SOMMARIO: La crisi radicale è ormai alle battute finali con l'abbandono progressivo del Pr da parte dei suoi maggiori esponenti. Il segretario Leone Cattani gestisce esplicitamente la liquidazione del Pr, in favore del centro-sinistra. Anche il "caso Piccardi" (1) viene strumentalizzato in questo senso da Leone Cattani. Proprio su questa vicenda Ernesto Rossi interrompe la sua collaborazione con "Il Mondo", non condividendo, "lui che l'antifascismo l'ha sofferto nelle galere del regime", giudizi moralistici e strumentali sul caso Piccardi. La sinistra radicale si prepara quindi ad assumere la direzione e ad assicurare la continuità del Partito radicale.
(SINISTRA RADICALE, Bollettino mensile d'informazione politica, n.5, anno II, febbraio 1962)
Leone Cattani è il nuovo segretario del Partito Radicale.
Apparentemente alla sua elezione la direzione è arrivata per la progressiva abdicazione di quei candidati, sui quali convergevano le indicazioni della maggioranza del Consiglio Nazionale. In realtà era una soluzione obbligata. Guido Calogero aveva da tempo onestamente fatto sapere di non essere disponibile per la segreteria, per rispettabili ragioni personali. La partecipazione impegnata di Leo Valiani al Consiglio Nazionale è stata una saltuaria interruzione del suo assenteismo: poteva essere ignorato solo da quei consiglieri nazionali che si ostinano a vedere in lui un possibile leader di partito.
Impegnativo, per il gruppo che lo esprimeva, era solo l'avv. Cattani.
Impegnativo in che senso? Rappresentativo di quali opinioni?
Leone Cattani, prendendo la parola in Consiglio Nazionale, ha dichiarato senza mezzi termini che tutti coloro che sono alla sinistra del suo gruppo hanno sbagliato strada, entrando e restando nel Partito Radicale. Nell'ambito del suo gruppo egli è l'elemento che prima del Consiglio Nazionale ha spinto con maggiore decisione verso la liquidazione del partito. Le sue irriducibili pregiudiziali sul caso Piccardi ne sono state l'occasione e sul caso Piccardi l'attuale segretario nazionale è tuttora disposto a liquidare il "suo" Partito. Ha fatto male a non farlo, perché il tempo e la scadenza congressuale possono fare di questo "suo" partito il Partito degli iscritti: il tempo e naturalmente l'impegno attivo di coloro che dissentono da Cattani.
A un paio di settimane dalla sua elezione, Ernesto Rossi è stato costretto a rompere col MONDO e a cessare la sua collaborazione sul periodico che ai suoi scritti deve moltissimo. Il MONDO ne ha dato notizia con poche righe convenzionali di commiato. Sappiamo tutti da cosa nasce la rottura: Ernesto Rossi non condivide da tempo la politica del MONDO ma soprattutto, lui che l'antifascismo l'ha sofferto nelle galere del regime, non condivide giudizi moralistici e strumentali sul caso Piccardi.
Se le cose che si fanno in politica hanno un senso e una logica, Pannunzio intende fare del Partito Radicale, come Compagna e "Nord e Sud" hanno sempre sostenuto, un gruppo di intellettuali organici al centro sinistra. Come spiegare altrimenti gli editoriali di De Caprariis? come spiegare le preclusioni contro Piccardi, la rottura con Ernensto Rossi, le preclusioni contro la sinistra radicale? come spiegare lo stesso siluramento di Iannuzzi che fu a suo tempo insieme a Ferrara l'ispiratore di una minoranza di comodo?
Se il nome di Cattani è impegnativo, è impegnativo dunque in questa direzione; se è rappresentativo di qualcosa, è rappresentativo di questi orientamenti.
Dal prossimo numero Sinistra Radicale inizierà un graduale e forte aumento della tiratura, con questo numero già a duemila copie. Ma naturalmente questa crescita di impegnop dovrà tradursi in un maggiore e più franco e coraggioso contributo di tutti gli iscritti. E' fidando su di loro che iniziamo questa seconda fase del nostro lavoro, rivolta a supplire con la nostra iniziativa alle diserzioni e alle assenze della classe dirigente radicale.
Poichè anch'essi, come noi per anni, si trovano nell'impossibilità di far conoscere le loro posizioni e il loro pensiero, in piena autonomia Bruno Villabruna, Ernesto Rossi e Leopoldo Piccardi potranno, se lo vorranno, servirsi delle colonne di "S.R.".
Non abbiamo fatto mistero e non lo faremo nel futuro del nostro ampio dissenso dalla posizione di Piccardi; ma la riteniamo degna, come ogni altra, e importante per lo sviluppo del radicalismo in Italia.
"Se questo è il partito del documento Villabruna - così ha concluso il suo intervento in Consiglio Nazionale l'avv. Cattani - se questo è il partito di Gardi e Roccella, amici pensateci bene: succederà quello che dovrà succedere!".
Per quanto ci riguarda noi non gli negheremo, come lui nega a noi, diritto di cittadinanza in questo partito, ma opereremo perché, anche formalmente, si trovi a rappresentare non più quella parte di opinione radicale che effettivamente rappresenta.
"S.R."
(1) Il "caso Piccardi" fu sollevato dalle colonne del "Il Mondo" in seguito alla notizia contenuta nel libro dello storico Renzo De Felice (Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo) della partecipazione di Leopoldo Piccardi a due convegni italo-tedeschi, svoltisi negli anni 1938-1939, in cui si toccavano temi razziali. Ernesto Rossi e Ferruccio Parri presero a più riprese le difese di Piccardi sostenendo che egli aveva fornito la "documentazione di non aver partecipato alla redazione della nota relazione (su Razza e Diritto) e di non averla sottoscritta".