SOMMARIO: Il 28 aprile del 1963 si svolgevano in Italia le elezioni alle quali il Partito radicale, appena uscito dalla crisi, non partecipò. Diffuse però un fascicolo, curato da Elio Vittorini, Marco Pannella e Luca Boneschi, contenente giudizi di numerosi intellettuali sulla crisi delle sinistre, e sulla via per uscirne lungo un processo "realmente rivoluzionario" capace di rinnovare le sinistre del "triangolo Milano-Parigi-Dusseldorf".
Dichiarando di votare a favore di Ugo La Malfa, per l'avvocato Mario Cagli è necessario difendere con disinteresse e fermezza il rigore amministrativo, la laicità, il carattere democratico dello Stato, al di là delle incertezze o delle tendenze al compromesso dei partiti, meno sensibili a questi problemi.
(IL VOTO RADICALE, 10 aprile 1963)
Voto La Malfa
Il ministro del bilancio e della programmazione Ugo La Malfa è candidato nella lista del Partito repubblicano italiano nella circoscrizione Emilia-Romagna.
Non occorre presentarlo, né ricordare la parte spesso decisiva, che egli ha sostenuto durante e dopo la Resistenza, nel Partito d'Azione e nel Partito Repubblicano, in tutte le maggiori battaglie di questi diciotto anni: per la Repubblica, il risveglio dell'economia Italia, la liberazione degli scambi, l'adeguamento del Paese alle esigenze della vita moderna; l'incontro tra cattolici: altrettante battaglie coraggiosamente impostate da posizioni di minoranza e vinte, contro le previsioni degli scettici e dei "realisti", contro le inevitabili resistenze dei partiti di massa.
Vorremmo dire, invece, perché appoggiamo oggi la campagna elettorale di Ugo La Malfa anche non militando, come molti di noi non militano, nel P.R.I. La candidatura di La Malfa, in effetti, ha un significato che va oltre gli schemi e gli interessi di partito. Egli appare oggi l'interprete naturale di una ampia corrente politica, inserita nella linea più viva del pensiero democratico moderno, che avrà nei prossimi anni un compito di decisiva importanza nell'incontro tra democristiani e socialisti che rappresenta ormai il dato fondamentale della politica italiana. Questo incontro non basta: in esso sarà indispensabile la presenza di un movimento, non conta se relativamente esiguo, che:
difenda con disinteresse e fermezza il rigore amministrativo, la laicità, il carattere democratico dello Stato, al di là delle incertezze o delle tendenze al compromesso dei maggiori partiti, meno sensibili a questi problemi;
abbia reale volontà di controllo dei mali più insidiosi della nostra vita nazionale: confusione di poteri, cattiva gestione del pubblico denaro, disordine amministrativo, tendenze sociali autoritarie;
si impegni, con capacità di iniziativa maggiore di quella che possono avere i partiti di massa, sui problemi nuovi posti dalla rapida evoluzione dei tempi: pianificazione democratica, autonomie locali, attuazione dell'ordinamento regionale, riforma e rilancio della scuola pubblica, revisione delle invecchiate strutture statali;
sostenga e imponga politica estera antinazionalista ed antiautoritaria, nel quadro di una collaborazione europea e atlantica, immune da ogni oltranzismo;
offra una garanzia contro i rischi tuttora presenti di una pigra involuzione del centro-sinistra, contro i rischi del mediocre compromesso tra gli opposti interessi dei partiti di massa.
Questa azione ci pare essenziale. Perciò voteremo, e invitiamo i nostri amici a votare, per La Malfa e la lista repubblicana alla camera dei Deputati.