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Pannella Marco - 20 maggio 1961
Soluzione unitaria
di Marco Pannella

SOMMARIO: Per impedire il fallimento totale dell'esperienza del Partito radicale, Marco Pannella propone una segreteria e una direzione unitaria fra le tre posizioni che convivono nel partito (quella de "Il Mondo", quella fa capo a Piccardi e "L'Espresso" e quella di "sinistra radicale"). Il continuo distacco dal Pr della maggior parte delle persone che ne promossero la fondazione (Valiani, Paggi, Boneschi, Carandini, Calogero, Salvadori), il numero modesto di iscritti (circa tremila) danno la misura del fallimento dell'opera dell'attuale classe dirigente. Pannella illustra quindi le posizioni congressuali della "sinistra radicale", peraltro già contenute nel documento predisposto con Giuliano Rendi in occasione del Consiglio nazionale del novembre 1960 (testo n.855). In politica estera: federalismo europeo, disarmo atomico e convenzionale, superamento dei blocchi militari, sostegno dei movimenti di emancipazione dal colonialismo; In politica interna: alternativa alla Dc, autonomia rispetto al Psi, attuazion

e della Costituzione, rilancio delle posizioni laiche nella scuola, nei mezzi d'informazione (Rai-Tv, stampa, censura), nella famiglia (divorzio, controllo delle nascite, parità donna-uomo), appggio alla CGIL.

(TRIBUNA RADICALE, fascicolo per il II Congresso nazionale del Partito radicale "I radicali per la difesa dello Stato laico ed il progresso sociale del Paese", Roma, Palazzo Brancaccio, 26, 27, 28 maggio 1961)

Molto più per incapacità che per calcolo, la Direzione, con la Segreteria che la domina, non riesce ad organizzare e a promuovere un dibattito di idee nel Partito. Per vivere ha bisogno di conformismo e di quietudine.

Abbiamo avuto ragione nel prevederlo e nel denunciarlo al Partito, ma abbiamo commesso l'errore di perderci in un lento stillicidio di denuncie, tanto vere quanto inutili, di rimproveri, di recriminazioni. Non è ormai sua colpa, ma al di là di ogni intenzione è il limite obbligato della sua politica; la conseguenza diretta dell'aver legato, con una scelta che rischia di diventare definitiva, il Partito Radicale alle esigenze tattiche della corrente nenniana. Sempre più preoccupata di questi rapporti e dei vincoli e delle prudenze che essi comportano, la Direzione non può più per semplice buona volontà riportare il Partito alla precedente vivacità ed originalità. Dipende da noi il farlo o no, dal Partito nel suo insieme e dalla minoranza, che non aveva mai cessato di ammonire sui pericoli nei quali si è poi caduti.

Siamo intenzionati ad impedire il fallimento finale, disposti e solleciti a richiedere una nuova linea e una nuova direzione. Sappiamo che questo congresso si presenta almeno in parte preordinato, ma non vogliamo che questo sia l'ultimo congresso radicale e chiediamo una segreteria e una direzione unitarie, perché questo divenga possibile. Le tre posizioni che convivono all'interno del Partito devono trovare la forza di comporsi: le due interne alla maggioranza, quella del Mondo e quella di Piccardi comprendente le posizioni dell'Espresso, e quella della minoranza che non ha mai cessato di agire come tale dall'inizio della costituzione del Partito. Spiegheremo in Congresso come quest'ultima possa pretendere di esprimere compiutamente nella propria azione le posizioni di amici come il prof. Rossi, anche se sentimenti personali abbiano portato quest'ultimo a rifiutare nel Partito una precisa funzione politica.

Alla vigilia del Congresso ritengo doveroso informare gli amici della maggioranza che quanto si è verificato in questi due anni, l'abbandono delle posizioni tradizionali e più avanzate del Partito, l'assenza dolosa di dibattito e di democrazia interna, ci hanno portato a considerare di recente la possibilità, dolorosa certo, ma della quale non ci siamo affatto spaventati, di costituire un nuovo partito radicale. Lo diciamo perché, senza paradossi, solo una fortunata e avversa contingenza ce ne ha dissuaso, ed è infine necessario che il Partito si tuteli da divorzi gravi o dalla continua emorragia di dimissioni con la propria efficienza politica e non solo grazie all'aiuto di circostanze esterne.

Solo chi non riflette criticamente sulla situazione può sorridere di questo discorso; solo chi cada nella pania pubblicitaria e senza contenuto di certa pubblicistica radicale può credere che non esista possibile iniziativa radicale al di là del notabilato che si è inserito nel Partito o che questo ha espresso. Non credo che il Partito Radicale raggiunga i tremila iscritti.

Di questi, la maggior parte degli intellettuali, degli amici che lo promossero non sono più politicamente impegnati. Se pensate ai tanti che si sono dimessi o che non hanno più rinnovato, ai tanti, da Valiani a Paggi, a Boneschi a Carandini, da Calogero a Salvadori, che hanno finito per essere assenti dalla elaborazione della nostra politica, avrete la misura del fallimento dell'opera dell'attuale classe dirigente: se la si considera per quello che è, dirigenza di partito e non gruppo di pressione. Avrete la prova della scarsa influenza dei giornali radicali ai fini della espansione del partito e del suo rafforzamento e non rispetto ad altre cose che interessano direttamente la loro politica editoriale. I tremila (o molto meno) iscritti al Partito sono il portato dei nuclei costitutori e non di uno sviluppo che è totalmente mancato e che in buona parte non si è nemmeno voluto.

