Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 25 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Agenzia Radicale - 1 agosto 1964
LA NOTA: IL PERICOLO AUTORITARIO

SOMMARIO: Una intera generazione di democratici, di azionisti e di radicali si è opposta nel passato ai cedimenti della sinistra nei confronti della Dc senza però volere e neppure tentare di dar corpo e forza politica alla propria opposizione. Il "nuovo" partito radicale si differenzia proprio per la sua decisione di costituirsi come "parte politica" per tentare di ristabile i termini di un confronto fra le componenti socialdemocratiche e comuniste della sinistra, di riconquistare gli obiettivi ideali e politici di una alternativa al partito cattolico.

(AGENZIA RADICALE, 1 agosto 1964)

E' stato Riccardo Lombardi, nell'ultimo comitato centrale del PSI, ad ammonire che ogni pericolo autoritario fa perno sulla DC, passa all'interno della DC, non può essere ricordato o temuto fuori delle scelte di questo partito, non può essere attribuito a mitiche forze politiche e a movimenti di opinione pubblica operanti alla destra del mondo cattolico.

E' la stessa convinzione con la quale abbiamo sempre giustificato la nostra opposizione di radicali al centro-sinistra ed alla politica dell'incontro con i cattolici e le nostre critiche ai cedimenti dei partiti di sinistra nei confronti della DC. E' forse anche la ragione delle accuse di "radicalismo" era rivolta a Riccardo Lombardi dall'interno del suo stesso partito.

E' dalla scomparsa e dallo scioglimento del Partito d'Azione, che di volta in volta quando la situazione politica diventa difficile e le scelte drammatiche si riformano all'interno dei partiti di sinistra o fuori di essi, gruppi correnti o movimenti di opposizione tendenti a contrastare scelte politiche che giustamente sono interpretate come cedimenti.

E' l'ala radicale della sinistra non comunista che sempre si riforma e sempre in modo diverso, lasciandosi dietro di volta in volta vecchi esponenti e acquistandone dei nuovi. Ma sempre per opporsi alle scelte degli altri, sempre per fermare la logica di scelte che ci si era illusi potessero essere diverse nel loro contenuto e nei loro sviluppi.

E' un mondo intellettualmente idealmente e politicamente ricco, che tanta importanza ha avuto nella lotta contro il fascismo, quando fu la più importante componente non comunista della resistenza, e tanti servizi ha reso al paese nel dopoguerra (basterebbe ricordare l'opposizione di Unità Popolare alla legge truffa e l'azione del Partito Radicale dal '56 al '58). Ma una intera generazione di azionisti, di democratici, di radicali non ha mai voluto, non mai tentato effettivamente, non è mai riuscita a dar corpo e forza politica alla propria opposizione. E quando lo ha tentato ha rapidamente abbandonato il tentativo come è avvenuto per il Partito d'Azione prima, per Unità Popolare poi, per i radicali del Mondo e dell'Espresso infine. Di qui il costante criticismo, di qui un atteggiamento più negativo e denunciatario che costruttivo, di qui la ricorrente tentazione a sentirsi "coscienza critica della sinistra" senza costituirsi parte politica della sinistra.

Ciò che di differenzia da questa generazione di democratici è proprio il fatto che ci siamo costituiti "parte politica", riprendendo con continuità quel tentativo di rottura della lunga tradizione conservatrice del nostro paese che fu operato dal Partito d'Azione nell'immediato dopoguerra e successivamente interrotto e condannato al fallimento dal possibilismo dell'On. Togliatti e del Partito Comunista.

Nella modestia dei mezzi e nella difficoltà dell'azione il Partito Radicale si sforza, giorno dopo giorno, di ristabilire i termini di un confronto con le altre componenti della sinistra, quella socialdemocratica e quella comunista; di ricostruire il tessuto di un discorso e di una prospettiva unitari; di riconquistare gli obiettivi ideali e politici di una alternativa al partito cattolico. Scopo che non è possibile proseguire senza tener conto di trent'anni di divisione del movimento operaio; che non può identificarsi con l'unità strumentali della tradizione frontista; ma che non può neppure essere indefinitamente rinviato all'insorgere di pericoli autoritari.

Siamo sempre più convinti della validità di questo lavoro. Il riformarsi, all'interno del PSI, di una opposizione "radicale" ne è certamente una prova.

 
Argomenti correlati:
lombardi riccardo
psi
centro sinistra
pci
stampa questo documento invia questa pagina per mail