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Il Paese - 11 aprile 1959
Sinistra democratica e Pci (12)
Il dibattito suscitato dall'articolo di Marco Pannella su "IL PAESE" del 22 marzo 1959 (testo n.326) a cui replica il segretario comunista Palmiro Togliatti (testo n.327)

Dimissioni dal Partito Repubblicano per solidarietà con l'onorevole Mazzei

CLAMOROSE RIPERCUSSIONI DELL'INTERVISTA DEL DIRIGENTE DEL P.R.I. AL "PAESE"

SOMMARIO: Il Prof. Tullio Gregory, membro della Direzione repubblicana per la corrente di sinistra, annuncia le sue dimissioni e dalla Direzione e dal partito. Lettera al "Paese" di un radicale a proposito di" alleanza di cretini".

(IL PAESE, 11 aprile 1959)

La decisione del Comitato esecutivo del PRI di deferire al Collegio dei probiviri l'onorevole Vincenzo Mazzei, a causa delle tesi da lui sostenute nell'intervista concessa al nostro giornale nel quadro del "sondaggio sulla posizione dei partiti", ha suscitati una decisa reazione da parte della corrente di sinistra del partito repubblicano.

Si è infatti appreso ieri che il prof. Tullio Gregory, membro della Direzione del partito, ha deciso di dimettersi dalla Direzione e dal partito stesso in segno di solidarietà con Mazzei. Si ritiene che numerosi esponenti della corrente di sinistra, così al centro che alla periferia, prenderanno un'analoga decisione.

Il prof. Gregory ci ha dichiarato che è questa la logica conclusione della battaglia condotta dalla sua corrente in questi mesi; e che è sua intenzione chiedere la iscrizione al PSI.

Abbiamo ricevuto intanto, sempre in rapporto al nostro sondaggio, la seguente lettera:

"Pavia, 8 aprile 1959. Signor Direttore. Le unisco la copia della lettera da me inviata al settimanale "Il Mondo" e riferentesi all'articolo "L'alleanza dei cretini" uscito sul numero del 7 aprile di quel giornale, della quale però non è stata ritenuta opportuna la pubblicazione. In essa non intendevo approfondire il tema dei rapporti fra democratici e comunisti, ma disapprovare decisamente il metro di giudizio vagamente maccartista assunto da "Anonimo" nei confronti dell'articolo di Pannella ed esprimere semplicemente, come radicale, la serena convinzione che tale problema meriterebbe, da parte di tutti i democratici, un po' più di attenzione al di fuori da ogni sorta di preconcetti. Con ossequi: Franco Invernizzi".

Ci pare opportuno pubblicare la lettera inviata da Franco Invernizzi al "Mondo" e che il "Mondo" non ha pubblicato. Eccone il testo:

"Egregio Direttore, l'articolo di Anonimo "L'alleanza dei cretini", apparso sul numero di questa settimana del "Mondo", suggerisce due considerazioni: una di metodo e l'altra di sostanza.

"Prendendo l'avvio da un "rimprovero" mosso dal giornale comunista "Il Paese" ai radicali e agli altri partiti della sinistra democratica per non aver questi neanche tentato di discutere l'articolo di Pannella apparso sullo stesso giornale, Anonimo respinge come non pertinente tale rimprovero perché "non si vede come i democratici dovrebbero dar peso alle tesi di un radicale che ripete per caso su un giornale comunista le tesi che il PCI cerca di diffondere da anni". (Ahimè, anche Marco Pannella è diventato un utile idiota che fa il gioco dei comunisti). Pertanto "meglio discutere, nonostante tutto con l'on. Togliatti". E qui, tralasciando quella di costume, s'inserisce la considerazione di metodo. L'atteggiamento di Anonimo è tipico infatti di una certa prassi comune un po' a tutti i partiti della sinistra democratica: quella cioè di volersi limitare alla critica delle posizioni opposte senza preoccuparsi di impostare e di sviluppare quanto sarebbe necessario i temi politici di casa propria. Si preferisce

