SOMMARIO: L'invito alla magistratura perché apra un'inchiesta sull'opera di corruzione politica dell'ENI. Le connessioni fra ENI e il Presidente della repubblica Segni,
(AGENZIA RADICALE, 25 marzo 1964)
"Quale eco hanno avuto in Parlamento le pesanti accuse lanciate dall'Agenzia Radicale?
Eppure dietro di esse esistono i fatti precisi che abbiamo riferito. Per aprire le scrivanie del CNEN all'inchiesta della Magistratura è bastato molto meno, e la conclusione dell'indagine ha spalancato il cancello di Regina Coeli".
(Conclusione dell'articolo di Roberto Cantoro, apparso su "Mondo Nuovo", organo ufficiale del PSIUP, il 22 marzo 1964, sotto il titolo "Nel cartello dei monopoli anche l'ENI sguazza bene".)
Solo ragioni tecniche avevano impedito ad A.R. di denunciare nei giorni scorsi la situazione dell'ANIC e di allegare le pesanti prove, che i compagni del PSIUP hanno dato su "Mondo Nuovo" degli accordi consortili che di fatto l'ENI ha realizzato (in ruolo subordinato) in un settore fondamentale della sua attività con i cartelli internazionali ed i monopoli italiani.
Lo avremmo fatto oggi. Per il momento potremmo solo aggiungere la notizia che non abbiamo ancora avuto modo di verificare, ma che riteniamo molto seria, giuntaci dalla Sicilia, per cui nei magazzini ANIC sarebbero accumulati forti quantità di prodotti chimici che l'Ing. Fornara, malgrado il mercato ne richieda, ha "bloccato" in attesa di conoscere le quote massime di vendita dei suoi prodotti assegnate all'ANIC dalla "concorrenza".
Le notizie sull'ANIC date da "Mondo Nuovo" non erano solo a nostra conoscenza, ma anche a conoscenza diretta dell'On. Lombardi alla direzione dell'Avanti.
Cosa si attende per convocare l'Ing. Fornara alla commissione antitrust della Camera? Ed il Dr. Cefis? Ed il ministro delle Partecipazioni Statali? O meglio: Cosa attendono i parlamentari democratici per richiederlo?
Cosa attende la Magistratura, così lodevolmente ed eccezionalmente solerte sul caso CNEN, ad aprire un'inchiesta sulla situazione ENI, a convocare l'amministratore delegato dell'AGIP, direttore generale dell'ENI, vero "padrone" della SNAM, ing. Girotti?
Cosa attende a convocare i sindaci e revisori di conti dell'AGIP? In un modo o nell'altro, nei libri contabili sottratti con un artificio alla Corte dei Conti, sono registrate operazioni che sono infinitamente più gravi di quelle addebitate a Felice Ippolito.
L'opera di corruzione politica, e spesso non solo politica, vi è indelebilmente iscritta. La corruzione di ogni tipo di controllori è sistematica: non può lasciare adito a dubbi. Che si tratti del ministro Bo, e dell'intero ministero delle Partecipazioni Statali, malgrado singole, velleitarie e temporanee volontà di chiarificazione vi siano istallate; che si tratti invece di schiere di consulenti, cui restano assegnate somme mensili enormi, solo per tacitare antichi collaboratori o averne in ogni ganglio della nostra vita politica dove esistono possibilità di controllo o di condizionamento dell'abusiva politica aziendale perseguita: che si tratti della libertà di stampa, ridicolizzata e vilipesa, attraverso un piano ferreo di condizionamenti e di sovvenzioni; che si tratti di partiti, di uomini politici che vengono irretiti in un gioco di vertice purulento, a tal punto che abbiamo udito un ex ministro, l'On. La Malfa, dichiarare che come responsabile del Dicastero del Bilancio ritenne di non aver altra scel
ta che quella di assentarsi da riunioni aventi per oggetto gli Enti di Stato e richieste che egli riteneva irresponsabili o profondamente errate; che si tratti, ancora, di campagne elettorali e di elaborazioni programmatiche; e, non ultimo, di finanziamenti a forze il cui unico scopo evidente è quello di stroncare, isolandole dalle grandi battaglie generali del mondo del lavoro, le forze sindacali e le rivendicazioni dei dipendenti del settore, impedendo loro qualsiasi forma di controllo della situazione aziendale...
La singolare e scandalosa impunità di personaggi come l'Ing. Girotti ha una spiegazione generale, che va oltre questo o quell'abuso, questa o quella violazione del codice. E' una spiegazione politica.
L'attuale gruppo dirigente doroteo, che esercita attraverso tutte le più alte cariche dello Stato il potere assoluto del regime, ha totalmente integrato alla propria politica il gruppo dirigente dell'ENI. Il Dr. Cefis ha di recente dichiarato ai membri della commissione interna dell'ENI: "Il Presidente della Repubblica è oggi fra i nostri maggiori "tifosi"".
Non poteva essere altrimenti. Il Presidente Segni, eletto da una maggioranza tambroniana, contro l'intero schieramento democratico del nostro Parlamento, non nasconde di avere una opinione precisa delle sue funzioni: alcuni direbbero "alte" funzioni; va da se che non riteniamo questo attributo il più appropriato.
