SOMMARIO: Il Comitato promotore del Sindacato Nazionale della Scuola Pubblica invita tutte le forze democratiche della scuola a operare per un Congresso nazionale unitario che "superi le attuali divisioni corporative" che costituiscono il fondamento della "crisi" dei sindacati attuali. Secondo il Comitato, nella scuola "non è necessaria una struttura per categorie, ma una divisione per opinioni, obiettivi di lotta, consapevolezza della propria condizione nella società moderna", comprendendo in questo ambito anche gli studenti, specie gli universitari, in quanto "giovani lavoratori intellettuali". Il documento analizza e deplora le posizioni del sindacato SASMI, e rivendica la formazione di una forza sindacale "unica", democratica e non settorialistica. Questa rivendicazione dovrà includere anche gli studenti universitari e di scuole superiori, le cui organizzazioni studentesche sono oggi paralizzate e ridotte a mero "strumento di presenza della classe governativa fra le masse giovanili". Il documento infine
rivolge un appello alla Confederazione generale del lavoro, perché assicuri anche nella scuole "la presenza dei fermenti,..., delle lotte" delle masse lavoratrici, e auspica che le forze laiche diano anch'esse il loro contributo al progetto.
(SUPPLEMENTO DI LIBERA CRITICA, 1 dicembre 1965)
IL COMITATO PROMOTORE DEL SINDACATO NAZIONALE DELLA SCUOLA PUBBLICA
"invita", tutte le forze della scuola a raccogliersi ed operare per esigere la convocazione di un Congresso Nazionale unitario che superi le attuali divisioni corporative e renda a questo settore che è di primaria importanza per lo Stato la capacità di esercitare efficacemente il proprio ruolo di direzione, nella piena espressione delle ingenti forze civili che vi sono impegnate.
"afferma" che la crisi del sindacalismo scolastico investe sia le strutture sia le stesse idealità, gli obiettivi ed i metodi esistenti.
Ogni giorno di più ad ogni livello, dagli insegnanti elementari fino a quelli universitari, non escludendo gli studenti universitari (i quali devono avere le responsabilità conseguenti alle loro caratteristiche di giovani lavoratori intellettuali) le organizzazioni esistenti appaiono cristallizzate, scisse dalla massa dei cittadini interessati alla scuola, incapaci di raccoglierne la volontà in una grande battaglia per la democratizzazione e l'autonomia dell'insegnamento, per l'affermazione della primaria importanza che il momento dell'educazione e della formazione dei cittadini deve avere nello Stato.
Tali organizzazioni sono praticamente coinvolte nell'azione di forze avverse alla scuola pubblica dalle forze clericali alle forze del mondo imprenditoriale, che tentano di asservire ai propri interessi lo sviluppo ed il funzionamento della scuola pubblica italiana.
"rileva" che questa situazione di insufficienza delle organizzazioni sindacali esistenti viene avvertita da masse sempre più ampie di cittadini, provocando una atmosfera di scetticismo, di ribellione latente e velleitaria, di separazione dal grande moto di rinnovamento che investe oggi, al di là delle congiunture della politica ufficiale, una parte importante delle forze sociali. Così un diaframma pericoloso si crea all'interno della scuola pubblica italiana, e fra questa ed il paese.
Varie sono le cause di questa situazione: alcune proprie del mondo scolastico, altre relative alla più generale situazione nel paese.
In primo luogo il Comitato promotore del sindacato unitario della scuola pubblica
"constata" che il sindacato Nazionale della Scuola Media, che anche da parte della sinistra e delle forze del lavoro si continua a considerare »unitario , non è in effetti altro che il residuo di una situazione e di concezioni superate, omogenee di fatto alle forze della conservazione, clericali e capitalistiche; che la sua politica è di fatto subordinata alla volontà di maggioranze politiche e parlamentari rivelatesi puntualmente in questi anni estranee alle esigenze di sviluppo della scuola pubblica di un Paese che se vuole essere non »astrattamente ma realmente moderno deve rinnovarsi non solo nelle idealità, nella cultura, nella visione della vita civile, ma anche nelle sue strutture.
Il Sindacato Nazionale della Scuola media ha finito per paralizzare in una falsa dialettica unitaria ogni forza di rinnovamento. Ha isolato dalla loro naturale base e allontanato dalla individuazione degli obiettivi necessari le forze di rinnovamento che vi sono tuttora impegnate, protraendo e aggravando la loro condizione di attuale inferiorità numerica e di obiettiva sterilità nell'azione, rispetto ad una maggioranza che è espressione delle più retrograde forze della scuola, ed ha ormai stabilito una netta continuità con quelle che ressero la scuola fascista.
Le stesse forze meno reazionarie della cultura cattolica italiana hanno trovato in questo sindacato »unitario la loro sconfitta.
La base sa che non v'è dialogo reale nel Sindacato Nazionale della Scuola Media, organo di passiva registrazione delle situazioni esterne, e di soffocamento di ogni originale autonomia delle varie componenti sociali, ideali e culturali in esso impegnate.
Lo stesso mito dell'»autonomia di quel sindacato, com'è vissuto, e organizzato, costituisce un elemento reazionario.
La scuola italiana (e le sue organizzazioni) non può continuare a considerarsi neutrale e »superiore rispetto ai problemi che la investono e che dividono al suo interno, come all'interno del mondo del lavoro le forze del progresso da quelle della realizzazione o della conservazione.
L'unità non può essere, come è nel Sindacato Nazionale della Scuola Media, un relitto del passato o un risultato dell'inazione e della confusione.
Essa è una conquista che deve essere raggiunta ed imposta nel settore della scuola, né più né meno che in qualsiasi altro settore del mondo del lavoro, a partire da una giusta analisi della realtà obiettiva, dal confronto libero e responsabile delle varie posizioni presenti nella scuola, e dalla lotta.
