SOMMARIO: Il documento di sintesi della conferenza stampa tenuta dal Pr sullo scandalo ENI: 1. Gli enti di Stato sono divenuti carrozzoni di potere al servizio del partito di maggioranza; 2. Decine di miliardi sono state distratte dall'ENI per finanziare giornali di ogni corrente politica e per corrompere i partiti; 3. L'ostilità del Pr al centro sinistra e la necessità di creare un grande e unitario partito del lavoro, di cui sia garantita la democrazia interna e l'articolazione federativa e regionalistica.
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Mentre si accinge a riprendere nel paese una massiccia ed attiva presenza, il Partito Radicale è fatto oggetto di una pesante congiura del silenzio.
Per farvi comprendere le ragioni, la funzione e gli obiettivi del Partito Radicale è preferibile - piuttosto che indicarne il programma - spiegare subito i motivi di questo silenzio.
Abbiamo commesso due gravi "colpe":
1) Convinti di vivere in una situazione di regime dove i margini di libertà si restringono sempre di più, abbiamo attaccato la politica di liquidazione e di corruzione imposta da chi detiene di fatto il potere nel nostro paese al più potente degli Enti dello Stato: l'ENI;
2) Convinti che si debba creare nel paese una alternativa democratica di sinistra al partito cattolico, abbiamo agito con iniziative concrete per rinnovare l'azione politica della sinistra italiana.
1) Il Partito Radicale è favorevole alle nazionalizzazioni e alcuni progetti di nazionalizzazione (sanità, trasporti, produzione farmaceutica, suolo pubblico) sono iscritti nel suo programma. Il P.R. ritiene però che la funzione delle nazionalizzazioni dipenda in definitiva dalle maggioranze politiche che governano il paese.
La polemica radicale di Ernesto Rossi ha dimostrato che, sotto i governi democristiani, la maggior parte degli Enti di Stato sono divenuti giganteschi carrozzoni al servizio del partito al potere, che raramente operano per correggere le degenerazioni dell'economia di mercato. Grazie all'iniziativa di un Magistrato coraggioso, molti episodi scandalosi sono stati portati in tribunale o stanno per esserlo (Ippolito, Monopolio Banane, Istituto della Sanità, ENAL) ecc.
L'ENI sembrava essersi sottratta a questo destino; ancora oggi agisce con la copertura e la stima dell'opinione pubblica di sinistra.
In realtà, nell'ultimo anno, il Consiglio di Amministrazione dell'ENI - strettamente legato alle correnti dorotee della DC - ha liquidato quanto di positivo l'Ente aveva fatto nei dieci anni precedenti. Questa politica ha portato l'ENI ad abbandonare pressoché totalmente la propria azione concorrenziale nei confronti del cartello internazionale che, soprattutto in alcuni settori, appariva essenziale e suscettibile di successo. La maggioranza e il Governo hanno deliberatamente cercato di affossare le iniziative che l'ENI aveva preso per conquistare il mercato del petrolio nell'Europa centrale.
E' stato possibile a un governo di transizione - quello dell'On. Leone - facilitare, a danno dell'ENI, l'opera di penetrazione della società internazionali sul mercato italiano e di collegamento fra il mercato italiano e quello dell'Europa centrale (oleodotto adriatico).
Accanto a questa azione di svuotamento delle funzioni economiche dell'Ente, è stata potenziata l'azione di condizionamento della stampa e delle forze politiche che il partito di governo svolge proprio servendosi dell'ENI.
Come sempre accade in una situazione di regime a tendenza autoritaria, è innanzi tutto la libertà di stampa che deve essere colpita e controllata.
Il P.R. ha dimostrato che somme ammontanti a decine di miliardi sono state distratte dall'Ente di Stato per sovvenzionare giornali di ogni parte politica; attraverso queste sovvenzioni sono state corrotte e annesse al carro del regime intere classi dirigenti, di cui sono state annullate e svilite le personalità democratiche e di opposizione.
Molti reati, già imputati ad altri dirigenti di Enti pubblici, potrebbero a maggior ragione essere imputati ai dirigenti dell'ENI.
La Magistratura non ha potuto non aprire un'inchiesta preliminare. Ma una rete di altissime complicità e di silenzio circonda gli affari dell'Ente pubblico. La stessa legge limita il potere di indagine della Magistratura, poiché il 95% degli affari dell'ENI passano attraverso la gestione privatistica di tre società per azioni: AGIP, SNAM e ANIC.
2) Il Partito Radicale è all'interno della sinistra l'unico gruppo di origine non socialista che serba immutata la propria volontà di opposizione allo schieramento cattolico in Italia. Si differenzia in modo particolare dal partito comunista e dal partito socialista che seguono il mito populista dell'incontro fra masse democratiche e masse cattoliche.
L'obiettivo del P.R. è la creazione di una alternativa al partito cattolico attraverso la creazione di un grande e unitario partito del lavoro, di cui sia garantita la democrazia interna e l'articolazione federativa e regionalistica: un partito che già nelle sue strutture interne deve costituire l'esempio e l'indicazione del rinnovamento dello Stato, che la sinistra deve attuare.
Il P.R. è decisamente ostile al centro sinistra. Esiste già nel paese - e si è manifestata operante anche durante il centro sinistra in occasione di avvenimenti importanti quale quello dell'elezione del Presidente della Repubblica - una maggioranza tambroniana e di destra. La DC ha dimostrato chiaramente di non volere un effettivo e duraturo compromesso con le forze di sinistra, ma di volerle catturare per conservare la propria egemonia di potere.
Ciò provoca nel paese una situazione di confusione che può facilmente dare origine a tentativi autoritari e fascisti; crea inoltre un malcontento popolare che si esprime soltanto attraverso il voto di protesta dato al partito comunista.
Il Partito Radicale opera per restituire alla vita politica italiana la chiarezza delle alternative, sull'esempio delle più felici esperienze democratiche del mondo occidentale.