di Jacques VergèsSOMMARIO: »L'avv. Jacques Vergès è il difensore degli algerini che viene processato in questi giorni per attentato alla sicurezza dello Stato, insieme agli avvocati Courrégé, Zavrian, Michèle Beauvillard, Ben Abdallah e Oussedik. L'articolo, di cui pubblichiamo un estratto, doveva apparire sulla rivista "Partisans" di Maspero e Vercors che è stata sequestrata. Nel ringraziare gli amici francesi per la cortesia usataci, rimandiamo i lettori [alla fine del testo], dove diamo notizia di una nostra iniziativa anticolonialista . La costituzione dell'Associazione »NORIMBERGA PER IL FASCISMO E IL COLONIALISMO .
(SINISTRA RADICALE - N. 2 - NOVEMBRE 1961)
Per l'intero continente africano si pone, oggi, il problema della repressione dei delitti di guerra e dei delitti contro l'umanità. I delitti degli "affreux" nel Katanga - riconosciuti finalmente dal segretario generale dell'O.N.U. - il genocidio perseguito nei territori di dominazione portoghese e denunciato dagli stessi "gaullisti" africani (gli statisti come Houphouet Boigny della Costa d'Avorio, legati ancora, malgrado l'indipendenza, alla Francia - n.d.r.), dimostrano che non si tratta di una questione limitata all'Algeria, ma di una impresa criminale diretta contro l'intero continente.
Dal 1933 al 1939, i popoli europei hanno assistito al progredire di un complotto di alcune potenze imperialiste e razziste (Germania, Italia, Ungheria) volto alla colonizzazione dell'Europa, ed all'introduzione in Europa di metodi di repressione fin'allora riservati unicamente ai popoli d'Asia e d'Africa (l'autore si riferisce ad una sentenza di Norimberga che accusa Bormann di aver preparato "un programma di colonizzazione e denazionalizzazione dei paesi occupati" - n.d.r.). In un mondo nel quale tutte le democrazie occidentali trattavano nello stesso modo le sotto-umanità delle loro colonie, la lettera del diritto internazionale non prevedeva evidentemente nessuna sanzione contro questi delitti. E' sotto la pressione dei popoli occupati che fu proclamata a Londra, nel 1942, la volontà degli alleati di castigare direttamente i criminali hitleriani ed i loro complici. E fu sotto la pressione dei popoli, ancora una volta, che al processo di Norimberga del 1946 lo spirito della legge prevalse sulla sua lettera
. Rifiutando le diverse eccezioni sollevate dalla difesa: non retroattività delle leggi penali, legalità delle pene, clausola di partecipazione generale, neutralità dei giudici, il tribunale di Norimberga rendeva una buona giustizia.
Esso creava nello stesso tempo un precedente per i popoli d'Africa. L'orrore che regna oggi in Katanga è un esempio della crudeltà cui porta l'indulgenza. Se Faulques (ufficiale francese, denunciato a più riprese come uno dei peggiori torturatori di Massu durante la battaglia di Algeri, e difeso a spada tratta dal Ministro della Difesa a Parigi) fosse stato giudicato, condannato e giustiziato come criminale di guerra - quale è - dai Vietnamesi, non avrebbe in seguito in seguito "servito" in Algeria né in Katanga. Se Bechtel (colonnello dello spionaggio francese che l'anno scorso a Ginevra ha avvelenato con un topicida il capo dell'opposizione del Cameroun - n.d.r.) fosse stato giudicato, condannato e giustiziato dopo Dien-Bien-Phu, il nostro fratello Moumiè sarebbe forse ancora vivo. Non perché negli eserciti colonialisti non esistano altri Falques né altri Bechel, ma perché il piombo che avesse ucciso questi due avrebbe calmato i loro complici.
L'Africa è oggi tutta in stato di legittima difesa contro il complotto colonialista che vorrebbe prolungare la dominazione diretta e barbara dell'Europa. L'indulgenza verso i criminali di guerra rappresenta un delitto non solo per coloro che avendo sofferto hanno forse il diritto di perdonare, ma per coloro che soffrono ancora e per coloro che domani saranno le vittime promesse in Africa del Sud, in Mozambico, nel Sud-Est africano, in Rhodesia e, per finire, in Cameroun.
Certo, a fianco delle leggi e del diritto, c'è la realtà, e la realtà del rapporto di forze attuali in Africa non autorizza a sperare una resa senza condizioni dei capi delle potenze colonialiste né il loro giudizio attraverso un tribunale africano che segga (come quello degli alleati a Norimberga) a Versaglia o a Saint-German, a Bruxelles o a Lisbona.