Un sindacato della scuola pubblica italiana non può, attraverso l'equivoco di una unità strutturale "tra forze confessionali e forze laiche e progressiste", continuare a secondare le vecchie tendenze di tipo corporativo che porta a isolare le forze della scuola dalle grandi strutture sindacali che le classi lavoratrici hanno conquistato a così caro prezzo nel nostro Paese.
IL COMITATO PROMOTORE DEL SINDACATO NAZIONALE DELLA SCUOLA PUBBLICA
"afferma" dunque che ad una vera azione unitaria, che porti ad un necessario "Congresso della Scuola Pubblica Italiana", è pregiudiziale:
1) la promozione di un dibattito rigoroso sui temi di fondo ed i suoi obiettivi;
2) la raccolta di tutte le forze laiche e progressiste della scuola attorno ad un programma di rivendicazioni avanzate e alla lotta per la loro realizzazione.
Occorre capire che vi è una profonda differenza fra una vera »unità democratica e l'attuale »unanimità associativa . Questa significa concretamente (nelle presenti condizioni storiche del nostro paese) abdicazione da ogni lotta ideale e negazione delle realtà obiettive che la rendono necessaria.
Nessuno ha negato l'importanza che la "unità d'azione" tra organismi sindacali diversi ha avuto per l'esito positivo di lotte ingaggiate nel mondo del lavoro.
Ma una vera "unità d'azione" potrà essere eseguita solo se gli schemi delle divisioni interne del mondo della scuola saranno articolati in modo più realistico e meno reazionario. "Non è necessaria una struttura per categorie, ma una divisione per opinioni, obiettivi di lotta, consapevolezza della propria condizione nella società moderna".
Non è possibile una prassi democratica e progressista ove manchi o sia rinviato l'effettivo collegamento ("che invece deve essere evidente ed immediatamente operante") fra volontà ideali e strutture, organizzazione, strumenti operativi e decisioni tattiche.
Queste convinzioni, osservazioni, da anni e oggi più che mai sono presenti negli ambienti democratici della nostra scuola.
E' appunto dalle indicazioni della base che è sorto questo comitato promotore del Sindacato Unitario della Scuola Pubblica, per esprimere nel modo più organico possibile le esigenze, e coloro che sono interessati alla lotta contro le attuali strutture della scuola e per l'affermazione e la conquista della piena democrazia sindacale e dei diritti dei lavoratori nella scuola.
IL COMITATO PROMOTORE DEL SINDACATO NAZIONALE DELLA SCUOLA PUBBLICA
"ritiene" che questi primi elementi di critica e queste prime osservazioni fatte a partire dalla situazione esistente nel Sindacato Nazionale della Scuola Media, valgono anche per tutte le altre organizzazioni di categoria.
In particolare per il SASMI, "rileva" che questo sindacato, nonostante la sua evidente debolezza ideologica e apparente apoliticità, la quale fornisce la base per una politica conservatrice, e la sua caratteristica di movimento capace di esprimere solo rivendicazioni particolari, "al di fuori di una coscienza generale dei problemi della scuola italiana", ha riscontrato un notevole e preoccupante successo tra gli insegnanti, per uno spicciolo attivismo, una maggiore attenzione ai piccoli problemi di categoria e una maggiore autonomia, anche perché molte forze "sane" sono state portate a sostenerlo.
Per tutto quanto è stato detto, "il Comitato rivendica una organizzazione unica, comune e democratica di tutte le categorie del mondo della scuola, condannando fermamente come reazionarie tutte le »autonomie che tendono di fatto a esprimere una visione gerarchizzata della responsabilità e dei problemi dei docenti".
Questa rivendicazione non può escludere le centinaia di migliaia di studenti universitari e di scuole superiori, le cui caratteristiche di presenza nel mondo della scuola non possono più, in una società moderna, essere interpretate diversamente da quelle di »giovani lavoratori intellettuali .
Allo stato attuale invece, le organizzazioni studentesche, per quasi generale riconoscimento delle stesse loro classi dirigenti, sono ormai paralizzate e spesso ridotte a strumenti di presenza della classe governativa fra le masse giovanili della scuola invece di essere, come dovrebbero, forze tendenti ad affermare la presenza autonoma degli studenti nel paese e nella scuola.
"ritiene" quindi che il suo primo compito sia quello di promuovere una campagna di adesione a livello nazionale, anche per la costituzione di comitati in tutte le città d'Italia, e di preparare un convegno organizzativo per l'inizio del 1966.
"afferma" che il successo di questa iniziativa, ove la base ritenga che possa assicurare il superamento dell'attuale situazione, costituirà la più seria premessa per la convocazione, nel corso della presente legislatura, "del Congresso della scuola pubblica.
"rivolge" un appello alla Confederazione Generale del Lavoro, perché tenda ad assicurare sempre più nel mondo della scuola la presenza dei fermenti, delle conquiste, delle lotte che le masse lavoratrici Italiane stanno realizzando e assicuri al Comitato una collaborazione amichevole e concreta, in vista dell'adesione delle forze per il rinnovamento sindacale scolastico alle strutture unitarie del mondo del lavoro, cioè alla CGIL.
"auspica" nel contempo che tutte le forze laiche, progressiste del nostro paese rivedano le loro posizioni ed assicurino anch'esse il contributo che devono alla iniziativa la quale tende a realizzare, nel settore della scuola e sul piano delle strutture, tutti i valori, le esigenze, la dinamica che sono proprie di quelle forze nel loro impegno per un profondo rinnovamento, da sinistra, della vita civile e politica italiana.