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Il Paese - 10 aprile 1959
Sinistra democratica e Pci (11)
Il dibattito suscitato dall'articolo di Marco Pannella su "IL PAESE" del 22 marzo 1959 (testo n.326) a cui replica il segretario comunista Palmiro Togliatti (testo n.327)

Perché soffocare il dibattito?

SOMMARIO: Si ricorda l'articolo della Voce Repubblicana contro Mazzei che è stato deferito dal Comitato esecutivo del PRI al Collegio dei Probiviri.

(IL PAESE, 10 aprile 1959)

"L'intervista che il repubblicano on. Vincenzo Mazzei ha concesso al nostro giornale, nel quadro del sondaggio da noi promosso sulla posizione dei vari partiti, sembra aver suscitato il finimondo in campo repubblicano.

Il Comitato esecutivo del PRI si è infatti riunito subito ieri mattina decidendo di deferire l'on. Mazzei al Collegio dei Probiviri; mentre la" Voce Repubblicana "ha pubblicato questo violento attacco contro l'ex-parlamentare:

"Il paese"" qualifica Mazzei come esponente dell'ala sinistra del PRI. Peraltro chiunque abbia un minimo di conoscenza delle cose del PRI avverte senza esitazione che l'on. Mazzei quando dall'alto della sua distaccata "serenità", rende favori al PCI e ai suoi piani, parla a titolo esclusivamente personale ed è fuori e contro no solo la politica ufficiale del Partito, ma anche quella di ogni gruppo del Partito stesso e in specie e fuori e contro quei gruppi di giovani che, criticando da sinistra la politica del PRI, più volte hanno avuto l'occasione di attaccare pubblicamente gli eventuali fautori nel PRI di atteggiamenti come quello indicato da Mazzei, fino ad invitarli a "togliersi dai piedi".

"Noi non intendiamo polemizzare con questa presa di posizione del PRI, ne entrare nel merito delle ragioni - indubbiamente collegate alla lotta senza quartiere in corso da tempo fra Pacciardi e La Malfa - che hanno spinto al deferimento ai probiviri l'on. Mazzei; e neppure vogliamo soffermarci sulla scarsa eleganza e sulla palese scorrettezza delle espressioni dall'anonimo redattore della" Voce Repubblicana "nei confronti di un noto esponente del suo stesso partito. Ci basta rilevare, invece, che, mentre i radicali avevano preferito, se non altro, mantenere un assoluto silenzio sull'intervento del loro Consigliere nazionale Marco Pannella (e non vogliamo qui sindacare quali possano essere stati i motivi di un simile atteggiamento), il PRI ha reagito in un modo che non fa onore a un partito di gloriosa tradizione e che non costituisce certo una prova di libertà e democraticità interna.

Ma, in definitiva, dove si vuole arrivare con questa manifestazione di intolleranza che meno che mai ci si poteva aspettare proprio dai repubblicani? Coloro che intervengono nel nostro sondaggio, intervengono non già per dire le cose che fanno piacere a noi, ma per esprimere, in assoluta libertà, le cose che stanno a cuore a loro: e se gli interventi finiscono col concentrarsi su determinati problemi, se sulla questione dei rapporti fra le varie forze dello schieramento di sinistra emergono posizioni ormai libere dalle rigide pregiudiziali di un tempo, ciò è segno che qualcosa si sta muovendo nella situazione italiana e che, si voglia o non si voglia, i problemi che vengano dibattuti sono quelli su cui le cose stesse richiamano oggi l'attenzione.

Se così è, a cosa serve cercar di soffocare il libero dibattito all'interno dei partiti facendo ricorso al metodo delle sanzioni disciplinari? E' un metodo che serve solo a irrigidire la situazione, a sostituire a critici fanatismi al linguaggio ragionato della discussione e del dialogo, a impedire la ricerca di strade nuove per uno sviluppo della democrazia italiana: favorendo così in pratica quel blocco di destra contro cui, a parole, si vorrebbe combattere".

 
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