Il Presidente dei colloqui in tête-à-t
ête con il Cancelliere Adenauer; che interviene ostentamente in tutti gli affari politici sin qui ritenuti di spettanza dell'Esecutivo; che invia non dimenticabili messaggi alla Magistratura; che predilige le convocazioni, in determinati momenti, di generali dei carabinieri; che appare come il vero presidente di un certo centro-sinistra... questo Presidente combattuto a suo tempo da "Il Giorno" e nei corridoi del Parlamento dai messi di Mattei, ha certo le sue ragioni per "tifare" per l'ENI di oggi.
E' l'ENI che ricerca il salvataggio finanziario tacendo le enormi responsabilità democristiane e governative per la sua crisi; abbandonando il prezioso patrimonio strenuamente (e fra mille errori) accumulato da Mattei, patrimonio di autonomia politica e aziendale dal condizionamento dei monopoli e del cartello internazionale; è l'ENI che fa pagare ai suoi dipendenti, smantellando e privatizzando settori di profitto, così "socializzando" le perdite, le spese pazzesche fatte per eludere ogni controllo democratico. E' infine l'Ente che ha "lanciato" politicamente lo "Specchio", dietro cui è l'ombra dorotea del ministro Andreotti, per le sue funzioni e le sue idee sempre più ostentatamente vicine all'On. Segni.
Dinanzi a questa situazione, troppi tacciono.
Tacciono perché lo esige quel centro-sinistra che i compagni del PSI, più di ogni altro, dichiarano di non volere.
Tace l'AGIP naturalmente, che si è cautelata, dopo le nostre denunce, in modo risibile: le sovvenzioni allo Specchio non avvengono più sotto le forme controllabili da noi individuate e denunciate; altre sovvenzioni sono state ridotte. Ma parallelamente si va avanti nel tentativo di liquidare centinaia di dipendenti: già oggi, tra dimissioni, accettazione del ricatto del "trasferimento" una parte del problema è risolto. L'atmosfera di rassegnazione, di sospetto e diffidenza fra i dipendenti, accuratamente provocata, dà i suoi frutti. Si rischia di giungere alla grande battaglia per il rinnovo del contratto, a luglio, prostrati e condizionati. Gli attuali dirigenti devono licenziare e "ridimensionare": vi sono costretti dall'insopportabilità, per loro, di spese anti-economiche di corruzione politica.
Non v'è altra soluzione: bisogna sbatterli via. Sta ai lavoratori avere coraggio, non arrendersi. Raccolgano firme, tra di loro ma anche fra i loro amici estranei all'azienda, inviandole alla Procura della Repubblica con la richiesta di accertare la verità su quanto denunciato da "Mondo Nuovo", dal SILP nel suo recente documento nella parte concernente i criteri di direzione dell'azienda da "A.R.". Noi non temiamo di rendere conto delle nostre iniziative e dei nostri giudizi. Lo faremo sempre più chiaramente ed investendo la responsabilità formale dello stesso Partito Radicale.
Per oggi resta poco da aggiungere.
Vi sono tre centri di iniziativa da salvaguardare.
Il primo è quello della presenza politica dei partiti e dei cittadini democratici nell'azienda. Appartiene oggi a questo centro, ai nostri compagni radicali, socialisti, comunisti e del PSIUP, di dare un'indicazione a lunga scadenza, chiara, ma che comporti subito responsabilità precise. E' l'intero problema dell'industria di stato che va sollevato, esigendo che questa costituisca la leva per una mutazione radicale dei rapporti di produzione, e venga strutturata realizzando forme organiche di controllo e gestione democratica dei lavoratori.
Il secondo è quello dell'azione del sindacato, che a partire dalla difesa e dallo sviluppo dei diritti che gli sono riconosciuti imponga la salvaguardia assoluta del lavoro e impedisca che su di questo ricada il costo della politica reazionaria ed errata voluta dal regime e attuata dai dirigenti dell'ENI.
Il terzo, fondamentale, è quello dell'azione diretta e responsabile dei dipendenti ENI (oltre cinquantamila) in quanto cittadini minacciati nelle loro condizioni di vita e nella loro stessa libertà. Assemblee, lettere, pressioni e informazioni ai partiti, ai giornali, verso la Magistratura, i parlamentari, le sezioni dei partiti dei loro quartieri, "non collaborazione" dovunque è possibile realizzarla.
P.S. Fra coloro che tacciono, sono anche gli amici repubblicani. Noi siamo certi che senza i centosessanta milioni riscossi dalla sola AGIP, extra pubblicità, in un solo anno, dalla "Voce Repubblicana", noi avremmo avuto anche il PRI al nostro fianco, in una battaglia che avrebbe dovuto essere anche sua. L'On. La Malfa, il ministro della Giustizia On. Reale, non possono ignorarlo. Non una sola riga contro le sovvenzioni dell'AGIP allo "Specchio" significa omertà, non "senso politico".
Questa omertà non era necessaria, né obbligata. Siamo certi che ancora una volta la cattiva coscienza ha giocato un cattivo scherzo a dei galantuomini. Nessuno, prima d'oggi, avrebbe potuto esigere dall'antifascista "Voce Repubblicana", nemmeno l'Ing. Girotti od il Dr. Cefis, di smentire il proprio antifascismo. Per nessuna ragione.