E' per mio conto l'ultima volta che torno su questi argomenti; ho voluto sgombrare il campo al dibattito politico perché sono convinto che quel che ci divide non sono solo diversità di metodi ma anche diverse valutazioni sulla sostanza della battaglia politica che conduciamo e sulla funzione della nostra autonomia nell'ambito della lotta della sinistra italiana contro il clericalismo, i nazionalismi di vario tipo, i padroni del vapore e la manomissione classista dello Stato. Ci caratterizza inoltre una maggiore convinzione sulla validità politica delle battaglie e delle rivendicazioni su cui il Partito si è affermato, e che ne rappresentavano e rappresentano più profondamente le specifiche caratteristiche.

Le nostre posizioni congressuali non presenteranno particolari novità. Ci richiamiamo e richiamiamo gli amici al documento di proposte, diffuso nel novembre scorso e nei mesi successivi e che è ancora a disposizione di quanti siano interessati a prenderne visione (Giuliano Rendi, viale Regina Margherita n. ). Questo complesso di mozioni rappresenta con sufficiente approssimazione le preoccupazioni, i giudizi, i problemi e gli obiettivi che ci interessano e che affideremo al dibattito congressuale.

Ma forse è opportuno sottolineare alcune convinzioni e alcune proposte inerenti alla politica estera e alla politica interna della sinistra.

Politica estera. -- Infinite volte sollecitata una posizione, deve ancora essere presa. Non perché, come si è detto, il Partito non fosse maturo per affrontarla ma perché su di essa la maggioranza, costituitasi su affinità di linguaggio e di generazione e non su affinità e concordie politiche, avrebbe dovuto dividersi e mostrare in piena luce il timore delle idee che spesso la contraddistingue.

Riteniamo che il Partito Radicale debba pronunciarsi per la Federazione dell'Europa occidentale; per il disarmo atomico e convenzionale dell'intera area europea, sia occidentale che orientale, con il ritiro delle truppe americane e russe ancora stazionanti sul continente; per la denuncia dell'UEO e del Patto di Varsavia e per la opposizione alla NATO; per il sostegno delle forme di organizzazione economica e sociale europee, sostenendo la fine di ogni forma di discriminazione contro qualsiasi forza della sinistra e in particolare contro la CGIL; per il trattato di pace separato con le due Germanie, garanzia di equilibrio politico in Europa e espressione appropriata di nuove situazioni storiche ed etico politiche; per una politica anticolonialistica infine e di operante solidarietà con i movimenti di emancipazione popolare che il capitalismo internazionale, la politica dei blocchi contrapposti e gli interessi delle grandi potenze mettono in pericolo.

Politica interna. -- Il Partito Radicale dovrà perseguire, nei programmi, nelle prospettive ideali e nelle battaglie istituzionali, una politica di alternativa alla Democrazia Cristiana. Dovrà promuovere e ricercare soluzioni unitarie nella sinistra, fra le sue due componenti di sinistra democratica e di sinistra comunista.

L'alleanza con il Partito Socialista non dovremo considerarla scontata, ma ricercarla su temi, obbiettivi e lotte chiaramente individuate, senza ammettere nessuna delega di fatto delle posizioni radicali al PSI, mantenendo assoluta autonomia nei suoi confronti e rifiutando di considerarci base esterna della corrente autonomista. Rapporti saranno tenuti con tutto il Partito e con tutte le correnti socialiste, in particolare con le posizioni bassiane e con quelle facenti capo a Lombardi e Codignola.

Sottolineiamo i seguenti punti:

1) Lotta intransigente per l'attuazione della Costituzione e la sua interpretazione laica e progressiva in particolare politica unitaria per l'istituto regionale.

2) Nazionalizzazione di tutti i potentati economici in quanto tali, anche indipendentemente dalla loro politica attuale: dalla FIAT alla EDISON.

3) Rilancio delle posizioni laiche (e non difesa delle situazioni preesistenti) su un piano di conquista laica dello Stato e dell'opinione pubblica, che consideri il settore della scuola, dei mezzi di informazione e di cultura di massa (RAI, TV, stampa, censura, ecc.), della famiglia (divorzio, controllo delle nascite, parificazione giuridica della donna con l'uomo in tutti i settori e in particolare nella famiglia). Portare avanti le iniziative politiche su questi problemi, in quanto peculiari al nostro partito, anche se la politica socialista dovesse esserne messa in crisi.

4) Appoggio ufficiale del Partito Radicale alla CGIL. Invito all'UGI e all'ADESSPI, alla CGIL di promuovere azioni unitarie. Promozione per i professionisti e i tecnici di forme sindacali di organizzazione e di lotta contro le posizioni corporative degli ordini professionali.

Sono questi i temi che saranno in vario modo, fra gli altri, presenti al congresso. Tutti gli amici che ritengono di essere interessati dalle linee generali della nostra azione, e che sentano la necessità di una chiarificazione onesta e radicale del nostro partito, per permettere e imporre una soluzione unitaria e politicamente rinnovata e responsabile del Congresso, sono invitati alla riunione dei consiglieri nazionali e dei delegati della sinistra radicale che si terrà la sera precedente all'inizio del congresso nei locali del partito. Sarà anche all'ordine del giorno l'opportunità di organizzare formalmente la corrente, in vista del potenziamento dell'azione democratica e unitaria del partito, e del partito nel paese.

MARCO PANNELLA

 
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