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Partito radicale - 10 aprile 1963
IL VOTO RADICALE (8): 7 domande ai democratici

SOMMARIO: Il 28 aprile del 1963 si svolgevano in Italia le elezioni alle quali il Partito radicale, appena uscito dalla crisi, non partecipò. Diffuse però un fascicolo, curato da Elio Vittorini, Marco Pannella e Luca Boneschi, contenente giudizi di numerosi intellettuali sulla crisi delle sinistre, e sulla via per uscirne lungo un processo "realmente rivoluzionario" capace di rinnovare le sinistre del "triangolo Milano-Parigi-Dusseldorf".

Le ulteriori sette domande rivolte agli interlocutori.

(IL VOTO RADICALE, 10 aprile 1963)

7 domande ai democratici

1) Cosa ne pensa della situazione politica europea rispetto a quella italiana? Fino a che punto crede che in Italia la situazione di potere differisca da quella europea nei termini sostanziali?

2) Pensa che la sinistra abbia la possibilità di costruire in Italia la società nuova e che questo possa accadere senza rompere o modificare i propri rapporti con le strutture comunitarie europee? Quali pericoli vede nell'involuzione di alcuni stati europei in senso autoritario?

3) Pensa che un rinnovamento radicale della società che muti i rapporti fondamentali tra cittadino e Stato come strumento democratico possa verificarsi in Italia attraverso il centro-sinistra?

4) In quale modo crede sia possibile che le classi e i ceti medi prendano coscienza che non è sufficiente un benessere elargito dai detentori del potere, ma che è necessario che si pongano esse stesse come condizionatrici consapevoli e dirette dei loro interessi effettivi?

5) Pensa che la sinistra, così come è oggi, costituisca un'alternativa alle forze politiche che consentono la conservazione delle strutture della società attuale?

6) In che misura certe richieste programmatiche della sinistra quali le regioni, la programmazione, alcune nazionalizzazioni, possono essere assorbite ed "utilizzate" dal capitalismo per rafforzare il proprio potere?

7) Quale pensa sia la funzione della scuola in uno stato democratico? L'On. Moro ha dichiarato nel discorso programmatico che la DC non sopporterà mai il monopolio statale della scuola. Contemporaneamente l'"Osservatore Romano" ha invitato i cattolici a scendere in piazza per ottenere "libertà" di insegnamento per i loro figli in scuole cattoliche finanziate dallo Stato. Come pensa si possa resistere a questa offensiva del mondo cattolico?

 
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