discutere con Togliatti o con Segni o Fanfani, o con Pinco Pallino e non ci si impegna a ricercare e a definire realisticamente una linea politica comune alla sinistra democratica, ci si richiama frequentemente ai punti sui quali socialisti, radicali e repubblicani sono concordi, ma si tace ingiustamente degli altri sui quali non lo sono ancora. E' comprensibile che la convergenza di forze provenienti da due opposti schieramenti che per dieci anni si sono affrontati in una lotta ostinata quanto artificiosa, abbiamo bisogno di un certo periodo di tempo per sincronizzare la loro azione su comuni temi politici, è un fatto però che da quando il PSI si è liberato dallo stato di sudditanza nei confronti del PCI e il centrismo è andato in pezzi, la sinistra democratica non si è ancora posto responsabilmente il problema del come realizzare la proclamata alternativa democratica.

"Non ho letto l'articolo di Pannella sui rapporti fra democratici e comunisti apparso sul "Paese" ma mi sembra perlomeno sorprendente che si possa considerarlo un ricalco delle tesi del PCI sul frontismo. Sappiamo quali sono le idee di Togliatti in merito ed è anche vero che attualmente il PCI tenta di rilanciare uno schieramento unitario delle sinistre sotto la propria leadership, ma se l'articolo di Pannella, come penso, non postulava la necessità che i partiti della sinistra non comunista riconoscessero nel PCI il loro partito guida, esaminando invece spregiudicatamente la possibilità e le condizioni per non tenere del tutto fuori gioco nell'attuale momento nazionale ed europeo una forza politica che nel nostro paese volere o no conta sei milioni e mezzo di elettori, allora la catalogazione di Anonimo è arbitraria quanto quella dei benpensanti che hanno già giudicato i partiti e gli uomini della sinistra democratica come tutti quanti accalappiati dai comunisti. Gli sciocchi, si capisce. Perché i più furbi

di loro certo non ci credono e quindi sanno perfettamente che non è il caso di buttarsi in cantina o chiamare le squadre d'azione perché "ciò che hanno accumulato all'ombra degli storici steccati e delle cittadelle assediate" non corre nessun pericolo. Ma è questa una ben amara constatazione sull'impotenza delle forze democratiche a smantellare le posizioni di privilegio e a promuovere un vero progresso sociale in un paese dove sia i furbi che gli sciocchi usano fare tutti i loro porci comodi alla faccia della discorde opposizione democratica".

"Cerchiamo di non smarrire l'obiettivo che sta davanti a noi. Non si tratta di combattere il pericolo comunista che francamente è inesistente in Italia, ma a difendere e di restaurare lo stato democratico contro l'assalto congiunto dei gruppi economici più reazionari e della Chiesa".

"Socialisti, radicali, repubblicani e le altre forze minori di democrazia socialista hanno ritenuto di unire i loro sforzi per impedire la marcia "verso il regime" cui è pericolosamente avviata la DC insieme ai partiti di destra. E' a loro quindi che spetta di formulare una valida politica di ripresa democratica, in quanto essi rappresentano il più compatto schieramento di forze democratiche all'opposizione. Non vedo, quale rischio ci possa essere, una volta che si sia raggiunto fra i partiti di democrazia laica e socialista una piena intesa, se in talune battaglie di contenuto schiettamente democratico si avesse al fianco i comunisti. Parimenti infondato sarebbe a mio parere il timore che i comunisti possano assumere il monopolio dell'opposizione qualora la sinistra democratica fosse ben organizzata intorno a una linea d'azione precisa e unitaria".

"Ma ciò che manca è proprio questo. Occorre allora ribadire la necessità di dare finalmente un contenuto politico concreto alla formula di alternativa democratica".

"La saluto molto cordialmente. Franco Invernizzi".

 
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