Il dibattito suscitato dall'articolo di Marco Pannella su "IL PAESE" del 22 marzo 1959 (testo n.326) a cui replica il segretario comunista Palmiro Togliatti (testo n.327)Le sinistre e il P.C.I.
di PUBLIO
SOMMARIO: Il tema dei rapporti tra "sinistra democratica" e Pci affrontato dal radicale Marco Pannella sul "Paese" (testo n. 326) è il punto nevralgico della situazione italiana. Oggi che si è preso coscienza delle conseguenze nefaste del monopolio clericale, il quesito su come porvi riparo si pone con maggiore urgenza e concretezza.
(PAESE SERA, 24 marzo 1959)
Il tema dei rapporti tra "sinistra democratica" e PCI affrontato domenica dal radicale Marco Pannella sul "Paese" non è soltanto attuale: è il punto nevralgico della situazione italiana, già da almeno sette anni, da quando, da un lato, si è visto consolidarsi il monopolio clericale del potere e, dall'altro, si è capito quanto tale monopolio sia nefasto per le istituzioni, il progresso, il costume morale stesso del Paese.
Oggi che la coscienza di questo malanno è divenuta pressoché generale, penetrando perfino in taluni ambienti cattolici, il quesito su come porvi riparo si pone con maggiore urgenza e concretezza.
I dati di fatto su cui la questione si fonda sono semplici. Il primo è che il partito clericale, grazie a diversi fattori, può contare su un elettorato che oscilla dai nove ai tredici milioni di voti e che gli garantisce una maggioranza, assoluta o relativa a seconda dei casi. Nei casi più sfortunati e quando non gli è possibile ricorrere all'appoggio dei partiti minori del centro, il partito clericale ripiega senza scrupolo sulle destre, come meglio non poteva essere dimostrato dagli ultimi eventi.
Per rompere questa sorta di incantesimo, sono stati già compiuti o annunciati diversi tentativi: da quello di "condizionare" la DC, ponendosi al fianco come alleati (che ha dato risultati disastrosi) a quello di proporre agli italiani una alternativa di governo, secondo l'iniziativa del PSI, certamente ardita ma ancora non poco confusa.
Senza dubbio, riuscire a costituire un governo dal quale la DC (ma non necessariamente tutti i cattolici) sia esclusa, confinata all'opposizione, non solo a sconto dei troppi peccati di gola, ma perché, nel suo stesso interesse, in una salutare quaresima, si purifichi, si riqualifichi democraticamente e anche si ridimensioni, e oggi la via d'uscita più realistica, anche se non la più facile.
Per percorrerla, occorrono due condizioni: che i partiti i quali l'hanno imboccata ottengano, tutti insieme, più voti della DC e delle destre; che quei partiti abbiano raggiunto una intesa preventiva.
E qui sorge il problema dei rapporti tra "sinistra democratica" e PCI: problema che lo stesso PSI non ha, finora, saputo risolvere, che gli altri sfuggono e che il radicale anticomunista Pannella ha, invece, affrontato in base a considerazioni in fondo ovvie ma preziose.
E' un discorso - l'unico serio e costruttivo ormai - che va condotto avanti e nel quale gli uomini politici e i partiti che si ispirano a ideologie razionali hanno l'obbligo di esprimere in termini di ragione e non più di preconcetti.