbe messo in opera varie attivita' in violazione della Carta delle Nazioni Unite. Ha accolto comunque con favore l'emergere della possibilita' di ragiungere il consenso sull'ipotesi di sospensione.

Presidenza:

Alla proposta del Presidente di accogliere con il consenso di tutti I delegati la proposta di sospensione per tre anni avanzata dai Russi, nessuna delegazione ha fatto obiezioni. Questa e' stata la decisione adottata dal comitato.

A questo punto alcune delegazioni hanno chiesto la parola per far registrare agli atti alcune dichiarazioni:

Francia:

Ha espresso grande preoccupazione per la decisione adottata dal Comitato, in quanto la risoluzione 1996/31 prevede la possibilita' di ritiro o di sospensione dallo status consultivo solo nel caso di gravi violazioni, che non erano riscontrabili nell'attivita' del TRP. Infatti alle accuse dei russi il TRP ha risposto scusandosi per ben due volte, sia nella risposta scritta che nell'"interrogatorio" per l'erronea identificazione fatta da Idigov nel corso della sessione di Ginevra. A partire da questo ha argomentato che il ritiro dello status era davvero eccessivo e che anche la sospensione era molto severa. Il francese ha concluso dicendo che nell'applicazione della decisione si deve far riferimento a quanto previsto dalla risoluzione 1996/31, ne piu', ne', meno (si tratta di un richiamo implicito al fatto che dopo la sospensione non sara' piu' necessaria una nuova domanda di ammissione).

Germania:

Ha detto di concordare totalmente all'intervento dei francesi, che aderisce al consenso con riserva e che valutera' tutte le opportunita' per poter riaprire la questione dopo aver letto le motivazioni di questa decisione, visto che sono state portate una serie di accuse nei confronti del TRP che non e' stato possibile veificare in alcun modo nella loro fondatezza.

Ha notato cme il TRP abbia risposto esaustivamente alle accuse rivoltegli, con delle scuse ripetute due volte e con delle risposte del suo rappresentante molto ben articolate e convincenti. La soluzione adottata appare quindi troppo dura ed e' stata accolta, per il momento, solo dopo molte consultazioni con tutte le parti.

Stati Uniti:

Gli Stati Uniti si sono dissociati apertamente dal consenso raggiunto. Le scuse venute dal rappresentante del TRP vanno tenute in considerazione, non possono essere ignorate. Il delegato americano si e' poi soffermato sull'accusa dei Russi di traffico di droga (come precedentemente con noi concordato) ed ha affermato che tale accusa non puo' essere addebitata in alcun modo al TRP. Anche se il governo americano non sostiene la politica dei radicali in tema di droga, questo non puo' portare a considerarli dei trafficanti di droga. Il delegato americano, che era visibilmente scosso nel corso del suo intervento, ha concluso a questo punto del suo breve intervento in modo un po' inaspettato dopo alcuni attimi di silenzio...

India:

Ha voluto esprimere l'auspicio che le delegazioni che hanno espresso il loro consenso alla richiesta di sospensione dello status continuino a mantenere tale atteggiamento anche in seguito.

Hanno infine preso la parola per dichiarazioni due Stati osservatori che non avevano diritto di voto

Canada:

Il delegato canadese ci e' apparso come un "militante radicale" che in modo molto efficace ha contestato innanzitutto da un punto di vista formale la possibilita' di ricondurre all'art. 57 della risoluzione ECOSOC le accuse formulate dai russi. Ha inoltre considerato destituite di ogni fondamento sia le accuse di terrorismo, sia di quelle di narcotraffico. Ha sostenuto che una decisione come questa rischia di pregiudicare il ruolo che le ONG devono poter legittimamente svolgere. Ha infine auspicato che le motivazionei delle decisioni sia trasmesse al piu' presto all'organizzazione affinche' questa possa rispondere a termini di regolamento per valutare la possibilita' di riaprire la questione.

Olanda:

Ha esordito ricordando che la decisione adottata non puo' essere ricondotta in alcun modo all'art.57 della risoluzione ECOSOC, in quanto non si e'data prova di un "serie di atti" compiuti dal TRP in violazione dei principi della Carta delle Naziomi Unite, ne' vi e' alcuna prova dell'accusa di traffico di droga. Ha poi affermato che Idigov non puo' esere considerato un terrorista, ne' vi e' prova del fatto che abbia sostenuto attivita' di tale stampo.

Come il Canadese attende di poter vedere le motivazioni della decisione per poter riaprire la questione in sede ECOSOC riaffermando I propri dubbi sulla raccomandazione del Comitato.

Dopo il voto mi sono visto brevemente con gli "alleati" molto stressati dall'accaduto, e ci siamo lasciati con ringraziamenti reciproci, ma con un meeting da convocare all'inizio dell'ECOSOC per la strategia del seguito. Tutti in coro mi hanno detto che, se da un lato sono tutti pronti a combattere, nessuno e' disposto ad aprire la questione all'ECOSOC e che quindi sara' neccessario da parte nostra convincere gli italiani a divenire I capifila di questa nuova battaglia.

 
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