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Agenzia Radicale - 30 luglio 1963
LA NOTA POLITICA: La "force de frappe" francese

SOMMARIO: Il rafforzamento nella Nato della concezione gollista della "grande europa", terza forza nel mondo, a cui si oppone la concezione federalista.

(AGENZIA RADICALE n. 13, 30 luglio 1963)

LA NOTA

Richard Nixon è stato oggi ospite a colazione del Presidente De Gaulle. Il nuovo leader dei parlamentari repubblicani a Washington, sen. Barry Goldwater, ha ancora ieri per l'ennesima volta in poche settimane dichiarato la propria ammirazione per il Capo di Stato francese e per la sua politica.

Lo stesso ge. Nsrstad, nei giorni scorsi, ha espresso la propria convinzione che la politica francese (che come comandante supremo della NATO egli combatté fino ai limiti del possibile) sia la migliore fra quelle proposte all'occidente, e la più realistica. In Germania (donde Nixon ha di recente, dopo intensi colloqui politici con esponenti clericali e liberali, dichiarato di approvare De Gaulle e criticato il disfattismo occidentale che sarebbe alla base degli accordi di Mosca) Ehrard accoglie un suo vecchio amico, che gli giunge come ambasciatore personale di De Gaulle e con l'avallo dei democristiani francesi (teoricamente alla opposizione). Non ha così tardato a raccogliere i frutti delle sue pubbliche dichiarazioni di poter immediatamente trovare, da cancelliere, una piattaforma ampia e forse piena di accordo con il capo francese.

A Bruxelles, la maggioranza degli ``eurocrati'' ha ormai definitivamente acquisito la convinzione che la linea De Gaulle, con tutti i suoi difetti, è la più conveniente per una ``grande Europa'' terza forze nel mondo.

Persino da Pechino la stampa, da tre giorni, presenta la ``force de frappe'' francese come una garanzia di indipendenza per l'Europa contro l'imperialismo americano. La Polonia ha la settimana scorsa concluso con la Francia un accordo che viene definito a Varsavia come il più importante con un paese occidentale nel dopoguerra; e già si annuncia che commissioni franco-polacche stanno lavorando per prepararne uno di maggiore importanza e significato per il biennio 1964-65.

Nella NATO, il Portogallo ha dichiarato ufficialmente di condividere le posizioni francesi. Ed è grazie alle pressioni francesi che resta ancora in carica come ministro della difesa il gen. Gomez de Aranjo, reo di aver compiuto alcune grosse gaffes nel riconoscere le disavventure lusitane con i partigiani della Guinea, ma accreditatissimo presso i circoli militari della destra atlantica. Anche nell'unica area del mondo dove la Francia ha assunto da due anni una posizione più ``aperta'' degli americani, la sua posizione si rafforza e sta per prevalere, contro Washington. In Indocina, infatti, la Francia è stata sin dall'inizio contraria al tentativo Diem, imposto dagli americani, che hanno fiducia nel suo esser cattolico ed occidentale.

Potremmo continuare a lungo, con esempi recenti e scottanti, questa semplice elencazione di fatti, che solo la stampa italiana, nella maggior parte, ignora. Ma questo paese, con pochissime eccezioni, ha una stampa a misura della sua classe dirigente. La Malfa, Lombardi, Fanfani, nutrono ormai di ignoranza, di egocentrismo, di volontà troppo individuale di potere i loro disegni politici; ecco subito che quel poco che avevamo di relativamente moderno ed europeo nel settore dell'informazione mettersi ad operare, da tre anni almeno, una censura reale, programmatica sulla vita politica internazionale, vista sempre più come una somma di personaggi a fumetti.

Quel che sta accadendo, cioè: l'affermarsi di De Gaulle come leader di forze sempre più cospicue dell'intero occidente, che ancora ieri sembravano avversarlo; lo schierarsi del neo-capitalismo europeo e mondiale piuttosto sulle sue posizioni che su quelle americane; la diffusione contagiosa dei metodi di governo e delle posizioni ideologiche che il generale finisce per esprimere, tutto questo e altro ancora viene praticamente celato all'opinione pubblica ed ai timorosi nostri uomini politici, che non vogliono sentirne parlare. Che cosa si fa, di concreto, quindi, contro un iniziativa che si istituzionalizza, rafforza e rischia di divenire prevalente, contro l'ONU, la NATO (ed a favore di realtà ancor più belliciste), l'Europa democratica, gli stessi ideali ``ufficiali'' degli occidentalisti? Che riesce ormai a determinare vistosi spostamenti all'interno degli stessi stati alleati, in senso reazionario ed eversivo?

In Italia, è bene non illudersi. Possiamo passare dal doveroso processo alle intenzioni, che ci è stato rimproverato, alla denuncia dei fatti. Il Mondo cattolico italiano, con il suo partito unico, è pronto a raccogliere ed utilizzare nel nostro paese e contro di esso quanto di peggio la politica internazionale oggi proponga, pur fra le nebbie persistenti del cosiddetto centro-sinistra. Da troppi sintomi, l'inerzia contro De Gaulle del governo appare come dolorosa. Su questo torneremo spesso, a lungo, e da domani, a proposito del viaggio a Bonn del Presidente Segni.

 
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