SOMMARIO: Il documento della Segreteria nazionale del Pr con cui si ribadisce l'opposizione alla formula governativa del centro sinistra. Il precedente Governo di centro sinistra presieduto da Aldo Moro e con il Vicepresidente Pietro Nenni non ha infatti potuto tenere fede agli impegni di riforma e di democratizzazione economica su cui si era costituito.
(AGENZIA RADICALE n.116, 2 gennaio 1966)
Roma, 2 gennaio (A.R.) - La segreteria Nazionale del Partito Radicale, riunita in Roma, il 21 e 22 gennaio ha approvato il seguente documento:
Il quadri partito non garantisce lo sviluppo civile
La Segreteria Nazionale del Partito Radicale
"nel prendere atto" della crisi di governo, delle circostanze che l'hanno determinata, dei problemi che essa pone al paese ed alle forze politiche
"nel ribadire" i motivi che hanno già da tempo indotto i radicali ad opporsi alla stessa formula di maggioranza di centro-sinistra e non solo alle sue formulazioni governative
"rileva" ancora una volta l'assoluta manifesta incapacità del quadripartito di costituire un elemento di ordinato sviluppo civile, economico e sociale della società italiana. Le pur modeste prospettive sulle quali DC, PRI, PSDI, e PSI chiesero ed ottennero il consenso di una ristretta maggioranza del corpo elettorale sono state smentite e mortificate. Lo stesso clima civile del paese è deteriorato: i dissensi, le rivalità, il malcostume del partito cattolico e del mondo clericale si trasferiscono ad ogni livello della vita dello stato, lo paralizzano, ne corrompono ulteriormente la funzione, sembrano conferire nuovamente respiro anche nella sinistra a logori calcoli antidemocratici ed opportunistici.
Una politica di centro destra
Inoltre, la politica di piano, con le necessarie traduzioni legislative; il processo di democratizzazione economica contro monopoli ed oligopoli, lo sviluppo e la razionalizzazione dell'intervento pubblico, le leggi urbanistiche; l'attuazione delle regioni; la riforma ed il potenziamento della scuola pubblica; la moralizzazione dello stato; la riforma burocratica; una maggiore efficienza e giustizia fiscale; una politica estera più responsabile, autonoma e pacifista, tutti impegni di legislatura da parte del centro sinistra si sono tradotti in voci passive di un bilancio fallimentare e costituiscono la testimonianza di una politica involutiva che ha raggiunto ormai posizioni di destra e centro destra.
"Il Partito Radicale afferma" che la politica effettivamente svolta dal quadripartito di centro-sinistra trova nel parlamento, se non nel paese, una sola possibile conseguente maggioranza, ben diversa da quella che ci si ostina ancora a considerare omogenea e necessaria. Democrazia Cristiana, Partito Liberale, notabili della destra socialdemocratica e monarchica, potrebbero assicurarne una prosecuzione malgrado tutto più ordinata, rigorosa, e meno contraddittoria, senza esporre per questo il paese a pericoli maggiori di quanti non ne subisca attualmente. Non vi è dunque, altra alternativa responsabile: o mutare formula di maggioranza per proseguire sostanzialmente l'attuale politica di governo o mutare politica per assicurare un più ampio sostegno da parte democratica di quanti non ne subisca attualmente. Non vi è, dunque, altra alternativa responsabile: o mutare formula di maggioranza per proseguire sostanzialmente l'attuale politica di governo o mutare politica per assicurare un più ampio sostegno da parte
democratica a quanti hanno sin qui effettivamente tentato di realizzare una politica di riforma attraverso il centro-sinistra.
"Il Partito Radicale non può inoltre non deplorare" le circostanze in qui si è giunti all'inevitabile crisi. Il governo Moro è infatti caduto grazie ad una coalizione che ricorda troppo da vicino quella che l'on.le Fanfani tentò invano di realizzare contro il candidato laico e democratico in occasione delle ultime elezioni presidenziali. L'allineamento e la collusione fra l'integralismo trasformistico e clericale della DC, l'abbandono (comunque mascherato) di qualsiasi velleità laica da parte del PLI, le forze reazionarie fasciste e monarchiche, e l'opposizione parlamentare di sinistra, è fatto di molta gravità, che i radicali denunciano e riprovano.