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Pannella Marco, Rendi Giuliano, Spadaccia Gianfranco, Loteta Giuseppe, Boneschi Luca - 28 maggio 1961
Il Partito Radicale per l'unità della sinistra democratica europea, per la federazione dell'Europa occidentale, contro la politica dei blocchi, contro l'involuzione reazionaria dei paesi europei.
Mozione presentata al II Congresso del Pr da Marco Pannella, Giuliano Rendi, Gianfranco Spadaccia, Giuseppe Loteta, Luca Boneschi.

SOMMARIO: Il testo della mozione di politica estera presentata al II Congresso del P.R. (Roma, 26, 27, 28 maggio 1961) dalla corrente di sinistra. S'invitano le forze della sinistra democratica europea a riproporsi coerentemente ed organicamente il problema della federazione dell'Europa occidentale. La necessità di un'Europa unita e democratica che sia elemento di equilibrio ed anzi di crisi nell'attuale schema dei blocchi; che offra un quadro moderno e progressista alle speranze di libertà e di democrazia oggi soffocate e calpestate sia all'interno del blocco occidentale che di quello orientale; che utilizzi democraticamente le risorse economiche continentali a vantaggio sia degli europei che dei popoli sottosviluppati. Si richiede, in un quadro di rafforzamento delle Nazioni Unite, che si addivenga alla messa al bando delle armi atomiche e al disarmo convenzionale.

[Al termine del II Congresso del Pr, la mozione di maggioranza, illustrata da Carandini, raccolse 75 mandati, quella della minoranza di "destra", firmata da Ferrara, Rodotà, Craveri, Jannuzzi, Gandolfi e Mombelli, 21; quella della minoranza di sinistra, presentata da Pannella, Spadaccia, Rendi, Cattaneo, Roccella, Gardi e Sacerdoti, 35]

(SINISTRA RADICALE, bollettino mensile d'informazione politica, ANNO I, N. 2, Novembre 1961)

Nell'attuale gravissima situazione internazionale, caratterizzata:

a) dall'avvento dei popoli afro-asiatici e delle classi popolari del sud America e dalla loro dichiarata avversità per ogni politica di "allineamento" che possa pregiudicarne lo sviluppo economico e civile;

b) dal progressivo e fatale processo d'involuzione degli stati nazionali europei, della cui dinamica nazionalistica sono, in diversa ma analoga misura, paradigmatiche le situazioni della Spagna e del Portogallo, della Germania erhardiana e soprattutto della Francia gollista;

c) dalla crisi delle dirigenze democratiche americane, che rischiano di confermarsi definitivamente insufficienti, incerte o quanto meno deboli e paralizzate, nel grave compito di prevedere e fronteggiare i complessi fenomeni di libertà del mondo attuale,

il partito radicale ritiene che il compito immediato dei democratici europei, rifiutando gli astratti schemi delle vie nazionali alla democrazia e in un quadro più ampio di valutazione della situazione politica internazionale, sia quello di riprendere la loro tradizionale libertà di azione, di analisi e di critica ideologica nei confronti del nazionalismo conservatore delle classi dirigenti europee e quindi invita le forze della sinistra democratica europea a riproporsi coerentemente ed organicamente il problema della federazione dell'Europa occidentale.

Tale politica dovrà infatti tendere alla formazione di un'Europa unita e democratica, la quale:

a) sia elemento di equilibrio ed anzi di crisi nell'attuale schema dei blocchi;

b) offra un quadro moderno e progressista alle speranze di libertà e di democrazia oggi soffocate e calpestate sia all'interno del blocco occidentale che di quello orientale;

c) utilizzi democraticamente le risorse economiche continentali a vantaggio sia degli europei che dei popoli sottosviluppati infrenando e controllando l'attuale sviluppo pseudo liberistico dei complessi monopolistici operanti in seno al Mercato Comune Europeo.

Tale politica richiede da parte della sinistra democratica una chiara lotta senza quartiere contro i miti e le idee tradizionalisti e reazionari del clericalismo, del nazionalismo, del colonialismo, del militarismo e contro le forze politiche che ne sono portatrici e che attualmente detengono il potere negli stati nazionali dell'Europa occidentale.

Il partito radicale è consapevole che il perseguimento di questa politica potrà portare a rigettare, o almeno a rivedere, sull'esempio di quanto avviene in Inghilterra, alcune delle posizioni militari del patto atlantico; esso richiede comunque che in un quadro di rafforzamento delle Nazioni Unite si addivenga alla messa al bando delle armi atomiche e al disarmo convenzionale dell'area continentale europea.

 
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