Editori Laterza, Bari 1960. Pagg. 330SCHEDA LIBRARIA
SOMMARIO: "Che cosa è un regime? Per Mario Boneschi è 'un sistema politico nel quale una parte esercita il potere secondo le proprie parziali concezioni, senza possibilità di ricambio, forzando gli istituti politici o aggirandoli, comunque creando un sistema che non è né di libertà, né di democrazia'." Con questa citazione Paolo Pavolini introduce il volume, che è la raccolta del dibattito svoltosi al Convegno degli Amici del Mondo - l'ottavo della serie - svoltosi a Roma il 31 gennaio-1 febbraio 1959 (Titolo: "Verso il Regime").
Come ricorda Paolo Bonetti ("Il Mondo" 1949/66, Ragione e illusione borghese, Laterza 1975), il Convegno riprendeva temi già discussi nel VI Convegno (Roma, 6-7 aprile 1957), dedicato ai rapporti tra Stato e Chiesa, nella ricerca dei modi per "condurre una battaglia liberale per la 'certezza del diritto' e la salvaguardia della sovranità dello Stato". Secondo Pavolini, il Convegno "non ha neppure discusso se in Italia esista o non esista un regime", dando per scontato che il paese fosse ormai governato in prima persona dalla democrazia cristiana, coperta dalla Chiesa e dominata dai "preti, i grossi industriali e l'alta burocrazia". I regimi conservatori di oggi non hanno bisogno del manganello e della "tirannide brutale", "non ripudiano la legge: la violano in silenzio".
All'analisi di Boneschi, segue la relazione di Leopoldo Piccardi, che (sempre secondo Pavolini) "non ha proposto vere novità". Le sue richieste tendono infatti ad attribuire ai "corpi intermedi" (Consigli regionali, ecc.) "maggiori poteri", togliendoli ai "funzionari e delegati del governo": per questa via si potrà dar mano alla ricostruzione di uno Stato in sfacelo. Ascarelli, però, "replica a Piccardi manifestando i propri dubbi sull'efficacia di questi provvedimenti". Per la Malfa, il problema è quello delle forze politiche che siano disposte a battersi per gli obiettivi indicati.
Ernesto Rossi, infine, presentava al Convegno un "completo progetto di riforma della Rai-TV", tendente a riportare l'Ente ai compiti suoi propri.
NOTA: Il Convegno (e dunque il volume che ce ne dà i documenti) è molto importante. Per la prima volta a livello così massiccio viene infatti impiegato, dai redicali del "Mondo", il termine di "regime" per definire il sistema politico imperante in Italia e facente pernio sulla Democrazia Cristiana. C'è insomma in questi testi una prima consapevolezza di una realtà che si viene modellando in forme ben diverse da quelle di una democrazia occidentale schietta e da quelle, anche, auspicate da larga parte del gruppo, autenticamente liberale, del giornale. La definizione non viene del resto accettata pacificamente, al suo interno, da tutti; viene respinta in particolare da coloro che cominciavano a intravedere nel centro-sinistra una ipotesi di crescita democratica: e tra di loro, con maggior decisione, dai lamalfiani come Giovanni Ferrara. Ovviamente, all'opposto si collocavano figure come E.Rossi. Si profila dunque, tra "Gli amici del Mondo" una divaricazione di giudizio che - siamo già nel 1959 - porterà tra po
co allo sfaldamento del gruppo e dello stesso partito radicale, sfaldamento contrastato solo dalla "sinistra" di Pannella, che assumerà e farà totalmente propria quella definizione di "regime" applicata al sistema-Italia.
Indice del volume: Introduzione, di Paolo Pavolini. La crisi delle Istituzioni, di Mario Boneschi (discussione e replica). Che cosa fare?, di Leopoldo Piccardi (discussione e replica). Per una riforma della Rai-TV, di Ernesto Rossi (discussione). Appendice: La mozione conclusiva del Convegno; Un progetto di legge per la riforma della RAI.