Ma l'attuale rapporto di forze e le regole della competenza del diritto comune non vietano, per esempio, al governo del Congo, qualora domani il colonnello Bechtel, assassino del dottor Felix Roland Moumiè, reclamato invano dalla giustizia svizzera, fosse rapito da fratelli della loro vittima (come Eichmann lo fu in Argentina dai fratelli delle sue) non si vede su che basi il governo francese potrebbe protestare: in primo luogo perché non è competente a giudicare un delitto commesso a Ginevra, in secondo luogo perché Bechtel può essere ovunque, naturalmente, ma non è ufficialmente in Francia (dove sembra invece si trovi - n.d.r.).
Secondo l'osservazione pertinente del suo difensore, il processo Eichmann è un precedente pericoloso per i colonialisti, anche se questo non sia stato previsto da coloro che ordinarono il rapimento. Tutti i criminali di equivalgono. Il processo Eichmann avrebbe potuto benissimo essere quello del Dr. Mengele e del ministro Bormann. Oggi in Africa l'attualità ci designa il colonnello Faulques. Ha comulato delitti di guerra e delitti contro l'Umanità nel Vietnam, in Algeria, in Congo.
La difesa delle vittime implica l'accusa, la condanna e il castigo dei loro boia.
Difendere gli oppressi è anche pronunciare una requisitoria contro i loro assassini.
-----------------------------------------------------
INIZIATIVA DEMOCRATICA CONTRO IL COLONIALISMO
I crimini contro i diritti dell'uomo, nelle repressioni coloniali e fasciste, rinnovano sistemi brutali di dominio e corrompono profondamente le istituzioni democratiche e l'intera vita, politica e civile, dell'Europa occidentale.
E' necessario individuare e provare le responsabilità criminose e informarne l'opinione pubblica, affinché non siano cancellate dalla memoria e ancora una volta, dopo Norimberga, ne sia fatta giustizia.
A questo scopo è stata costituita, con sede in Roma, l'Associazione »NORIMBERGA PER IL FASCISMO E IL COLONIALISMO .
Gli aderenti all'Associazione si impegnano ad operare perché nella prospettiva del rafforzamento dell'ONU e dei suoi poteri di intervento sovranazionale, si giunga al perseguimento con procedura penale internazionale dei crimini commessi in violazione della Carta di San Francisco.
FINI ISTITUZIONALI
1) - Difendere la convenzione dei diritti dell'uomo, anche nel quadro storico della guerra civile contro il fascismo e contro il colonialismo e con particolare riguardo alla guerra algerina ed alle dittature spagnola e portoghese, all'Angola e al Congo.
2) - Diffonderne i principi, ottenerne l'applicazione, ricercare gli strumenti adeguati per colpire le violazioni e perseguire i colpevoli.
3) - Istruire direttamente i casi di violazione che vengano a conoscenza dell'Associazione, sia attraverso proprie indagini, sia su richiesta di organi internazionali, nazionali, di governo; su richiesta di enti assistenziali e privati; delle parti lese e dei loro rappresentanti.
L'associazione di articola in un Comitato Centrale di Coordinamento (cui compete l'apertura delle istruttorie), organo esecutivo e rappresentativo, i Comitati Circoscrizionali, il Consiglio Nazionale Consultivo ed un Presidente Nazionale. Non possono essere membri dell'Associazione i componenti del clero cattolico italiano, delle FF.AA. in servizio permanente effettivo, dei partiti liberale, monarchico e neo-fascista.
Per i membri della Democrazia Cristiana e dell'Azione Cattolica che siano soci promotori dei comitati circoscrizionali, è necessaria l'approvazione del Comitato Centrale di coordinamento con la maggioranza qualificata di due terzi.
COMITATO PROMOTORE
Angiolo Bandinelli, Ennio Ceccarini, Roberto Mazzucco, Mauro Mellini, Marco Pannella, Giuseppe Picca, Giuseppe Ramadori, Aloisio Rendi, Giuliano Rendi, Gianfranco Spadaccia, Massimo Teodori, Roberto Tomassini, Giacinto Militello, Emilio Samek Ludovici.
NORIMBERGA PER IL FASCISMO E IL COLONIALISMO, c/o Avv. Mauro Mellini, p.zza Bainsizza 1, ROMA.